POLVERE DI 5 STELLE – DOPO LA SPACCATURA SUL VOTO A SALVINI, NEL M5S SCATTA LA LINEA DURA: ORA CHI VOTERÀ CONTRO IL PARERE DEGLI ISCRITTI IN SENATO SARÀ FUORI DAL MOVIMENTO -  PAOLA TAVERNA URLA “TALEBANI” AI DISSIDENTI, LA RAGGI NEL MIRINO DI LUIGINO DI MAIO CHE LA PUNGE: “SI FA STRUMENTALIZZARE” – ERRORI, HACKER E PIATTAFORMA ROUSSEAU IN TILT: IL FLOP DELLA "DEMOCRAZIA PARTECIPATA"

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Simone Canettieri per “il Messaggero”

 

salvini di maio salvini di maio

I parlamentari, non tutti, si sciolgono in un applauso appena Luigi Di Maio entra nella saletta del gruppo scortato dai suoi ministri e dice che «con questo risultato i nostri iscritti hanno valutato che c' era un interesse pubblico nella vicenda Diciotti». E in un momento, il giovane capo politico capisce di essere uscito indenne dal voto di Rousseau in versione forche caudine 2.0. O meglio: il Movimento è spaccato, quasi come una mela, ma l' alleanza di governo regge e dunque si va avanti.

 

paola taverna paola taverna

È il culmine di una giornata ricca di tensioni, con il vicepremier costretto ad annullare una cerimonia alla Federico II di Napoli per ritornare di corsa nella Capitale. Deve gestire da Roma gli umori dei suoi. Da sondaggi interni e passaparola il risultato è in bilico. «E rischia di cadere giù tutto», si sfoga. Anche perché proprio Di Maio si è esposto in prima persona con Salvini e tutto è appeso. Spesso il ministro dell' Interno in questi mesi si è sfogato così: «Ma Luigi i suoi li regge?». A dubbi del capo M5S si aggiungono quelli del premier Conte sul voto on line, prima fatti filtrare e poi smentiti da Palazzo Chigi. Fatti che testimoniano una grande fibrillazione.

giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza giuseppe conte luigi di maio e la card per il reddito di cittadinanza

 

L' ATTACCO Paola Taverna, sempre più falco in chiave governista, è la prima a prendersela contro chi, anche tra i parlamentari, si è speso per votare a favore dell' autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini: «Talebaniiiii! Siete dei talebaniiii!», urla. E poi la vicepresidente del Senato lancia un messaggio chiaro in vista non tanto del voto di oggi in giunta, ma in prospettiva verso il secondo passaggio atteso a Palazzo Madama a fine marzo. Il suo ragionamento è: chi voterà contro il parere degli iscritti sarà fuori dal Movimento.

 

di maio con paola taverna di maio con paola taverna

Detta così sembra una rasoiata indirizzata a Paola Nugnes ed Elena Fattori (assenti ieri sera) ma dietro al 41% di sì all' autorizzazione a procedere ci sono una serie di senatori che ne fanno una questione di principi. In giornata, Nicola Morra presidente della commissione Antimafia, su twitter aveva mandato uno dei messaggi: «Mi aiuta il figlio del Caos: Pensaci Giacomino, pensaci!». Una citazione di Luigi Pirandello che raccoglie tanti consensi. Emanuele Dessì, senatore alla prima legislatura, in giornata dice a un collega: «Faremo quello che ci dirà la base».

 

In Transatlantico sono tanti a scuotere la testa e a confessare che non si può salvare Salvini.

matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

 

Anche Grillo è costretto a una rettifica dopo l' ironia di domenica. Poi ci sono i sindaci delle principali città grilline (Roma, Torino, Livorno) in campo contro il ministro dell' Interno e anche diversi ministri che si dicono scettici. Di fatto da ieri intorno a una situazione così deflagrante è successo un piccolo big bang: si è creata una maggioranza (Di Maio), ma anche una vasta minoranza.

 

Che va da Fico, l' ala sinistra, e arriva fino a Lombardi, l' ala destra mettendoci in mezzo per esempio anche Virginia Raggi. Un' uscita, quello della prima cittadina, vissuto come uno sgarbo dal vicepremier. Tanto che il capo politico le manda a dire che «cadono le braccia, quando i nostri sindaci si fanno strumentalizzare così». Ma il Movimento è un magma. E i dissidenti, dietro alla richiesta di anonimato, ci vanno giù pesanti: «Questo voto - ragiona una deputata grillina alla prima legislatura - questo è un messaggio ai vertici, e dunque a Luigi».

