PRESIDENZIALI FATTE A MAGLIE - CHI HA VINTO IL DIBATTITO? SU MOLTI SITI (CHE MISURANO I CLIC, NON SONDAGGI) VINCE TRUMP, MA I GIORNALI ITALIANI RIPRENDONO SOLO LA CNN PRO-HILLARY - LUI HA PRESO MOLTI COLPI, MA ALLA FINE È UN PAREGGIO. NON HA INFIERITO SU CORNA, SALUTE O EMAIL. COSA HA IN MENTE? - IL MODERATORE REPUBBLICANO SI È RIVELATO ANTI-TRUMP

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Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Chi ha vinto il dibattito di ieri sera? Per la Cnn non ci sono dubbi: ha vinto Hillary Clinton con il 62 per cento contro il 27 di Donald Trump. Ma forse al risultato ha contribuito il tifo da stadio messo in piedi da conduttore e opinionisti nell'ora abbondante che è seguita al dibattito e ha preceduto i risultati del sondaggio. Chi ha vinto per Drudge report? Nessun dubbio che abbia stravinto Donald Trump con l'80 per cento contro il 20 della Clinton. Ma se c'è uno zoccolo duro di fan del candidato repubblicano è quello che consulta come una Bibbia il sito di maggior successo del mondo.

CLINTON TRUMP CLINTON TRUMP

 

Per il milione e mezzo abbondante di consultati da Time, Donald Trump ha vinto al 54 per cento, Hillary Clinton si accontenta del 46. La CNBC piazza Hillary al 33 e Donald Trump a 67. Per la CBS ha vinto Trump, per Fox Trump, per la WCPP di Cincinnati ha vinto Trump, per San Diego Union Tribune ha vinto Trump, per ABC Trump, per Slate ha vinto Trump, per il Las Vegas Sun ha stravinto Trump, per Variety ancora Trump, per il Wall Street Journal ha vinto la Clinton.

 

Mi fermo, l’elenco continuerebbe in questo modo e con queste proporzioni. Così si può considerare chiusa la teoria dei sondaggi, a condizione di sottolineare che col cavolo che trovate sui giornali e tv italiane altro che il sondaggio della Cnn. Tanto per chiarire che Disinformazia è stata per tutta la campagna elettorale, e tale resterà fino alla fine.

 

Io credo che il primo dei tre dibattiti fra i due candidati presidente alla Hofstra University di New York sia finito in sostanziale parità. Hanno contribuito alla parità alcuni elementi importanti, ma per molti altri elementi le conseguenze e i risultati si vedranno nei prossimi giorni Stato per Stato, perché hai voglia a fare belle chiacchiere, magari quel numero di disoccupati a proposito di una certa fabbrica in un certo Stato ha fatto effetto su un determinato gruppo di spettatori elettori, e noi con tutta la nostra prosopopea non ce ne siamo neanche accorti.

 

trump e clinton trump e clinton

L'elemento chiave del dibattito di ieri è però la faziosità tetragona e noiosa dell'anchor Lester Holt, banale dirlo, ma pur di mettere a segno lo scopo neanche tanto recondito di favorire Hillary Clinton, ha letteralmente ammazzato il dibattito, imponendo argomenti e domande periferici e trascurando argomenti e domande fondamentali.

 

Bollato già prima del dibattito come un fanatico democratico da Donald Trump, dichiarazione che non ha contribuito a empatia ma che si è rivelata corretta, ha mandato in giro le sue credenziali di repubblicano iscritto, e sarà certamente vero, ma è altrettanto vero che è il tipo di repubblicano alla Bill Kristol che detesta il candidato uscito dalle primarie del 2016.

 

Holt ha interrotto Trump 41 volte ma solo sette volte è intervenuto su cose che stava dicendo Hillary Clinton; ha reiterato la stessa domanda per 6 volte a Trump; non ha ritenuto di chiedere niente a Hillary Clinton sulle email, sulla strage di Bengasi, sul denaro e gli affari della Clinton Foundation, e, colmo dell’antigiornalismo, nemmeno sulla sua affermazione recente che tutti gli elettori di Trump siano deplorables, dei miserabili, né sul dubbio record della sua salute.

