NON C’È PACE PER TONY IL MILIONARIO - BLAIR RICEVE UN PREMIO DA “SAVE THE CHILDREN”, MA LO STAFF S’INDIGNA: “È AMICO DEI DITTATORI” - OGGI L’INTERVISTA DI SARAH VARETTO ALL’EX PREMIER INGLESE: “PLAUDO A CIÒ CHE FA RENZI”

Blair premiato dall’ong? Il laburista Galloway: “grottesco che ‘Save the children’ premi un infanticida”. Il capo di Human Rights Watch: “un uomo che difende qualunque dittatore lo paghi” - Oggi a SkyTg24: “Renzi è uno dei nuovi leader europei che ha il coraggio di cambiare”...

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1. VIDEO - L’ANTEPRIMA DELL’INTERVISTA DI SARAH VARETTO A TONY BLAIR SU SKYTG24

 

 

2. TONY BLAIR, PLAUDO A CIÒ CHE STA FACENDO RENZI

tony blair premiato da save the children tony blair premiato da save the children

 (ANSA) - "Matteo Renzi è uno dei nuovi leader europei che ha il coraggio di cambiare. Plaudo a ciò che sta facendo che è assolutamente giusto per l'Italia e per l'Europa". Lo ha detto l'ex premier britannico Tony Blair a Sky TG24 HD in un'intervista che andrà in onda alle 13.30 in versione integrale. "Quando si fanno i cambiamenti - ha aggiunto Blair - sembra un inferno, poi dopo che li hai fatti ne avresti voluti fare di più".

 

 

3. NON C’È PACE PER BLAIR: “È AMICO DEI DITTATORI”- SAVE THE CHILDREN GLI CONSEGNA UN PREMIO PER L’IMPEGNO UMANITARIO. E LO STAFF DELL’ONG SI RIBELLA

Alessandra Rizzo per “La Stampa

 

sarah varetto sarah varetto

Accusato da alcuni di essere un criminale di guerra, da altri di trascurare il suo ruolo di inviato in Medio Oriente per fare affari con dittatori di mezzo mondo, Tony Blair è di nuovo al centro delle polemiche, questa volta come destinatario di un riconoscimento che secondo i critici non merita.

 

justin forsyth justin forsyth

Anzi, il conferimento del «Global Legacy Award» all’ex Primo ministro britannico da parte della Ong «Save The Children» è «moralmente riprovevole». A sostenerlo è lo staff stesso del gruppo per la protezione dei diritti dell’infanzia, come rivelato dal «Guardian». Lamentando di non essere stati consultati, o anche solo informati, 200 dipendenti hanno scritto una lettera per contestare una decisione che secondo loro mina la credibilità dell’organizzazione. «Consideriamo questo premio inopportuno, nonché un tradimento dei principi fondanti e dei valori di Save The Children», dicono.

 

jonathan powell jonathan powell

Il premio, uno dei più prestigiosi dell’organizzazione umanitaria, è stato conferito in una serata di gala la settimana scorsa a New York cui hanno partecipato il regista-attore Ben Affleck con la moglie Jennifer Garner e altri Vip. Blair ha ringraziato con un discorso dai toni alti: «Brutalità, conflitto, intrigo, ossessione distruttiva a perseguire il proprio interesse esistono da quando esiste il genere umano. Ma nella la storia dell’uomo il desiderio implacabile di fare del bene non si è mai spento», ha detto.

 

ben affleck e jennifer garner al premio di save the children ben affleck e jennifer garner al premio di save the children

Intanto infuriava la polemica. Il deputato George Galloway, noto per le sue posizioni radicali e per aver incontrato Saddam in Iraq, ha parlato di «premio grottesco ad un infanticida», mentre il direttore esecutivo di Human Rights Watch, Kenneth Roth, ha definito Blair «un uomo che difende qualunque dittatore lo paghi». Una petizione online firmata da 85,000 persone chiede la revoca dell’onorificenza.

 

matteo renzi koala matteo renzi koala

A peggiorare le cose per Save The Children c’è il fatto che due persone vicine all’ex premier occupano posizioni di rilievo nel ramo britannico del gruppo: Justin Forsyth, che di Blair è stato consigliere, e Jonathan Powell, suo ex capo di gabinetto. Il gruppo si difende sottolineando che il premio è stato conferito dalla branca americana in assoluta indipendenza. È un riconoscimento, spiegano, al lavoro di Blair come Primo Ministro, in particolare per quando si è impegnato ad alleviare il debito dei paesi africani al G8 di Gleneagles nel 2005.

 

LOGO SAVE THE CHILDREN LOGO SAVE THE CHILDREN

Blair attraverso un portavoce ha dichiarato di essere onorato per il premio. Ma l’ex primo ministro, un tempo popolare nel paese e non solo, sa di essere diventato un personaggio inviso a molti. L’aver trascinato il paese nella guerra in Iraq ha indelebilmente segnato la sua eredità politica, e consulenze assai redditizie in alcuni paesi con diritti umani a dir poco dubbi, come il Kazakhstan, non hanno giovato alla sua reputazione.

 

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