 

L'ARTICOLO DEL FATTO CON I COMMENTI DI RAGGI, NOGARIN E APPENDINO SUL VOTO PER LA DICIOTTI L'ARTICOLO DEL FATTO CON I COMMENTI DI RAGGI, NOGARIN E APPENDINO SUL VOTO PER LA DICIOTTI

L' ASSEMBLEA Perché su un binario parallelo a quello di Salvini corre anche la crisi di consensi che si è affacciata alle ultime regionali in Abruzzo. E che Di Maio mette in conto, pubblicamente, anche in vista di domenica in Sardegna.

 

Non a caso dice: «Francesco Desogus farà un risultato nelle sue possibilità». Un modo per mettere le mani avanti per il secondo ko nel giro di due settimane.

 

Salvini Di Maio Salvini Di Maio

Dunque al capo non rimane che rilanciare sulla nuova struttura del Movimento, che si farà sempre più partito: «Non abbiamo un' organizzazione verticale sui temi: non basta presentare una lista, abbiamo bisogno di un tessuto di amministratori sui territori». Anche il nuovo organigramma, assicura Di Maio, passerà dal voto di Rousseau, «che fa parte del nostro dna».

 

Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, annuncia anche una «scuola politica con l' obbligo di mandato da consigliere comunale». Prende largo dunque l' idea di un partito pesante, e non più fatto di rete e banchetti la domenica. Una militanza diversa con una lunga preparazione. Un partito appunto, che da ieri sembra avere una maggioranza e una minoranza.

virginia raggi (3) virginia raggi (3)

 

 

ERRORI, HACKER E PIATTAFORMA IN TILT: IL FLOP DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA

Francesco Lo Dico per “il Messaggero”

 

Doveva essere un voto sul processo a Salvini. Ma alla sbarra è finita la democrazia diretta dalla piattaforma di Casaleggio.

 

Tilt, disservizi, ritardi, dubbi sull' effettiva registrazione del voto talvolta accompagnato da un' angosciosa schermata bianca. La furia dei militanti esplosa ieri nel corso delle votazioni indica che l' era del click plebiscitario è ancora lontana.

 

Pronti via, e le polemiche montano dopo il primo colpo di scena. Non solo il quesito resta contorto: per votare sì al processo per Salvini occorre dire no, e viceversa. Ma alla domanda sull' autorizzazione a procedere, viene aggiunto anche un inciso che ieri sul blog delle Stelle non c' era. Ora si chiede anche se il ritardo dello sbarco dei migranti «è avvenuto per la tutela di un interesse dello Stato», oppure no.

rousseau voto sul processo a salvini 4 rousseau voto sul processo a salvini 4

 

Chi valuta se la formulazione di un quesito è di parte? Chi ne assicura la neutralità, se l' estensore è per giunta anonimo? La diagnosi della base stellata dice che Rousseau resta ancora un ammalato in prognosi riservata.

 

«Il sito non funziona. Ho provato ad entrare almeno 10 volte e era lentissimo o addirittura dava timeout», si lamenta Matteo.

 

luigi di maio con la postepay in mano luigi di maio con la postepay in mano

È il chiaro segnale che la piattaforma, costretta a posticipare due volte la chiusura delle urne (prima fino alle 20, poi fino alle 21 e 30), non è ancora sorretta da un numero di server adeguati.

 

Che alla democrazia diretta hanno affidato le sorti di Salvini, ma anche un ministero e una imminente riforma costituzionale.

Ma troppi accessi simultanei mandano la piattaforma al collasso. «Se tutto questo accade con 100mila iscritti si domanda Giuseppe Leone - come si pensa di poterne gestire un milione o due?».

 

rousseau rousseau

IL SISTEMA NON GIRA Una buona domanda. Occorrono nette migliorie. La banda larga a macchia di leopardo non fa girare il sistema come dovrebbe. Accade così anche alla senatrice grillina Elena Fattori. «L' associazione Rousseau usufruisce di 90.000 euro di soldi pubblici, versati dai parlamentari. E io sbotta - non riesco neanche a connettermi». E c' è poi un altro busillis non da poco. Gianni segnala alle 14.43 «di non aver ricevuto neanche la mail per il voto». Non tutti, non si sa quanti, hanno cioè la sicurezza che il loro voto sia stato registrato.

alessandro di battista e luigi di maio alessandro di battista e luigi di maio

 

PIATTAFORMA ROUSSEAU PIATTAFORMA ROUSSEAU

Chi certifica i risultati della tornata elettorale, e quante schede bianche involontarie mancano dal conteggio? È la stessa domanda che ha posto a Casaleggio il Garante della Privacy dopo aver avviato i controlli sulla piattaforma. L' Authority aveva prescritto a Rousseau di affidare la certificazione del voto a un ente terzo ma la macchina referendaria grillina continua a servirsi di due notai. Scelti dal patron della piattaforma.

 

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