PISAPIPPA GIU’ DALLA SCALA! - PERFINO FORMINCHIONI CRITICA IL SINDACO PER LO STIPENDIO D’ORO AL SOVRINTENDENTE LISSNER, L’UOMO DA UN MILIONE DI EURO L’ANNO - TRA PREMI E BENEFIT L’INGAGGIO DI LISSNER E’ ASSOLUTAMENTE FUORI MERCATO RISPETTO AI SUOI COLLEGHI DEI TEATRI EUROPEI - E ROBERTONE SI TOGLIE LO SFIZIO DI MINACCIARE IL TAGLIO DEI FONDI REGIONALI SE “IL CDA DELLA SCALA NON RIDURRA’ LO STIPENDIO AL SOVRINTENDENTE…”


Giannino della Frattina per "il Giornale"

FORMIGONI E PISAPIA

Milano. L'ultimatum del governatore Roberto Formigoni è arrivato ieri pomeriggio via Twitter con un cinguettio ben poco pacifico. Perch´ oggi si riunisce il Cda della Scala e sul tavolo c'è il costo giudicato ormai da tutti spropositato del sovrintendente St´phane Lissner, uomo da oltre un milione di euro all'anno a fronte di un bilancio che in via Filodrammatici continua a essere più rosso del velluto di sipario e poltroncine. Meno 4,5 milioni. «Se cda Scala - affida alla rete Formigoni - non allinea stipendio Lissner a media teatri europei, proporrò a Giunta di ridurre il contributo al Teatro».

LISSNER

Un'altra bella grana per il presidente della Fondazione Scala, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Il numero giusto di caratteri per riattizzare una polemica nata paradossalmente dalla decisione di Lissner di ridurre il suo stipendio insieme a quello di undici top manager. Peccato che grazie al contratto appena firmato, Lissner sarebbe stato l'unico a guadagnare di più visto che a fronte di un'autoriduzione del 10 per cento relativa alla sola parte fissa (449mila euro), Lissner aveva preteso, nel rinnovo strappato fino al 2017 (con il solo voto contrario di Fiorenzo Tagliabue, il rappresentante della Regione), un «premio di fine lavoro» da 300mila euro (costo per la Scala 400mila).

Troppo per non scatenare la caccia alla busta paga abbondantemente più pesante rispetto ai colleghi di tutto il mondo. Perch´ ai 449mila euro della retribuzione fissa, va sommata una parte variabile parametrata su obiettivi definiti non certo irraggiungibili di 155mila euro, il lussuoso appartamento di piazza del Carmine da 85mila euro l'anno, il Tfr, quota Inps e altri oneri a carico dell'azienda fino a 200mila euro. Arrivando così a 880mila, a cui vanno aggiunti i 70mila euro della berlina con autista, carta di credito e spese di rappresentanza impossibili da quantificare.

CHIARA BERIA DARGENTINE FRANCESCA COLOMBO

Più quel «premio di fine lavoro» di 300mila euro da incassare prima di (eventualmente) andarsene nel 2017. E così Lissner rinuncia ai 45mila euro del 10 per cento tagliato, ma ne costa 80mila all'anno di premio. Totale un milione e 50mila all'anno. Tanto per farsi un'idea, Carlo Fontana, storico sovrintendente ai tempi dei tronfi del maestro Riccardo Muti, prendeva 180mila euro, senza casa come benefit e utilizzando l'auto del teatro.

Troppo per Formigoni. «Proprio nei giorni - spiega - in cui parliamo di rivedere la spesa dello Stato tagliando ai cittadini trasporti e servizi sanitari, trovo inaccettabile che un ente pubblico lo paghi molto di più rispetto a tutti i colleghi europei. Chiaro che poi avanzi l'antipolitica». La proposta è di fare una media dei teatri d'Europa e applicarla alla Scala.

teatro scala

Perch´ Walter Vergnano, sovrintendente del Regio di Torino, di euro ne guadagna 180mila, Cristiano Chiarot alla Fenice 165mila, Rosanna Purchia al San Carlo 150mila, Francesca Colombo al maggio Fiorentino 170mila. Tutti senza benefit. In Europa? Il direttore dell'Op´ra di Parigi Nicolas Joel 360mila, Tony Hall chief executive della Royal Opera House di Londra 205mila sterline, il direttore della Staatsoper di Vienna Dominique Meyer 260mila euro e il direttore artistico del Teatro Real di Madrid Gerard Mortier 250mila. Tutti lordi.

«E la Regione - aggiunge Formigoni - in quanto socio fondatore, contribuisce ogni anno al bilancio della Scala con i soldi dei cittadini». E proprio nel 2012 ha già minacciato di tagliare da 2milioni e 850mila euro i fondi assegnati alla Scala insieme a Piccolo teatro e Pomeriggi musicali, portandolo a 2 milioni e 200mila.

«Cercherò di far sì che ci sia più equità anche da parte della Scala nei confronti del sovrintendente e degli altri lavoratori - l'assicurazione di Pisapia -. Bisogna riequilibrare soprattutto in un momento di crisi, tra chi guadagna tanto e chi poco». Anche perch´ alla Scala i costi del personale sono sensibilmente più alti e un operaio ha stipendi da 60-65mila euro. Che salgono a 70-80mila per i capi reparto.