PARENTOPOLI IN GONDOLA - ANCHE NELLA MUNICIPALIZZATA DEI TRASPORTI VENEZIANI SPUNTANO FAMILIARI ASSUNTI PER “PURA COINCIDENZA” - DALLA ROMA DI ALE-MAGNA, AL PIEMONTE DI COTA ORMAI LA POLITICA SI CONFERMA L’UNICO UFFICIO DI COLLOCAMENTO CHE FUNZIONA - IL PD PRETENDE SPIEGAZIONI DALLA GIUNTA DI CENTRODESTRA DELLA CAPITALE, IL PDL VUOLE CHIAREZZA SULLE ASSUNZIONI IN LAGUNA. MA FAREBBERO MEGLIO PRIMA DI TUTTO A DARE UN’OCCHIATA IN CASA PROPRIA…


Sergio Rizzo per il \"Corriere della Sera\"

giorgio orsoni

Le giustificazioni, quelle fanno davvero cadere le braccia. «In una grande azienda con tremila dipendenti può capitare che ci siano parenti», ha risposto ad Alda Vanzan del Gazzettino il presidente della municipalizzata dei trasporti di Venezia Actv, Marcello Panettoni.

Sarà pure. Ma se i parenti, come ha denunciato il sindacato autonomo Usb, sono una trentina, e congiunti di sindacalisti e dipendenti, allora può sorgere il sospetto che non sia «capitato» per caso. E ad allontanarlo non vale nemmeno l\'argomentazione che tutti, ma proprio tutti, sarebbero entrati dopo una selezione e un test psicoattitudinale fatto da una società specializzata.

7 maria elisabetta alberti casellati

Scusa simile a quella con cui si è difeso l\'ex amministratore delegato dell\'Atac: un\'azienda che nei due anni della giunta capitolina guidata da Gianni Alemanno si è «irrobustita» con un certo numero, pare 854, di assunzioni pilotate. «Non sono chiamate dirette - ha detto Adalberto Bertucci - ma attraverso concorsi eseguiti attraverso una società, la Praxi».

Già. È stato così che un alto dirigente dell\'azienda di trasporto romana si è ritrovata come assistente personale una ex cubista, Giulia Pellegrino, ritratta sorridente in una foto con il coordinatore del Pdl romano Gianni Sammarco?

Ed è stato così che l\'Atac ha ingaggiato il figlio del caposcorta di Alemanno, Giancarlo Marinelli, mentre l\'Ama, la municipalizzata dei rifiuti assumeva invece la figlia? E ancora così è entrato Francesco Bianco, ex militante dei Nar, organizzazione paramilitare fascista, assunto anch\'egli per chiamata diretta e poi sospeso dall\'azienda per le frasi antisemite apparse sulla sua pagina di Facebook? Difficile da spiegare a quei giovani che prima si spaccano la schiena sui libri, senza uno straccio di prospettiva, e poi disseminano inutilmente i loro curricula in giro per l\'Italia. Per riuscire a conquistare, se va bene, un precariato da 800 euro al mese.

Gianni Alemanno

Andateglielo a dire, che le municipalizzate, anche quelle come l\'Atac che l\'anno scorso ha perso 92 milioni di euro, o come l\'Ama, che ha archiviato il 2008 con una voragine di 257 milioni, assumono «solo per selezione». Ma che però la lotteria Italia del posto fisso, a tempo indeterminato, la vinceranno quelli che sono parenti dei sindacalisti, amanti o amici di qualche politico, oppure chi ha una tessera di partito in tasca, o magari può contare sulla benemerenza di qualche sprangata assestata in gioventù. E loro, invece, quella selezione non la passeranno mai.

Per carità, l\'Italia è il Paese nel quale esistevano (e in qualche caso esistono ancora) regole che offrono una corsia preferenziale ai figli dei dipendenti di alcune aziende pubbliche. Funzionava così, per esempio, al Banco di Napoli, dove i padri potevano liberare il posto per i figli. Ma questa storia è diversa. E fa ribollire il sangue pensare a quanto il fenomeno può essere esteso.

Certo, il caso di Venezia non può essere paragonato a quello di Roma. Dove non desterebbe sorpresa scoprire che le assunzioni clientelari hanno funzionato a tappeto nel sistema delle municipalizzate. La verità è che ormai in Italia la politica è l\'unico ufficio di collocamento che funziona.

Riccardo Bossi

Al centro come in periferia. A settembre scorso Elsa Muschella ha raccontato sul Corriere che alla Regione Piemonte l\'opposizione di centrosinistra aveva denunciato una piccola «parentopoli» locale, denunciando le assunzioni a tempo determinato di «mogli, figlie, fratelli e sorelle di assessori e consiglieri», grazie a «risorse messe a disposizione di ogni gruppo e nella più completa discrezionalità» .

Una denuncia nella quale il Pd ha coinvolto anche il governatore Roberto Cota, che ha reagito così: «Ovvio che ho portato con me persone di cui da anni mi fido, e tra queste una segretaria che già lavorava per il Movimento e che è militante della Lega. La sua unica colpa è quella di essere figlia di un altro militante della Lega che dopo diversi anni di mandato in Consiglio Comunale, è stato eletto in Consiglio Regionale» .

Francesco Bossi

Giustissimo: un politico ha diritto a farsi affiancare da persone di fiducia. Ma qual è il limite fra la fiducia e il favoritismo? Sarebbe lecito domandarsi se è per una pura questione di fiducia che Franco e Riccardo Bossi, rispettivamente fratello e figlio del leader della Lega vennero ingaggiati a Bruxelles da due eurodeputati leghisti come assistenti accreditati (12.750 euro al mese). E se per lo stesso motivo la parlamentare del Pdl Maria Elisabetta Alberti Casellati, quando era sottosegretario alla Salute, nominò capo della sua segreteria la figlia Ludovica.

Si potrebbero fare decine di altri casi: basterebbe dare uno sguardo nei gabinetti, negli staff e negli uffici stampa dei ministeri per scoprire quanto siano diffuse le omonimie. E se vale il detto che il pesce puzza sempre dalla testa... Fa bene perciò il Partito democratico a pretendere spiegazioni dalla giunta di centrodestra della Capitale, come fa bene il Pdl a chiedere chiarezza sulle assunzioni delle municipalizzate di Venezia, città amministrata dal centrosinistra. Anche se farebbero meglio prima di tutto a dare un\'occhiata in casa propria.