UN PASTICCIO VENUTO PROPRIO “BENE” – MA NESSUNO AVEVA GUARDATO PRIMA IL CURRICULUM DELL’AVVOCATO TERESA BENE? – IL CSM L’HA DOVUTA RISPEDIRE A CASA, MA LEI ADESSO FARÀ UNA MOSSA DA ARCI-ITALIANA: IL FATIDICO RICORSO AL TAR


1. “BEN FATTO”

Filippo Facci per “Libero Quotidiano

 

Teresa Bene

I democristiani cambiavano le regole alla chetichella e dopo procedevano, ma neanche il fascismo procedeva senza aver prima cambiato le regole: persino gli atti d'imperio esigono una parvenza di professionalità. Da qui la domanda: come ha fatto, Renzi, a pensare d'imporre Teresa Bene al Csm?

 

Per andare al Csm occorre essere professore ordinario,ma lei è associato; occorre aver fatto l'avvocato per 15 anni, ma lei non l'ha fatto: che altro serviva per giudicarla ineleggibile? E perché lei non ha detto niente? Pensava di sfangarla?

Era amica e consulente del Guardasigilli Orlando: neanche lui s'è accorto di niente? In Parlamento l'hanno votata in 486: nessuno ha sbirciato il curriculum?

 

Andrea Orlando

Di sicuro l'ha sbirciato qualche giornalista: ma è servito per farle un'intervista e per scrivere che la dottoressa ama la musica, il jogging, il mare e la lettura, inoltre ha collaborato - fondamentale - col magistrato Raffaele Piccirillo. Sapete chi si era accorta che era ineleggibile? Rosi Bindi: siamo a questo. Siamo alla disinvoltura di mandare una tizia in un organo di garanzia (cioè un organo che deve controllare le regole) violando le regole.

 

Mancava solo la reazione di lei, che ieri ha letto un comunicato per dire che la sua esclusione è "errata sia nel merito che nel piano procedurale": ma ha dimenticato di spiegare perché, indugiando in formule di puro burocratese impastate di fonetica napoletana. A ripensarci, per il Csm era perfetta.

 

 

2. “LA CANDIDATA DI ORLANDO NON CEDE: C’È IL TAR, DEVO DIFENDERE IL MIO ONORE”

Dino Martirano per ”il Corriere della Sera

 

«Attenti, fate le verifiche perché, a Palazzo dei Marescialli, ve la rimandano a casa la professoressa di Napoli portata dal ministro della Giustizia...». L’allarme sui requisiti di eleggibilità al Csm per la professoressa Teresa Bene, lanciato per tempo da pochi, avvertiti, parlamentari del Pd, è stato ignorato da tutti: dal Guardasigilli, dai suoi uffici di stretta collaborazione, dai capigruppo dem di Senato e Camera.

 

giorgio napolitano

Tutti hanno lasciato correre nella speranza che la commissione verifica titoli del consiglio non si mettesse, poi, a spaccare il capello. Invece, è andata diversamente. Con una specie di psicodramma imbarazzante che si è consumato davanti agli occhi del Presidente. 
 

Giovane professoressa di Giurisprudenza alla II Università di Napoli, avvocato, già collaboratrice (a titolo gratuito) del ministro Andrea Orlando quando era all’Ambiente, ben inserita nel giro dei magistrati partenopei che contano nel governo, Teresa Bene è riuscita stabilire un record: la sua permanenza in plenum è durata 10 minuti. 
 

Consiglio Superiore della Magistratura

Quando il consiglio ha decretato all’unanimità di non convalidare la sua elezione, dopo averla ascoltata in una sorta di arringa difensiva, lei ha detto: «Mi assento», accennando un leggero inchino rivolto al presidente della Repubblica. Poi ha abbandonato in fretta l’aula «Bachelet», nel gelo dei presenti. E a chi l’ha inseguita fuori dal Palazzo ha detto poche, taglienti parole: «Ho dato la mia disponibilità per il Csm nella consapevolezza di possedere i requisiti di eleggibilità. Sono andata al giuramento al Quirinale con questa certezza... Ora devo riflettere sulle prossime mosse, per questo non vorrei aggiungere altro sul merito». 
 

Davanti a Giorgio Napolitano, la professoressa Bene ha detto: «Accetto con serenità questa decisione ma anche con molto stupore perché la ritengo un errore in quanto sono stati violati i miei diritti».

 

Questo vuol dire che la partita è chiusa? Che non ci sarà un’azione legale contro il Csm? «Che il ricorso vada fatto al Tar — risponde la professoressa — non lo dico io ma lo stabilisce la legge». E quindi, a questo punto, è prevedibile un contenzioso capace anche di interferire con la convocazione del Parlamento in seduta comune per l’elezione di chi dovrà sostituire Teresa Bene.

 

sede csm consiglio superiore della magistratura

L’interessata la mette così: «Una cosa è certa, ora parlerò con gli atti e gli atti mi daranno ragione». La professoressa è pronta a dare battaglia con il rischio però di far straripare l’imbarazzo di chi, in via Arenula, l’ha sponsorizzata accettando pure qualche rischio: «Io — dice l’interessata al Corriere — a questo punto devo tutelare la mia onorabilità. Devo difendermi personalmente e professionalmente da quello che ritengo un errore. Ho accettato la decisione in questa sede (il Csm, ndr ) anche perché c’era il capo dello Stato. Ma in altre sedi dovrò difendermi...». 
 

Se Teresa Bene deve ringraziare chi l’ha portata fino alla soglia del Csm, certamente non avrà gradito di essere inciampata nei requisiti di eleggibilità proprio per mano di una donna. L’inflessibile e stimatissima Maria Rosaria San Giorgio (sezioni unite della Cassazione, neo eletta in Consiglio per Unicost) che ha letto la relazione della commissione verifica titoli senza un accenno di esitazione: «Si propone di non convalidare l’elezione a componente del Csm dell’avvocato Teresa Bene», ha detto la «togata» con tono neutro. Ma definitivo.