QUEL PASTICCIACCIO BRUTTA DI VIA GIULIA - l’affittuario BERTOLASO chiarisce, il padrone di casa CURI, ancora una volta, smentisce - il boss della protezione di balducci e anemone rivela: “quella casa fu il FAVORE DI UN AMICO PERCHÉ LITIGAVO CON MIA MOGLIE” - e subito ronza la domanda maliziosa degli ’addetti ai livori’: chi è la donna che frequentava quell’appartamentino? ah, saperlo...


1 - ORA IL RAS DELLA PROTEZIONE CIVILE PARLA DI PROPAGANDA FIDE E FRANCESCO SIVIANO, MA CURI NON CI STA: \"TUTTE QUESTE BUGIE INIZIANO A FARMI ARRABBIARE, NON CAPISCO A CHE GIOCO STIA GIOCANDO\"...
Maria Elena Vincenzi per \"la Repubblica\"

bertolaso spesa al supermercato da OGGI

La casa di via Giulia, un mistero senza fine. Bertolaso, ancora una volta, chiarisce. E il proprietario, Raffaele Curi, ancora una volta, lo smentisce. Ieri, davanti ai pm di Perugia, il sottosegretario ha detto che l´appartamento gli era stato messo a disposizione da un amico personale, Francesco Silvano, collaboratore di Propaganda Fide.

«Questo nome io non l´ho mai sentito, non so chi sia». Esordisce così Raffaele Curi, il proprietario della casa di via Giulia 189, quella dove il sottosegretario ha alloggiato per circa due anni, dal 2003. È stanco il regista marchigiano. Stanco di essere tirato in ballo. Stanco «di un gioco più grande di me».

bertolaso spesa al supermercato da OGGI

Stanco di dover ancora una volta chiarire quella vicenda. «Inizio a stufarmi di tutte queste bugie. Ogni giorno ne sento una nuova: ora questa di Propaganda Fide, io non ho rapporti con Propaganda Fide. Non ne ho mai avuti. Non capisco a che gioco stia giocando il signor Bertolaso». Non ha dubbi Curi che fosse l´architetto Angelo Zampolini a pagargli l´affitto.

kaiser02 raffaele curi

«Quando Repubblica mi ha trovato - racconta - io non sapevo come si chiamasse l´uomo che mi dava i soldi. Ma poi mi sono incuriosito. Ho cercato tra le agende, ho trovato nomi e numeri. E, per essere sicuro, sono anche andato nel palazzo dove, a volte, andavo a ritirare il denaro: corso Vittorio, lo studio di Zampolini».

La stessa storia che Curi ha raccontato ai magistrati di Perugia che lo hanno sentito. Ormai uno «strazio», fatto di dichiarazioni, smentite e controsmentite. Perché il regista non ci sta. E precisa anche la questione delle bollette. Bertolaso ieri a Perugia ha infatti detto che lui non pagava l´affitto della casa in via Giulia, ma che ha sempre provveduto a pagare le bollette.

Architetto Angelo Zampolini

«Anche questo non è vero. Ogni tanto, dopo le mie proteste, Zampolini mi dava anche i soldi per pagare le utenze. Sta di fatto che quando sono riuscito a riavere l´appartamento, mi sono trovato con un sacco di bollette arretrate da pagare».

E se prima aveva qualche dubbio a parlare e voleva rimanerne fuori, ora Curi, esasperato, dice: «Lo scriva pure, voglio che si sappia la verità. Voglio che lei dica che io questo Francesco Silvano non so chi sia». Eppure è lui, secondo Bertolaso, l´amico personale che avrebbe messo a disposizione l´appartamento. Fedelissimo del cardinale Sepe, uomo di Comunione e Liberazione, fino al 1993 amministratore della Stet poi finito nei guai durante Mani Pulite per aver ammesso una tangente da quattro miliardi.

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Dopo l´esperienza come manager al vertice della congregazione vaticana, Silvano, piemontese d´origine è entrato nel direttivo dell´ospedale pediatrico di Roma, Bambin Gesù e poi ha seguito Sepe a Napoli, dove fa l´economo dell´arcidiocesi. Qualche settimana fa, di fronte alle dichiarazioni concordi rese da Zampolini e da Curi ai pm, secondo cui era Zampolini per conto di Anemone a pagare l´affitto di via Giulia, Bertolaso aveva detto che \"il suo amico personale\" avrebbe potuto confermare la sua versione.

vescovo SEPE b

2 - BERTOLASO INTERROGATO: \"VIA GIULIA? IL FAVORE DI UN AMICO PERCHÉ LITIGAVO CON MIA MOGLIE\"
Antonio
Massari per \"il Fatto Quotidiano\"

\"L\'appartamento di via Giulia? Le bollette le pagavo io. L\'affitto no, perché mi era stato messo a disposizione da un amico, che non c\'entra niente con Diego Anemone, ma è vicino a Propaganda Fide. Me l\'hanno messo a disposizione soltanto per qualche mese, dopo esser stato in una sorta di seminario, quando ho avuto problemi in famiglia perché litigavo con mia moglie.

