PER UN PUGNO DI VOTI SALVINI RESISTE A BOSSI – NEL CONGRESSO CHIAVE DELLA LEGA A VARESE, IL CANDIDATO SALVINIANO, ANDREA CASSANI, LA SFANGA PER APPENA 12 PREFERENZE SULLO SFIDANTE APPOGGIATO DAL “COMITATO NORD” DI BOSSI, GIUSEPPE LONGHIN – UNA SFIDA LOCALE MA CON UN VALORE NAZIONALE, PERCHÉ A VARESE IL SENATUR FONDÒ LA LEGA – IN PRIMA FILA LA POLTRONA VUOTA CON GLI OCCHIALI DI BOBO MARONI

-


Claudio Bozza per www.corriere.it

 

omaggio a bobo maroni al congresso di varese

Al Teatro Sociale c’è una poltrona vuota in prima fila. Sopra c’è una bandiera della Lega con appoggiati sopra un paio di occhiali rossi. Sono quelli di «Bobo» Maroni, appena scomparso. E ovunque ci sono i manifesti con la scritta: «Grazie Roberto. La Lega ti vorrà sempre bene». In tanti si avvicinano, commossi.

 

Sul palco, con il governatore lombardo Attilio Fontana in veste di militante, è intanto iniziata una partita chiave per la tenuta della leadership. E Matteo Salvini la sfanga per appena 12 voti. Al Sociale di Busto Arsizio, 638 militanti della Lega sono gli aventi diritto al voto per eleggere il nuovo segretario provinciale di Varese. È un congresso vero, in piena regola. Una testa un voto, nel segreto dell’urna, da cui dipende anche la tenuta del segretario federale Salvini.

 

Una sfida locale, che ha un valore nazionale. Perché Varese, anche se il congresso si tiene nella vicina Busto, è la Nazareth della Lega. Tutto iniziò da qui, nel 1984, quando Umberto Bossi fondò la Lega lombarda presso lo studio del notaio Bellorini. Alla fine, dopo quasi 8 anni senza congresso, vince il candidato salviniano: Andrea Cassani, sindaco di Gallarate, in quota Salvini, che batte lo sfidante Giuseppe Longhin, militante delle origini e appoggiato anche dal Comitato Nord guidato da Umberto Bossi: 229 contro 217 voti. Appena 12 di scarto.

 

matteo salvini andrea cassani

 A fare da «arbitro» c’è il commissario uscente del partito Stefano Gualandris, fedelissimo del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che nel varesotto ha il suo fortino identitario e politico.

 

E proprio Giorgetti, vicesegretario nazionale che però ha più di una frizione con il suo leader, stamattina non si è visto. Ora Salvini può tirare un (piccolo) sospiro di sollievo, perché se oggi fosse andata diversamente, specie dopo aver perso un congresso identitario come quello di Bergamo, sarebbe aumentato il numero di militanti e dirigenti che gli avrebbero chiesto un passo indietro dopo il crollo elettorale del 25 settembre. Ma la battaglia politica, specie dopo la sfida lanciata a Salvini da Bossi con il Comitato del Nord, è solo agli inizi.

Salvini e Andrea Cassani
andrea cassani
umberto bossi comitato del nord 5
umberto bossi al comitato del nord

 

umberto bossi comitato del nord 2
umberto bossi comitato del nord 3