PROVE TECNICHE DI APARTHEID – IN ISRAELE IL MINISTRO DELLA DIFESA PROPONE BUS RISERVATI AI PALESTINESI, MA ANCHE MEZZO LIKUD SI RIBELLA E NETAHYAHU BLOCCA TUTTO – LE PRINCIPALI ONG ERANO PRONTE A RICORRERE ALLA CORTE SUPREMA

Il piano del ministro Moshe Yaalon era pronto da tempo e nasceva dalle proteste dei coloni, sempre più in minoranza sugli autobus che collegano Tel Aviv alla Cisgiordania. Si prevedevano anche transiti obbligatori presso quattro check point. Dopo le proteste, il premier ha preso le distanze dal piano e lo ha bollato come “inaccettabile”… -

Condividi questo articolo


Fabio Scuto per “la Repubblica

 

Inseguito dalle critiche del suo stesso partito, del capo dello Stato Reuven Rivlin, dell’opposizione che denunciava una deriva razzista, il premier Benjamin Netanyahu è stato costretto ieri a bloccare il primo provvedimento del nuovo governo. Concepito dal fedelissimo ministro della Difesa Moshe Yaalon, avrebbe vietato per tre mesi ai pendolari palestinesi in Israele di usare i mezzi pubblici e li avrebbe obbligati ad usare solo quattro check-point per entrare e uscire dalla Cisgiordania.

MOSHE YAALON MOSHE YAALON

 

Annunciato in mattinata, il decreto provvisorio è stato poi ritirato poco dopo mezzogiorno quando l’ufficio del premier è stato bersagliato di telefonate di esponenti politici — anche del Likud — che definivano il provvedimento «inaccettabile » e dichiarazioni dell’opposizione che bollavano la decisione come «miserabile», degna dell’apartheid sudafricano. Un simile piano «è una macchia sul volto del nostro Stato», ha dichiarato alla tv il laburista Isaac Herzog, capo dell’opposizione, che ha parlato anche di umiliazioni non necessarie inflitte ai lavoratori palestinesi.

 

MOSHE YAALON MOSHE YAALON

Netanyahu, allarmato da un vistoso titolo di Haaretz online che parlava di apartheid — ha deciso di bloccare subito l’iniziativa. Con una breve dichiarazione il premier ha bollato come «inaccettabile» il piano, come se fosse stato all’oscuro della decisione del suo ministro della Difesa. Il presidente Reuven Rivlin ha applaudito alla decisione. Rivlin — che rappresenta l’ala liberale del Likud — ha definito «la separazione di linee di trasporto per arabi ed ebrei inimmaginabile ».

 

Un concetto del genere, ha aggiunto, «contrasta con le stesse fondamenta dello Stato d’Israele». Parole condivise anche da un altro esponente “liberale” del Likud, Dan Meridor e dall’ex ministro degli Interni Gideon Saar. Soddisfatto anche il Procuratore generale Yehuda Weinstein, secondo il quale il progetto si prestava a ricorsi alla Corte Suprema già annunciati da “Peace Now” e altre Ong che difendono i diritti umani.

 

Sono 92.000 i palestinesi che hanno un impiego in Israele, legale o illegale; 52.000 hanno un permesso di lavoro, gli altri entrano clandestinamente. La gran parte viene impiegata nell’edilizia, con un salario inferiore a quello israeliano.

LIVNI NETANYAHU LIVNI NETANYAHU

 

Il “piano Yaalon” non è qualcosa deciso in fretta, giaceva da tempo nei cassetti del ministro della Difesa, che ha deciso di avviarlo, dopo che il Consiglio dei coloni — assai influente nel nuovo governo — aveva dichiarato che i passeggeri ebrei temono per la propria vita quando si trovano a bordo dei bus con i pendolari palestinesi.

 

Al centro delle polemiche c’è la linea 86 che collega Tel Aviv alla città-colonia di Ariel, in Cisgiordania. In origine era stata istituita a beneficio dei coloni, col tempo un numero crescente di manovali palestinesi impiegati in Israele ha scoperto che utilizzandola risparmiava tempo prezioso nel ritorno a casa in Cisgiordania, e anche soldi. A quel punto però i passeggeri israeliani, sentendosi a disagio perché spesso minoranza fra palestinesi, hanno fatto pressioni politiche sul ministero della Difesa perché trovasse una soluzione.

 

NETANYAHU ALL ASSOCIAZIONE DEGLI EBREI AMERICANI NETANYAHU ALL ASSOCIAZIONE DEGLI EBREI AMERICANI

Il progetto del ministro Yaalon — che si ripropone di presentarlo più avanti — impone ai palestinesi, oltre ai bus “speciali”, di far ritorno in Cisgiordania soltanto attraverso 4 checkpoint autorizzati allungando i tempi di spostamento dei pendolari di almeno due ore.

La questione bus non è entrata nel colloquio avuto ieri da Netanyahu con l’Alto rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini a cui il premier israeliano ha dichiarato di «sostenere una visione di due Stati per due popoli, una Palestina demilitarizzata che riconosca lo Stato ebraico».

 

raid israeliani su gaza raid israeliani su gaza

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…