PDL, ALZATI E CAMMINA! – “LIBERO” METTE IL DITO NELLA PIAGA: IL PARTITO DEL BANANA È NELL’ANGOLO DA TROPPO TEMPO, NON PUÒ SOPPORTARE IN SILENZIO MONTI E LE SUE TASSE - PERCHÉ METTERE TREMONTI SULLA GRATICOLA PER MESI E POI DARE IL VIA LIBERA A COSE PEGGIORI? - CHE MAI SI POTRÀ DIRE IN CAMPAGNA ELETTORALE, CHE SONO COMUNISTI QUELLI CON CUI SEI STATO INSIEME UN ANNO E PIÙ? DI VOTARE TE PERCHÉ GLI ALTRI METTONO SOLO NUOVE TASSE?”…


Franco Bechis per "Libero"

Berlusconi e Alfano

Al governo di Mario Monti non c'era alternativa, e va beh. Silvio Berlusconi aveva perso la sua maggioranza alla Camera, e quindi le dimissioni erano inevitabili. D'accordo. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha chiesto a tutti i partiti uno sforzo di responsabilità mentre i titoli di Stato italiani erano sotto attacco internazionale. Innegabile. Berlusconi ha ammesso di avere fatto tutto per senso di responsabilità (e forse anche per non distruggere il valore che come imprenditore ha creato in decenni), e il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha calcato le stesse orme nei giorni concitati di novembre.

Il Pdl si è pure digerito senza spellarsi le mani con gli applausi, ma anche senza una parola di vero distinguo, una manovra economica che era indigeribile. Poi, silenzio. Buon Natale, buone feste, buon anno. E nessun orizzonte. Un po' poco, sinceramente. Con un dubbio serio: facendo da punch ball, e magari accompagnando le botte incassate con qualche smorfia, qui si va diritti alla primavera del 2013 con il governo Monti e in questo clima politico spettrale.

ALFANO E BERLUSCON

Un anno così è in grado se non proprio di distruggere, di frantumare qualsiasi partito. E il Pdl guidato da Alfano sembra avviato a quel destino. Compiendo un errore grave, che rischia di mandare in fumo ogni cosa buona costruita in questi anni. È vero che l'Italia era in emergenza finanziaria. Lo è ancora, come tutti possono vedere ogni giorno. Ma l'emergenza non è una scusa: è in quel momento che si sperimentano le ricette politiche e soprattutto quelle economiche.

bechis

Altrimenti, meglio non avere ricette. Non c'è dubbio che ben poco dei contenuti del decreto salva-Italia corrispondessero alle ricette politiche ed economiche del Pdl. Il principale partito di centrodestra non è nato per morire democristiano, frullando il proprio programma politico e adattandolo come una maschera di gomma alle esigenze o convenienze del momento. Credo che i milioni di italiani che dal 1994 in poi hanno dato il loro voto prima a Forza Italia e poi al Pdl in gran parte volessero l'opposto: non morire democristiani, e, anzi, cambiare il loro Paese.

SILVIO BERLUSCONI MARIO MONTI

Una delle principali ricette di politica economica del Pdl si basava proprio sull'alleggerimento della pressione fiscale, e addirittura sulla trasformazione radicale del sistema del prelievo. Due terzi della manovra Monti si basano invece sul più tradizionale aumento delle tasse a vario titolo. Emergenza o meno, il Pdl non avrebbe dovuto ingoiarsele. Mentre gran parte della riforma delle pensioni di Elsa Fornero corrispondeva al suo dna e al suo credo politico. Bisognava dire questo sì, questo no.

BERLUSCONI-TREMONTI

Provare a fare cambiare radicalmente quel testo, e se non fosse stato possibile, astenersi almeno alla Camera dove il gesto non avrebbe fatto cadere il governo. Ormai la prima frittata è fatta. Bisognerebbe evitarne altre. E d'ora in avanti dire sì a quel che corrisponde al proprio dna politico-economico, e dire no anche votando no a misure che un premier di centrodestra non avrebbe mai varato.

MARIO MONTI ELSA FORNERO

Che senso ha avere messo per mesi sulla graticola Giulio Tremonti per poi dare il via libera a cose ben peggiori di quelle che proponeva l'ex ministro dell'Economia? Se Alfano dovesse ripetere l'errore di dicembre, rischia davvero di compromettere seriamente il futuro del Pdl. A capo chinato e silenti, per giunta a braccetto con il Pd, che mai si potrà dire in una prossima campagna elettorale?

ELSA FORNERO

Che sono comunisti quelli con cui sei stato insieme un anno e più? Di votare te perché gli altri risolvono i problemi solo mettendo nuove tasse? Non resta molto tempo per mostrare di sapere uscire dall'angolo in cui un po' si è stati cacciati, un po' si è permesso di essere cacciati. Il Pdl ha numeri importanti alla Camera e al Senato. Bisogna farli pesare. Indicare la strada per la cosiddetta fase due. Stringere Monti alle corde, e imporre ad esempio la riforma del mercato del lavoro senza troppi tentennamenti. Chiedere che venga affrontato il tema principale, quello del debito, attraverso cessione del patrimonio mobiliare e immobiliare ad ogni livello. Dire no quando si propongano altre vie. Da ora.