I NODI DI RENZI ARRIVANO AL PETTINE - COSA FARÀ IL PREMIER CAZZARO SENZA MAGGIORANZA? ACCETTA IL SOCCORSO DEL CAV OPPURE PONE LA FIDUCIA E COSTRINGE I RIBELLI DEL PD AL DIETROFRONT PER SALVARE SEGGIO E STIPENDIO?

Sallusti: “È la prova del nove del renzismo: una riforma dimezzata sarebbe utile solo alla sopravvivenza formale del Pd - Se accetta l’appoggio di Fi il premier innescherebbe una scissione a sinistra - Il rischio è quello di restare impantanati nell'indecisionismo che ha reso l’Italia il Paese dei gattopardi. E smacchiamolo ‘sto gattopardo”....

Condividi questo articolo


Alessandro Sallusti per “il Giornale

 

matteo renzi matteo renzi

Si complica lo scontro dentro il Pd sulla riforma del lavoro. Quaranta senatori Pd, con la benedizione di Bersani, hanno firmato sette emendamenti che annacquano il testo preparato dal governo e sul quale il premier si è detto fino ad oggi indisponibile a modifiche significative. Se quel testo venisse votato oggi, Renzi non avrebbe quindi la maggioranza e, di conseguenza, il governo cadrebbe con tonfo molto rumoroso.

 

san silvio berlusconi con renzi san silvio berlusconi con renzi

I casi sono tre. Renzi si rimangia parte della riforma, accetta gli emendamenti e la dà vinta ai suoi oppositori interni. Oppure: tiene duro e conta sull'aiuto di Forza Italia, che ha già annunciato di votare sì al suo testo. Oppure ancora: pone la fiducia e rischia il tutto per tutto, costringendo probabilmente i ribelli a fare un passo indietro per salvare seggio e stipendio.

 

pierluigi bersani pierluigi bersani

Nel primo caso – la retromarcia del premier – si scriverebbe la parola fine sul sogno, coltivato da alcuni, che un uomo venuto dalla sinistra potesse cambiare questo Paese. Una riforma dimezzata, infatti, non sarebbe utile né ai lavoratori né alle imprese, ma solo alla sopravvivenza formale di un partito, il Pd, prigioniero del suo passato e del sindacato. Nel secondo – la linea dura e vincente del premier – si sancirebbe più che una spaccatura, probabilmente sarebbe l'innesco di una vera e propria scissione a sinistra.

 

Senza contare che un voto decisivo di Forza Italia (cioè dell'opposizione) su un provvedimento tanto delicato, imporrebbe a tutti (Napolitano compreso) una riflessione politicamente ben più ampia sullo scollamento tra governo e maggioranza parlamentare.

Rosi Bindi Rosi Bindi

 

In ogni caso, quindi, siamo arrivati alla prova del nove del renzismo. Non tanto per quello che potrà succedere al governo nel Parlamento (negli anni abbiamo visto tanti di quei papocchi che nulla più può sorprenderci), ma ci riferiamo a quello che potrebbe succedere a noi, cioè rimanere impantanati nell'indecisionismo e in quel «fare e non fare» che ha reso l'Italia il Paese dei gattopardi. E smacchiamolo, una volta per tutte, 'sto gattopardo. Sperando di avere più successo di quello che un illuso Bersani ottenne con il giaguaro Berlusconi.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…