PARTY AL MASSACRO: O ME O THÉ - TRA I REPUBBLICANI SCOPPIA LA BARUFFA: I TEA PARTY CONTESTANO BOEHNER PER I TAGLI CONSIDERATI MODESTI - I DEMOCRATICI SI COMPATTANO SUL PIANO DI HARRY REID - IL DEFAULT-DAY DEL 2 AGOSTO POTREBBE ESSERE RINVIATO PER DARE TEMPO AL CONGRESSO DI TROVARE L’ACCORDO - MOLTI ANALISTI FINANZIARI PREVEDONO CHE GLI STATI UNITI SUBIRANNO UNA RIDUZIONE DEL RATING, PERDENDO LA “TRIPLA A” ASSEGNATA DA STANDARD & POOR’S, MOODY’S E FITCH…

Condividi questo articolo


Maurizio Molinari per "la Stampa"

BOEHNER OBAMABOEHNER OBAMA

Nel partito repubblicano scoppia la rissa sulla riduzione del deficit rendendo più difficile al Congresso un accordo bipartisan sul debito: la Casa Bianca corre ai ripari e, per guadagnare tempo prezioso, sposta il default oltre la prevista scadenza del 2 agosto grazie ad artifici finanziari.

Quanto sta avvenendo nei ranghi repubblicani è una vera e propria rivolta. A guidarla è il deputato dell'Ohio Jim Jordan, capo del Centro studi della Camera, che può contare su una pattuglia di 40 eletti grazie ai voti del Tea Party. La contestazione colpisce John Boehner, presidente della Camera e leader di punta del partito, perché il piano sulla riduzione del deficit che ha presentato «non garantisce i progressi necessari per rimettere in piedi la nazione» recita un comunicato del Tea Party Express.

Harry ReidHarry Reid

Il problema nasce dal fatto che il piano di Boehner sulla carta prevede mille miliardi di tagli alla spesa pubblica in 10 anni - come prima tranche di un processo in due fasi - ma l'esame dell'Ufficio bilancio del Congresso ha appurato che in realtà la riduzione che produrrà sarà di soli 850 miliardi. Per la pattuglia del Tea Party, che già considerava insufficiente i mille miliardi, si tratta della conferma che Boehner «è protagonista di negoziati infruttuosi con Obama» accusa Phil Gingrey della Georgia mentre Jeff Flake dell'Arizona sospetta che «non si vuole tagliare nulla».

I protagonisti della sollevazione sono politici conservatori di ultima generazione e l'America in gran parte non li conosce ma Trey Gowdy della South Carolina assicura: «Non siamo uomini della caverne, vogliamo solo rispettare il mandato ricevuto dagli elettori di ridurre sul serio deficit e debito». A sostenere i ribelli ci sono centinaia di sezioni del Tea Party che in un memorandum affermano: «Chiunque voterà il piano di Boehner violerà l'impegno a risanare il bilancio».

standard & poor'sstandard & poor's

Per Boehner è uno smacco che brucia, deve ingoiare il rinvio di 24 ore del voto in aula sul suo piano anti-default perché non ha voti a sufficienza. La reazione è brusca: «Mettete i vostri sederi in riga e sostenete il piano per evitare il default» tuona il presidente della Camera, ammettendo che «senza di voi non posso farcela».

La spaccatura fra i repubblicani gioca a favore dei democratici che al Senato sono invece concordi sul piano di Harry Reid, capo della maggioranza, per 2.700 miliardi di tagli in 10 anni senza aumenti di tasse che l'Ufficio bilancio del Congresso ha certificato a 2.200.

Moody'sMoody's

Ma l'ipotesi di un compromesso bipartisan resta lontana ed a cinque giorni dalla scadenza del 2 agosto - quando sarà raggiunto il tetto di indebitamento di 14.300 miliardi - il primo default della Storia americana si paventa come una minaccia sempre più incombente. Da qui la decisione dell'amministrazione Obama di guadagnare più tempo, facendo sapere a banche e istituzioni finanziarie che il ministero del Tesoro «ha in cassa più soldi del previsto» grazie a entrate fiscali finora sottovalutate e dunque il default sarebbe rinviato di alcuni giorni, forse una settimana, dando più tempo al Congresso per raggiungere un accordo.

fitch ratingsfitch ratings

Ma la somma fra peso del debito, incertezze sui tagli e debolezze politiche spinge un crescente numero di analisti finanziari a prevedere che pur evitando il default gli Stati Uniti finiranno per subire una riduzione del rating, perdendo l'ambita tripla A assegnata da Standard & Poor's, Moody's e Fitch. «L'opinione prevalente è che all'ultimora il Congresso aumenterà il tetto del debito spiega Guy LeBas, direttore di Janney Capital Markets - ma il taglio del rating diventa sempre più probabile».

Il motivo è «la carenza di fiducia nell'economia americana» aggiunge Sean Incremone, economista di 4Cast, perché «il Pil cresce poco, la produzione industriale rallenta, la disoccupazione aumenta ed ora si aggiunge l'incertezza sul debito». Goldman Sachs va oltre, attribuendo alla rissa politica sul debito una «diminuzione della fiducia dei consumatori sproporzionata rispetto al rallentamento dell'economia». A pesare sulla contrazione dei consumi sarebbe dunque la sfiducia degli americani nella propria leadership politica.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…