Dagoreport
gentiloni e renzi
A Pontassieve, si sa, non c’è un gran movimento. Così, chiuso in casa, Matteuccio rimugina e si arrovella sul suo futuro; fino ad elaborare formule pseudo filosofiche che considera “pillole di saggezza” da diffondere al primo malcapitato che gli capita a tiro. A tutti, tranne che a Gentiloni: non lo vuole rafforzare; con la conseguenza che Verdini è destinato all’oblio…
Recentemente, non ha più modo di parlare a lungo con Maria Etruria Boschi (sembra sia particolarmente impegnata a Palazzo Chigi: così, almeno, dice a Renzi), così quando ha la fortuna di bloccarla le rovescia addosso le sue “riflessioni” politiche (che di politico hanno poco). E che Luca Lotti conosce a memoria.
RENZI ASSEMBLEA PD1
Una delle ultime riguarda il “peso specifico” di segretario di partito: “Se comandi veramente, conti. Ma se conti e non comandi, non serve a niente”. In confronto, Catalano era un dilettante. Risultato: ha preso coscienza che il segretario di un partito non conta un cazzo. E l’ha toccato con mano quando s’è inventato il blitz a Scampia. Non aveva voluto apposta le troupe tv al seguito. Pensava di fare come Moretti: “mi si nota di più se arrivo tardi o se non arrivo alla cena…”. Se non ci fosse stato il Corriere (angolo Meli), nessuno se ne sarebbe accorto.
RENZI ASSEMBLEA PD2
Per ovviare la condizione, Matteuccio sta meditando un’altra sortita ad effetto, tipo l’intervista a Repubblica. Conta di farlo non appena avrà rivoluzionato la segreteria del Pd con i giovanotti che Lotti sta selezionando uno ad uno. L’intenzione è quello di una comparsata televisiva, dove illustrare il programma del nuovo Pd.
Tenetevi forte: occupazione, soprattutto giovanile; Mezzogiorno; e riduzione a tre delle aliquote fiscali Irpef. Roba da transennare le edicole (soprattutto per l’originalità)!
ezio mauro con matteo renzi e carlo de benedetti
A proposito dell’intervista a Repubblica. Sembra che sia stato Renzi a chiamare Ezio Mauro ed a concederla, dopo aver saputo (chissà da chi) che Berlusconi aveva rilasciato un’intervista al Corriere.
