PRIMA IL ROSPO, ORA LURCH – SE LO STALLO POLITICO PROSEGUE, C'E' COTTARELLI A CAPO DI UN ''GOVERNO DI TUTTI E DI NESSUNO": IL COMMISSARIO PER LA SPENDING REVIEW PIACE A M5S E FORZA ITALIA. E COME DINI VIENE DALL'FMI – L’INTERESSATO FA IL TIMIDONE MA CI SPERA DI FARE UN GIRO A PALAZZO CHIGI: LE MIE DOTTRINE VANNO NELLA DIREZIONE OPPOSTA SUL DEFICIT

-


 

Fabio Martini per la Stampa

 

Carlo Cottarelli

Da qualche giorno, nei palazzi del potere politico, se ne comincia a parlare, sia pure sottovoce e a futura memoria. Se lo stallo prosegue - si ragiona al Quirinale ma anche nei quartier generale dei leader - si potrebbe approdare a quello che viene già definito il "governo di tutti e di nessuno", con una maggioranza larga, dai Cinque Stelle alla Lega, passando per Pd e per Forza Italia.

 

Un governo e una maggioranza dai contorni assolutamente inediti e che proprio per questo avrebbe bisogno di una leadership forte e soprattutto riconosciuta da tutti: è questo il motivo per il quale nei colloqui informali si immagina che un personaggio sul quale potrebbe esserci una convergenza è quello dell' economista Carlo Cottarelli, già commissario per la spending review nei governi Letta e Renzi, già alto dirigente del Fondo monetario internazionale.

lamberto dini

 

Certo, si tratta di scenari per ora disegnati sull' acqua, perché prima dovranno consumarsi tentativi e scenari più fisiologici, ma in caso di stallo la possibile convergenza su una figura come Cottarelli già oggi appare percorribile e plausibile per due ragioni: l' autorevolezza del personaggio e la sintonia che sulla sua visione si è manifestata da parte di alcuni dei protagonisti della trattativa in corso per la nascita del futuro governo, in particolare Cinque Stelle, Pd e Forza Italia.

 

Il professor Andrea Roventini, designato come possibile "ministro dell' Economia" di un governo Cinque Stelle, in una intervista al Sole 24 Ore, ha auspicato un no alle privatizzazioni, crescita e investimenti come leva per abbattere il debito, che «va tenuto sotto controllo, facendo tagli mirati alla spesa realizzando il piano Cottarelli e tagliando agevolazioni fiscali improduttive».

 

Cottarelli Renzi

E anche il leader dei Cinque Stelle Luigi Di Maio fa riferimento a Cottarelli: «Noi prenderemo un po' di deficit, abbasseremo le tasse alle imprese, le imprese produrranno di più, ripianiamo il debito. E se non bastano i 30 miliardi di Cottarelli e i 20 delle detrazioni, vuol dire che faremo un po' di deficit».

 

E mentre il rapporto col Pd di Carlo Cottarelli è segnato dall' incarico ricevuto da Letta e poi risolto durante il governo Renzi, ma anche da un comune orizzonte, per Forza Italia fa testo la dichiarazione fatta da Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale: «Cottarelli aveva presentato un piano ma è stato mandato a casa. Io gli ho fatto una telefonata e siamo d' accordo: che se vinciamo le elezioni ci vediamo e visto che ha due anni di vantaggio rispetto a chiunque altro, potrà realizzare le cose che ha detto».

 

LURCH FAMIGLIA ADDAMS

Cottarelli, incalzato anche ieri dai giornalisti, da una parte non ha lisciato il pelo dei partiti («Dalle urne è uscita un' Italia che vuole fare l' opposto di quello che dico io, cioè un' Italia che vuole fare più deficit»), ma al tempo stesso ha ipotizzato un esecutivo non politico: «Non credo che si arriverà ad un accordo per un governo stabile, penso piuttosto ad un governo di transizione che avrà il compito di portarci a nuove elezioni».

 

COTTARELLI

Naturalmente perché la politica italiana viri di nuovo verso un governo tecnico servirebbero diversi acceleratori e "additivi", il primo dei quali per ora non si è fatto sentire. Ed è l' irrequietezza dei mercati. Finora insensibili allo stallo italiano, i mercati - spontaneamente o mossi da qualche "mano invisibile" - potrebbero tornare a rumoreggiare?

 

Proprio Cottarelli getta acqua sul fuoco: «Nell' immediato non sono preoccupato e vedo che i mercati in questo periodo sono tranquilli. Mi aspetto un po' di movimento ma il problema non è ciò che succederà nei prossimi giorni ma nel giro di due anni quando i tassi d' interesse cominceranno ad aumentare in tutta Europa. E l' Italia potrebbe entrare di nuovo in recessione».