IL PIACIONE FA LA VOCE GROSSA - SANDRO GOZI VUOL FAR CREDERE CHE ITALIA HA MESSO IL VETO SU BILANCIO UE, COME MINACCIATO DAL BULLETTO DI RIGNANO - IN REALTA’, HA AVANZATO SOLO UNA “RISERVA” SU UNA PROPOSTA SLOVACCA DI REVISIONE DEL BILANCIO EUROPEO DI META’ MANDATO - TANT’E’ CHE QUEL CUOR DI LEONE DI GENTILONI PUO’ FACILMENTE DIRE: NESSUNA INCRINATURA CON BRUXELLES... TE CREDO!

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Da Il Messaggero

 

sandro gozi sandro gozi

L'Italia ha «confermato la riserva», ovvero ha sostanzialmente posto il veto alla proposta di compromesso fatta dalla presidenza slovacca per la revisione di mid-term del bilancio pluriennale della Ue. Il governo non la considera accettabile perché mancano garanzie per l'aumento di risorse «a favore delle nostre priorità»: immigrazione, sicurezza, disoccupazione giovanile o programmi per la ricerca, ha annunciato il sottosegretario Gozi a margine del Consiglio Affari Generali a Bruxelles.

 

Nel pranzo dei ministri a porte chiuse («per noi non indigesto, per altri forse sì» sintetizza Gozi con una battuta) l'Italia ha «tenuto tenuto con coerenza la sua linea», spiega il sottosegretario agli affari europei. «Quindi - continua Gozi - abbiamo confermato la nostra riserva sull' adozione del riesame del bilancio multiannuale, che senza l'accordo dell'Italia non può essere adottato perché richiede l'unanimità».

 

JUSTIUS LIPSIUS JUSTIUS LIPSIUS

«Lo abbiamo fatto - spiega Gozi - perché riteniamo che sia una proposta su cui dobbiamo avere ancora molte garanzie sul reale aumento a favore delle nostre priorità: immigrazione, sicurezza, risorse europee per i giovani (siano per la lotta contro la disoccupazione o l'Erasmus), i programmi di successo come Horizon2020 su cui non possiamo assolutamente accettare dei tagli, e la flessibilità del bilancio europeo per una maggiore capacità di reagire alle crisi. Su tutto questo non ritenevamo che fossimo arrivati ad un compromesso accettabile e quindi abbiamo confermato che l'Italia si oppone al riesame del bilancio multiannuale».

 

Alla domanda se si tratti un veto, Gozi risponde: «Il veto si pone in una votazione formale. Oggi non c'era una votazione formale, quindi la dizione non è 'vetò ma 'riservà e noi abbiamo posto formalmente la nostra riserva che la presidenza slovacca annuncerà».

il palazzo della commissione europea a bruxelles il palazzo della commissione europea a bruxelles

 

«Noi non siamo né nazionalisti né populisti. Noi però siamo molto stanchi delle ambiguità e delle contraddizioni europee. Siamo molto stanchi di un'Europa che dice alcune cose e poi non le fa. Siamo molto stanchi di un'Europa che è piccola con le cose grandi e grande con le cose piccole. E noi siamo convinti che, se l'Europa non cambia, siamo di fronte all'inizio della disintegrazione europea». Lo dice il sottosegretario agli affari europei, Sandro Gozi, parlando a margine del Consiglio Affari Generali a Bruxelles.

 

Gozi rispondeva ai giornalisti che chiedevano se, dopo il 'caso delle bandiere europee' rilanciato da un Twitter del consigliere di Marine Le Pen, anche le forze non euroscettiche non rischino di alimentare il clima nazionalista e populista che ha portato alla Brexit e all'elezione di Trump. «Ogni volta che succede qualcosa - ha continuato il sottosegretario - i nostri partner dicono 'ci siamo svegliatì e poi non si svegliano. Era suonata la sveglia con Brexit e con Bratislava ma ci siamo addormentati. Ora dicono che è suonata la sveglia con Trump. Sarà bene che questa sveglia la usiamo per cambiare l'Europa. Solo cambiando possiamo avere un'Europa che risponde alle vere aspettative dei cittadini».

Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni

 

«Non ho visto nulla di incrinato». Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dopo un incontro con il primo vicepresidente Frans Timmermans, risponde se ci sono 'incrinature' nel rapporto tra Italia e Ue dopo le ultime polemiche e se la Commissione domani ammorbidirà il giudizio sulla manovra in vista della scadenza elettorale. «Non ci aspettiamo particolari rigidità o flessibilità, ma semplicemente il riconoscimento delle nostre buone ragioni», aggiunge.

 

Gentiloni ha incontrato Timmermans nella sede della Commissione europea al termine di una mattinata in cui ha avuto incontri prima col presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, poi con gli europarlamentari del Pd a Bruxelles. Parlando della manovra, sulla quale domani - come per tutti gli altri paesi dell'Eurozona - la Commissione pubblicherà la sua 'opinione', Gentiloni ha affermato: «Sono convinto della assoluta solidità delle nostre ragioni. Del resto credo che sia il buonsenso a far considerare alcune questioni come i flussi migratori o gli eventi sismici, come questioni tipicamente collegate con le circostanze eccezionali previste dagli accordi che regolano i bilanci europei. Quindi non ci aspettiamo particolari rigidità o flessibilità, ma semplicemente il riconoscimento delle nostre buone ragioni».

RENZI PADOAN ORECCHIE RENZI PADOAN ORECCHIE

 

A chi ha chiesto del 'principio del rispetto diplomatico' delle elezioni che di prassi viene seguito dalla Commissione, come è successo l'estate scorsa ad esempio per la Spagna, Gentiloni ha replicato: «Questo non lo decidiamo noi. Se si applica a tutte le scadenze elettorali in Europa, è molto frequente... È difficile non essere flessibili, perché adesso abbiamo 4-5 elezioni nei prossimi mesi... A parte gli scherzi, confido nelle nostre buone ragioni più che nella diplomazia».

Juncker1 Juncker1

 

 

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