1. ALLA PARATA DELLA GENDARMERIA DELLA SANTA SEDE NON SOLO NON C’ERA IL BOY SCOUT RENZI MA NESSUNO DEI SUOI MINISTRI: MAI SUCCESSO NEI RAPPORTO STATO-CHIESA 2. DOPO MESI DI OSTRACISMO, RIAPPARE L’EMINENZA AZZURRINA GIANNI LETTA IN VATICANO 3. MA GLI UNICI CHE ANCORA PARLANO A GIANNI LETTA SONO ALTRI PRINCIPI DECADUTI COME I CARDINALI SCOLA, RUINI E BAGNASCO, OSSIA GLI SCONFITTI DELL’ULTIMO CONCLAVE 4. IN BARBA A DOMENICO GIANI, COMANDANTE SUPREMO DELLA GENDAMERIA DELLO STATO VATICANO, ASSENTI PAPA BERGOGLIO E IL SEGRETARIO DI STATO VATICANO PAROLIN 5. GRANDE IMBARAZZO QUANDO, ALLA FINE DELLA LETTURA DEL MESSAGGIO INVIATO DAL PONTEFICE, LA BANDA HA ATTACCATO “NEW YORK NEW YORK” SEGUITA DA MARCE E POLKA


DAGOREPORT

Domenico Giani

Anche nella meravigliosa era di papa Francesco il dottor Domenico Giani, comandante supremo della Gendameria dello Stato vaticano, ha allietato le autorità dell’una e dell’altra sponda del Tevere con il suo show annuale. Corre l’obbligo di rimarcare che stavolta la sfilata difettava di mezzi anfibi, carri armati, cani antidroga e altre mirabilia in dotazione ai santi gendarmi. Ma, come sempre, la parata militare vaticana ha continuato ad attrarre ecclesiastici e civili.

GENDARMERIA VATICANA

 

Tra gli ecclesiastici, tocca evidenziare il dilagare della nuova “tendenza Francesco”: croci pettorali in ferro, tonache senza mantellina, addirittura qualche scucitura e qualche macchia sulla talare.

 

Tra le autorità, invece, bisogna registrare alcune assenze clamorose. Ormai lo sanno anche i sampietrini di Borgo Pio che Matteo Renzi considera la sponda al di là del Tevere con sublime indifferenza; e infatti Renzi non s’è visto manco dipinto.

papa E LETTA

 

Ma che non fosse presente nessun ministro, e nemmeno un viceministro di seconda o terza fila, beh… diciamolo: non ha precedenti nell’intera storia dei rapporti Stato-Chiesa.

La più alta autorità italica presente era infatti un sottosegretario. Alla Difesa. L’ex generale, e soprattutto presidente del Cocer, Domenico Rossi.

 

Apriti cielo!

PAPA RATZINGER E DOMENICO GIANI

Per colpa di Rossi, il comandante Giani non ha goduto della consueta gratificante presenza del nostro comandante generale dei Carabinieri. Ma diteci voi, come si può pensare che un pezzo grosso come Gallitelli accetti di sedersi in un posto defilato rispetto al sottosegretario di Stato Rossi, che fino all’altro ieri era un suo sottoposto?

 

Passiamo ai presenti.

Per l’occasione è risorto uno dei desaparecidos dell’era Bergoglio, tale Gianni Letta. Completamente scomparso, dicono, dai sacri palazzi: gli unici che ancora gli parlano sono altri principi decaduti come i cardinali Scola, Ruini e Bagnasco, ossia gli sconfitti dell’ultimo conclave.

 

Alla grande parata della Gendarmeria vaticana, l’ex Richelieu di palazzo Chigi (a proposito: lo sa, papa Francesco, che il dottor Letta risulta ancora tra i suoi gentiluomini?) ha però ottenuto un posto d’onore, quasi fosse ancora al governo.

RENZI E BOSCHI

 

In compenso, all’evento mancava il Segretario di Stato vaticano, Antonio Parolin, e il papa si è ovviamente limitato a mandare un messaggio, letto compitamente dal sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Giovanni Becciu.

Insomma: una sfilata sottotono.

 

Che è diventata tragicomica nel giro di un attimo, quando, alla fine del messaggio del pontefice, la banda ha attaccato New York New York. Diciamolo: una rassegna musicale svalvolatissima, che da New York New York arrivava alla Marcia di Radetzky, passando per un qualche strano tipo di polka. Panico, giustamente, tra i presenti.

GENDARMERIA VATICANA

 

L’ex ministro Rosi Bindi guardava cosa faceva l’ex ministro Garavaglia: bisognava battere le mani a tempo, oppure no? I generali non avevano dubbi: tutti fermi, tutti immobili. Quanto agli ecclesiastici… qualcuno batteva le mani, qualcuno i piedi, poi i primi si fermavano imbarazzati, poi ripartivano fuori tempo… Non certo un grande spettacolo di coordinamento.

 

A guardare infatti la scena dal palco, ecco il cardinal Angelo Sodano, attuale decano del Collegio cardinalizio, e il suo collega Giuseppe Bertello,  presidente del Governatorato: muti. Impietriti. Occhi fissi a terra con evidente imbarazzo.

 

DOMENICO GIANI

Mentre il nuovo segretario generale del Governatorato, il Legionario di Cristo Fernando Vergez Alzava, nominato da Francesco lo scorso anno, guardava in continuazione verso l’alto. Forse nessuno gli aveva spiegato che i fuochi artificiali erano previsti solo alla fine dell’evento e del relativo buffet?

Se lo ricordi, alla prossima parata!

 

SIMBOLO DELLA GENDARMERIA VATICANA

P.S.: Il buffet se lo sono goduto, come al solito, praticamente solo i dipendenti del Vaticano. E pure i fuochi. Quanto alle autorità e agli ecclesiastici, povero comandante Giani: c’è stato il fuggi-fuggi appena finite le danze.