1 - MAX &DIEGO GLI EX AMICI CHE SI RINFACCIANO UN TRADIMENTO
LE CREPE PER I DIRITTI TV, LA ROTTURA PER L'INCHIESTA
Fabio Monti e Arianna Ravelli per il "Corriere della Sera"
Erano grandi amici. Erano, come si è ben capito anche in questi ultimi due giorni di ping pong dialettico. Massimo Moratti aveva voluto Diego Della Valle nel consiglio di amministrazione dell'Inter dal 29 maggio ' 95. Un'intesa che era andata avanti fino al 2001, due anni dopo il primo grande rimpasto nerazzurro (15 luglio ' 99). Il 3 agosto 2002, Diego Della Valle aveva accettato di salvare la Fiorentina appena fallita e costretta a ripartire dalla C2.
Che Della Valle fosse rimasto interista lo si era capito il 13 maggio 2003, quando era stato l'unico a esultare nella tribuna d'onore di San Siro al gol dell' 1-1 di Martins, nel derby di ritorno della semifinale di Champions League, convinto che sarebbe arrivato anche il sorpasso (e la finale). Non c'è altrettanta certezza su quando i rapporti fra Moratti e Della Valle si siano guastati. Una data possibile è quella dell'agosto 2004, in tempi di rinnovi contrattuali per i diritti tv (che erano soggettivi).
lapr massimo moratti 08La Fiorentina era appena stata promossa dalla B e doveva discutere tutta la questione. Molti club si erano portati avanti con il lavoro. Compresa l'Inter, che aveva firmato con Sky fino al 2007 e con Mediaset per il digitale terrestre. Sette anni fa, proprio Della Valle aveva cominciato il pressing «per una diversa ripartizione dei proventi dai diritti tv criptati» , sul modello inglese. Una battaglia andata avanti per più di un anno, fino a quando- fra le macerie di Calciopoli - era arrivata la legge Melandri, che aveva riproposto la vendita collettiva di tutti i diritti.
MORATTI massimoUna battaglia che, secondo Della Valle, gli ha creato molti nemici, spingendolo nel vortice di Calciopoli, con sentenze e conseguenze che ancora lo offendono. Il problema è che nei 18 mesi di battaglia tv, Della Valle ha cercato di rompere il fronte delle grandi, facendo leva sull'Inter e in particolare su Facchetti, quasi in antitesi alle strategie morattiane. Proprio questo tentativo non è mai piaciuto all'azionista di maggioranza dell'Inter per due motivi: 1. l'inesistenza di una situazione conflittuale con Facchetti; 2. la necessità di separare l'aspetto sportivo da quello economico-finanziario.
DIEGO DELLA VALLEIn sintesi: Moratti era convinto come e più di Facchetti del livello di inquinamento del pallone italiano, ma anche della necessità di reperire ricavi adeguati per mandare avanti un club con livelli gestionali altissimi. Secondo il patron della Fiorentina, invece, la battaglia era una sola, contro un certo potere, per costruirne un altro. Nel gennaio 2006 le prime crepe diventano pubbliche: «Io e lui siamo amici, ma chi predica bene dovrebbe razzolare bene» , dichiara Della Valle.
DIEGO DELLA VALLE E FRATELLO ANDREARisposta di Moratti: «Con Della Valle c'è simpatia ma non mi piace come mi ha tirato in ballo, io ho sempre operato nella legge» . Nella ricostruzione resa alla Gazzetta dello Sport nell'estate 2006, a Calciopoli già scoppiata e amicizia in frantumi, Della Valle è più netto: «La battaglia che abbiamo fatto entrando nel calcio e vedendo che c'era una lobby che lo governava era per far tornare il calcio quello di un tempo (...) Invece c'era un clima di rassegnazione. Mi sono ribellato. Alcuni presidenti per bene mi hanno seguito, altri meno per bene hanno fatto finta di seguirci» .
DIEGO DELLA VALLE E FRATELLO ANDREAA maggio 2006 escono le prime intercettazioni telefoniche, diventa pubblica l'indagine della procura di Napoli e, in estate, cominciano i processi della giustizia sportiva. Nel bel mezzo, l'Inter cerca di comprare Luca Toni ai viola. È l'ultimo strappo, ma il rapporto è già compromesso. Della Valle si sente ingiustamente tirato in ballo dallo scandalo, Moratti comincia a pensare che l'ex amico fosse sceso a patti con i vari Moggi, Mazzini e Bergamo, per salvare la Fiorentina.
Non che Moratti l'abbia mai detto apertamente, ma quella parola sprezzante «rimpatriata» , usata ieri per definire il possibile incontro tra gli unici - secondo lui - protagonisti di Calciopoli, mostra tutta la distanza che il presidente dell'Inter pone tra sé e gli altri, Della Valle compreso.
giacinto facchettiIl problema è che la distanza l'ha cancellata il procuratore federale Stefano Palazzi nel dispositivo in cui dava conto delle ultime intercettazioni e in cui, per definire la posizione dell'Inter, richiama proprio quella della Fiorentina: per Palazzi poco conta che le due società agissero per difendersi, i dirigenti di entrambe hanno comunque commesso illecito (poi, nel caso della Fiorentina che è andata a giudizio, i giudici hanno ridotto a slealtà, mentre per l'Inter c'è stata la prescrizione).
LUCA TONIMa se per Moratti le intercettazioni di Facchetti sono molto diverse per toni e contenuti, Della Valle è convinto che due atteggiamenti simili abbiano avuto sorti molto diverse. Una distanza destinata a restare incolmabile.
Luciano Moggi visto da Emanuele Fucecchi
2 - MORATTI A DELLA VALLE: "NON DEVO GIUSTIFICARMI. MI SIEDERÒ AL TAVOLO CON DELLA VALLE? PENSO CHE SI DIVERTIRANNO A FARE UNA RIMPATRIATA TRA DI LORO, IO SAREI NOIOSISSIMO"...
Dal "Corriere dello Sport" - «Ho letto le dichiarazioni di Della Valle ma questo tipo di domande vorrei farle io a lui. Non ho risposte, quello che è successo nel 2006 è tutto contro di noi. Non voglio giudicare il tono delle sue parole perché non mi è piaciuto per niente». Con questa secca dichiarazione Massimo Moratti replica all'appello del patron della Fiorentina Diego Della Valle, che con una lettera pubblica aveva invitato il presidente dell'Inter a spiegare cosa fosse accaduto davvero in quegli anni e perché i due club avessero ricevuto trattamenti così differenti (La Fiorentina fu penalizzata di 15 punti) da Calciopoli.
i fratelli della Valle incontrano Paolo Bergamo e Innocenzo Mazzini - alla fine baci e abbracci - INCONTRO SEGRETO decisivo per la salvezza della Fiorentina nel finale di stagione 2004-2005i fratelli«È un tipo di domanda che dovrei fare a lui o a loro, perchè io non ho risposte da dare - ha ribadito Moratti - Quello che pesa di più è quello che è successo allora a noi, non vedo perchè dovrei giustificarmi e al massimo è il contrario. Mi siederò al tavolo con Della Valle?.Penso che si divertiranno a fare una rimpatriata tra di loro, io sarei noiosissimo».