MONTI NON SCIVOLA SULL’ULTIMA DISPERATA FURBATA DEL BANANA - MENTRE SOLLECITA MONTI-LEADER PER FREGARE LE AVANCES DI CASINI, PROCEDE IN PARALLELO CON LA COSTRUZIONE DI UNA NUOVA OFFERTA POLITICA. UN MOVIMENTO SENZA LA VECCHIA ZAVORRA AN, CHE SI LIBERI DEL FANGO E DALL’OMBRA DEGLI SCANDALI CHE ORMAI IL PDL SI PORTA DIETRO. E CHE LO FANNO PRECIPITARE NEI SONDAGGI…

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Francesco Bei per "la Repubblica"

MONTI E BERLUSCONIMONTI E BERLUSCONI

No, grazie. Sondato nuovamente nei giorni scorsi da Berlusconi sulla possibilità di guidare uno schieramento conservatore alle elezioni, Mario Monti ha ribadito per l'ennesima volta il suo «no». «Non mi interessa, non è in questo modo che posso essere utile al paese». Così, in una giornata in cui il premier è stato impegnato in incontri internazionali e poi nella lunga maratona del Consiglio dei ministri, l'unica cosa che filtra da palazzo Chigi è la freddezza del Professore per essere trascinato nell'arena in maniera strumentale, unita allo stupore per l'uscita del Cavaliere.

silvio berlusconi e mario montisilvio berlusconi e mario monti

Tanto più che a New York, quando per la prima volta aveva aperto alla possibilità di un reincarico dopo le elezioni, Monti aveva chiaramente condizionato la sua disponibilità a una «condizione di emergenza» e a una prosecuzione della grande coalizione tripartita.
Ma se il no di Monti era quasi scontato, anche dalle parti del centro il leader del Pdl colleziona soltanto rifiuti. Persino l'apertura di credito di Italia Futura è soltanto apparente.

berlusconi montiberlusconi monti

La soddisfazione - ha spiegato Luca Cordero di Montezemolo ai leader che lo hanno cercato - è che finalmente Berlusconi abbia annunciato il passo indietro, «come noi abbiamo sempre chiesto». Questo non significa che il patron della Ferrari si farà arruolare nell'esercito del Cavaliere: «Tranquilli, non ci faremo risucchiare». Semmai mantenere una «posizione centrale», ora che Berlusconi sembra intenzionato a non candidarsi, «potrà indurre qualche moderato del Pdl, e ce ne sono, a lasciare quel partito».

SILVIO BERLUSCONI MARIO MONTISILVIO BERLUSCONI MARIO MONTI

Più che essere «risucchiato» Montezemolo, che non sarà candidato, punta quindi ad «attrarre ». Quanto agli altri due interlocutori, Casini e Fini, la palla lanciata dal leader Pdl viene lasciata rotolare senza essere raccolta. Compreso che tra 24 ore questa fiammata berlusconiana potrebbe spegnersi senza lasciare altro che cenere, Alfano ieri ha alzato il telefono per chiamare sia Casini che Fini. «Guardate che Berlusconi stavolta fa sul serio - li ha implorati - non lasciate cadere questa offerta. Conviene a tutti». E certamente conviene ad Alfano, che altrimenti si vedrà tra poco nuovamente messo da parte da un redivivo Berlusconi.

LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLOLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

Raccontano infatti che il leader del Pdl, lanciata la sua Opa sull'elettorato centrista e montiano, proceda in parallelo con la costruzione di una nuova offerta politica. Un movimento senza la vecchia zavorra, che si liberi del fango e dall'ombra degli scandali che ormai il Pdl si porta dietro. E che lo fanno precipitare nei sondaggi senza paracadute. «Berlusconi è già in campagna elettorale, è pronto a partire», dice una fonte vicina ad Arcore, «lo farà appena ottenuta una legge elettorale più favorevole».

CASINI E FINICASINI E FINI

La mossa del Cavaliere viene valutata comunque con grande attenzione dalle parti del terzo polo. Nessuno ne sottovaluta la capacità di penetrazione. «Berlusconi in questo momento è insidioso - ammette il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova - perché da questa parte ancora non c'è un unico logo e una chiara offerta politica. Dobbiamo muoverci».

ANDREA RONCHIANDREA RONCHI

Nel frattempo Casini e Fini si difendono come possono. Il leader centrista ha puntato per ora sulla carta della «inaffidabilità» di Berlusconi nei suoi annunci. Fini invece ha provveduto ad alzare una serie di paletti programmatici. «Aspettiamo 48 ore - ha consigliato il presidente della Camera ai suoi ieri pomeriggio - e vediamo se questa bolla di Berlusconi si sgonfia da sola. Vogliono allearsi davvero? E sull'Europa cosa dicono? E la legalità? Alfano non aveva finito di parlare che il Pdl al Senato già ripresentava in Senato gli emendamenti Salva-Ruby».

Oltretutto l'uscita di Berlusconi ha creato un certo sconcerto nelle stesse file del Pdl. Specie tra gli ex An, infastiditi da quell'appello a Monti per un nuovo mandato alla guida dei «moderati». In attesa di capire se quella dell'ex premier sia realtà o solo una provocazione tattica, tra i parlamentari ieri la confusione sulla linea era manifesta. In un angolo del cortile di Montecitorio: «Se "loro" rispondono così allora "noi" dobbiamo incalzarli», diceva l'ex ministro Andrea Ronchi al direttore del Secolo Marcello De Angelis. «Va bene Andrea, sono d'accordo. Solo non ho capito una cosa: "noi" chi siamo? Ma soprattutto... "loro" chi cavolo sono?».

 

 

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