 

clinton trump secondo nate silver 23 settembre clinton trump secondo nate silver 23 settembre

Si è invece accanito letteralmente sul candidato repubblicano a proposito di: Stop and Frisk, il metodo di perquisizioni di individui sospetti scelto da Rudy Giuliani quando era sindaco, e al centro di polemiche, sulla storia della nascita su suolo americano di Barack Obama, sulle tasse che Trump non rende note, su commenti sessisti a proposito di donne, a tratti sembrando fare addirittura la grancassa di argomenti suggeriti a Hillary Clinton.

 

Naturalmente va più che bene decidere che ci sono argomenti su quali si misuri la credibilità di un candidato, ma c'è qualcuno che pensa che un commento su una donna sia più grave o più importante di aver rubato 33.000 mail riservate del Dipartimento di Stato facendole dirottare su un server privato, poi distruggendole, infine mentendo ripetutamente su quel che a queste benedette mail era accaduto?

 

Holt la pensa così evidentemente se la mania per il fact check, la verifica dei fatti e della verità dei fatti, l'ha utilizzata solo per Donald Trump, arrivando al grottesco con la storia dell'opposizione o no alla guerra in Iraq. Anche qui, Donald Trump è possibile che abbia ciurlato nel manico e che nel 2003, quando era un privato cittadino non ancora in politica, la guerra in Iraq gli sia piaciuta, poi abbia cambiato idea, magari strumentalmente. Ma è questo più importante delle condizioni sospette in cui è stato ucciso un ambasciatore americano?

 

LESTER HOLT LESTER HOLT

Lester Holt arrivava al primo dibattito con l'onere di far dimenticare i dibattiti partigiani delle precedenti elezioni, un nome per tutti, Candy Crowley di Cnn, con l'onere di far dimenticare lo schieramento compatto dei media nel 2016 a favore della Clinton e contro Trump. Se ne è altamente infischiato, politically correct uber alles. E così facendo ha snaturato il dibattito, lo ha reso noioso e superfluo, davvero non riesco a capire come facciano colleghi pur preparati e autorevoli a definirlo interessante come pochi in precedenza.

 

Di fatto non si è parlato di nulla, ma anche in questo caso qualche numero lo ha tirato fuori lui e non lei. Certo, sulle tasse ha perso colpi, certo si è fatto incastrare in una polemica infinita e insopportabile sulla guerra in Iraq, ma a proposito dei disordini di questi giorni e della messa sotto accusa della polizia il risultato lo porta a casa lui. Può darsi che Trump faticherà a prendere voti di neri, ma la Clinton sono pronta a scommettere che un voto che sia uno di elettori in divisa e famiglia non lo raccatta. Ridicola anche l’accusa che sia Trump a muovere gli hacker e che sia in accordo con Putin, andiamo.

 

DISCORSO HILLARY ALLA CONVENTION - BILL E CHELSEA DISCORSO HILLARY ALLA CONVENTION - BILL E CHELSEA

Sono scelte, si vedrà nei prossimi dibattiti. Come è stata una scelta non infierire da parte del repubblicano su questioni private, scandali di Bill e gossip vari, ma di restare lieve anche sulle mail e di soprassedere sulle condizioni di salute della Clinton. Perché lo ha fatto? Commento diffuso e banale: non ha saputo cogliere l’occasione, non era preparato. Preparato a che? Mica si tratta di alta strategia, sono argomenti quotidiani e spiccioli della campagna.

 

 Nell’incontro con i giornalisti seguito al dibattito, Trump si è fermato a lungo a parlare nella spin room, Hillary Clinton è uscita scortata di corsa dopo le foto con la famiglia, ha detto: c’era Chelsea in sala, è una brava ragazza, non ho voluto toccare certi argomenti davanti a lei. Una furbata? Un tocco suggerito di presidenzialismo?

 

Infine, la Clinton era in gran forma, smaltata come una vasca da bagno, brillante e fiammante, a questi candidati devono dare delle cose meravigliose, perché un comune mortale a dieci giorni da una polmonite è uno straccetto; lui era come sempre un po’ goffo e con una brutta cravatta azzurra, ma pare che sia una scelta studiata per accorciare le distanze tra il popolo e il miliardario, circostanza che Hillary Clinton ha ricordato in continuazione, in modo petulante, manco fossimo a Mosca nel 1980, non nel cuore del capitalismo, manco lei non fosse miliardaria a sua volta, e grazie alla politica, non all’impresa.

 

L’effetto dibattito matura nel giro di tre quattro giorni e poi si stempera, quel che va osservato è quanti elettori in più siano stati motivati ad andare a votare ieri per l’uno o per l’altro dei contendenti.

 

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