1. MUGHINI CONTRO LA RESISTENZA DELLA RETORICA: ‘’QUESTA VOLTA L’INUTILISSIMO E PURAMENTE RETORICO CORTEO A COMMEMORARE IL 25 APRILE NON LO FARANNO. NON VOLEVANO CHE NE FACESSERO PARTE GLI EBREI CHE AVEVANO COMBATTUTO IN ITALIA’’
2. “VIVIAMO LA TRAGEDIA BIBLICA DELL’IMMIGRAZIONE, IL FACCIA A FACCIA FRA ISRAELE E LA GENTE DELLA PALESTINA, VIVIAMO UNA CRISI ECONOMICA CHE STA SQUARCIANDO L’ANIMA E LE VISCERE DEL NOSTRO PAESE, MA CHE DIAVOLO C’ENTRA CON TUTTO QUESTO IL 25 APRILE 1945?''
3. CHE VUOL DIRE DOPO 70 ANNI QUANDO LA TRAGEDIA SONO I BAMBINI CHE MUOIONO ANNEGATI?

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Giampiero Mughini a Dagospia

spot governo resistenza spot governo resistenza

 

Caro Dago, mi pare che questa volta il consueto corteo romano “antifascista” del 25 aprile a commemorare i 70 anni trascorsi dalla fine della Seconda guerra mondiale non ci sarà. Per essere una manifestazione puramente retorica e inutilmente celebrativa non è davvero una gran perdita. A dire quanto fosse inutile c’era che alcuni gruppi politici filo-palestinesi non volevano che a scorrere per le strade ci fossero le bandiere della Brigata Ebraica (volontari ebrei che combatterono i nazi), e tanto più che negli anni passati c’erano stati scontri fisici tra amici della Palestina e gente amica di Israele.

giampiero mughini giampiero mughini

 

PARIETTI AL CORTEO DEL 25 APRILE PARIETTI AL CORTEO DEL 25 APRILE

Niente corteo a Roma. Così come Benjamin Netanyahu non andrà a Mosca a celebrare l’alleanza antifascista del 1941-1945. E’ furibondo con Putin perché ha venduto all’Iran missili antiaerei che potrebbero rivelarsi micidiali contro eventuali bombardieri israeliani che volessero spegnere sul nascere i siti nucleari iraniani. Israele, gli “insediamenti” israeliani nella West Bank, la condizione spaventevole di palestinesi a decine di migliaia, la tensione fra Israele e un Iran che a parole vorrebbe distruggere lo Stato israeliano, se sì o no l’Occidente deve dire di sì alla fine dell’embargo contro l’Iran, eccetera eccetera.

STALIN E CHURCHILL STALIN E CHURCHILL

 

Che c’entra con questo nostro rovente presente la stanca commemorazione dell’alleanza politica (sacrosanta) tra gli angloamericani e i comunisti russi aggrediti dalle Panzerdivisionen? Quel che aveva detto Winston Churchill: “Continuo a considerare i comunisti russi dei criminali, epperò questo è il momento di allearsi con loro pur di buttar giù i nazi”. Sacrosanto. Solo che con il 25 aprile 1945 una storia di segno opposto.

 

CHURCHILL ROOSEVELT STALIN CHURCHILL ROOSEVELT STALIN

La Seconda guerra mondiale era cominciata per proteggere la Polonia dall’aggressione nazi. Ebbene i comunisti russi arrivati a Berlino piantano il loro stivale e fino alla caduta del Muro di Berlino – su metà della Germania, sulla Polonia, sull’Ungheria, sulla Cecoslovacchia, sulla Romania e altre ancora. Al processo di Norimberga i russi cercano (invano) di addossare ai nazi il massacro delle fosse di Katyn, un massacro cinquanta volte maggiore di quello delle Ardeatine.

 

partigiani a montecitorio per i 70 anni dalla liberazione 9 partigiani a montecitorio per i 70 anni dalla liberazione 9

Nel secondo dopoguerra non c’è stato nulla di più simile al fascismo che i regimi del comunismo reale. E ci vollero 35 anni perché il capo dell’italocomunismo, Enrico Berlinguer, riconoscesse che il comunismo sovietico aveva “esaurito” il suo impulso positivo. (Quando mai lo aveva avuto, efficacia della polizia politica a parte?) Che senso aveva, già trent’anni fa, continuare nella stucchevole e acritica celebrazione della “Resistenza”?

 

spot 25 aprile governo 2 spot 25 aprile governo 2

Vedo che le macchiette dell’“ora e sempre Resistenza” non demordono. ”La Resistenza, rivolta morale, rivolta in armi, contro il fascismo, contro il conformismo” sta scritto nell’insegna promozionale di una rivista che dell’antifascismo totale e buono per ogni occasione e chiavistello di ogni problema ne fa un’ossessione.

 

Che dice all’uomo del presente il 25 aprile del 1945? Che buttar giù Hitler e i suoi accoliti fu un’impresa santa. Che quelli che salirono sulle montagne con le “scarpe rotte” e scrissero con una spilla su un foglio di carta la loro “ultima lettera” prima di essere fucilati (l’azionista Guglielmo Jervis) sono un vanto e un monumento civile nella storia del nostro Paese, a riscattare la vergogna di essere entrati in guerra a fianco dei nazi.

Hitler e Himmler Hitler e Himmler

 

Beninteso loro avevano ragione e non quelli che a centinaia di migliaia si schierarono dalla parte di Salò. Venti e passa anni fa l’ho detto in faccia a gente che era stata con Salò e mi aveva invitato a un dibattito leale. “Avevate torto marcio”, e mentre lo dicevo sedevano in prima uomini che rispettavo e stimavo, Enzo Erra e il mio amico Giano Accame.

 

giampaolo pansa - copyright Pizzi giampaolo pansa - copyright Pizzi

Siano benedetti i libri di Giampaolo Pansa che hanno raccontato le tragedie occorse a quelli di Salò, la ferocia (talvolta) della vendetta partigiana, la “macelleria sudamericana” di Piazzale Loreto et similia. Libri che non sono sentenze della Corte di Cassazione, ma di cui tutti noi avevamo bisogno in nome della verità e della lealtà verso gli sconfitti.

 

NAUFRAGIO RODI NAUFRAGIO RODI

A differenza di quel dicono i retori dell’“anti-revisionismo” nessuno ha mai equiparato partigiani e combattenti di Salò. Detto questo ci sono partigiani e partigiani (assassinio di Gentile), da una parte i cattolici e i liberali dall’altra quelli che nel nome di Stalin avrebbero fatto checchessia. E lo fecero lì dove impugnarono il timone del comando. Per ogni dove fucilarono e impiccarono i loro stessi ex compagni.

 

il cadavere di un bambino trasportato a riva dai soccorritori di rodi il cadavere di un bambino trasportato a riva dai soccorritori di rodi

Siamo in un altro millennio, distanti ben più che 70 anni dal 1945. Viviamo il tempo di una tragedia biblica, la gente che scappa a decine di migliaia dall’orrore reale del sottosviluppo e della guerra civile fra le etnie. Viviamo il tempo del faccia a faccia tra Israele e la gente della Palestina. Viviamo una crisi economica che sta squarciando l’anima e le viscere del nostro Paese. Viviamo un’epoca in cui stiamo discutendo chi ci deve mettere i soldi a salvare le carrette della morte su cui viaggiano bambini e donne dell’Africa. Ma che diavolo c’entra con tutto questo il 25 aprile del 1945?

NAUFRAGIO RODI NAUFRAGIO RODI

 

 

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