I miei orari di lavoro, però, non si conciliavano con quelli del collegio universitario e ho così cercato un appartamento\". È durato quasi tre ore, l\'interrogatorio di Guido Bertolaso, che ieri nella caserma della Guardia di Finanza di Perugia è stato sentito dai pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi. La versione di Bertolaso, indagato per corruzione nell\'inchiesta sulla \"cricca\", contrasta in parte con quella dell\'architetto Angelo Zampolini che, agli stessi pm, aveva dichiarato di aver pagato l\'affitto di via Giulia per conto di Diego Anemone.

Anemone alluscita dal carcere

\"Anemone non c\'entra nulla\", ha replicato Bertolaso, spiegando d\'essersi rivolto all\'amico Francesco Silvano, nella ricerca dell\'appartamento, nel quale ha abitato per pochi mesi nel 2003. Ed è un altro elemento che non collima con le altre versioni raccolte dagli inquirenti nelle scorse settimane, considerato che Zampolini e il proprietario di casa, Raffaele Curi, parlano di anni successivi al 2003.

Il Presidente Ciampi con il Prof Nicola Pirizzi S E Claudio Maria Celli ed il Presidente dellOspedale Francesco Silvano al suo arrivo al Banbino Gesu

Nessun rapporto con Anemone, quindi, per la casa di via Giulia. Piuttosto, il favore di un amico, del quale Bertolaso aveva già parlato nei giorni scorsi, senza farne il nome. Ieri il nome l\'ha fatto : Francesco Silvano, uomo molto vicino a Propaganda Fide e presidente del consiglio di amministrazione dell\'ospedale Bambin Gesù di Roma.

Il capo della Protezione civile ha spontaneamente smentito di avere appartamenti all\'estero, circostanza emersa sui alcuni quotidiani nei giorni scorsi, sulla quale, peraltro, i pm non hanno rivolto alcuna domanda.

Gli hanno chiesto, invece, di chiarire la propria posizione su un altro appartamento quello di via Bellotti Bon, che compariva - come via Giulia - nella \"lista\" dei lavori effettuati da Diego Anemone. Bertolaso ha mostrato ai pm gli assegni con i quali ha pagato la ristrutturazione dell\'appartamento. Quando poi gli inquirenti gli hanno chiesto come mai, nel primo interrogatorio, non avesse accennato ai lavori che sua moglie, Gloria Piermarini, aveva effettuato, per conto di Anemone, al Salaria sport village, Bertolaso ha risposto che, all\'epoca, non lo riteneva un dettaglio degno di nota.

Francesco Silvano e Il Comandante Generale dell Arma dei Carabinieri Generale Luciano Gottardo

E così, ieri, è giunto in caserma munito di documenti. Oltre l\'assegno con il quale ha pagato l\'appartamento di via Bellotti Bon, ha consegnato agli inquirenti il progetto che sua moglie aveva realizzato per curare \"l\'area verde\" del Salaria sport village. Un progetto dettagliato, ha sottolineato il capo della Protezione civile dinanzi ai pm, da non poter essere assimilabile a un finto lavoro per coprire una tangente.

\"Quando poi ho saputo che Anemone avrebbe potuto lavorare per i Mondiali di Nuoto, che si tennero a Roma nel 2009, ho chiesto a mia moglie di fare un passo indietro\". Nei fatti, la consulenza di Gloria Piermarini, aveva già anticipato Bertolaso in una conferenza stampa, s\'era ridotta da 90 mila a 25 mila euro.

La difesa, rappresentata da Filippo Dinacci, è apparsa soddisfatta dall\'interrogatorio di ieri, nel quale molti punti oscuri sembrano essere stati chiariti. Restano però altri punti tutti da chiarire: perché Zampolini avrebbe dichiarato d\'aver pagato l\'affitto per conto di Anemone? E perché le date di utilizzo dell\'appartamento non si conciliano con la versione dell\'architetto e del proprietario di casa? Anche su questo i pm proveranno a fare chiarezza nei prossimi giorni. In attesa che giungano, dal Lussemburgo e da San Marino, i risultati delle ultime rogatorie sui conti della \"cricca\".

In queste ore la procura sembra puntare soprattutto sulla pista del \"tesoro\", legato alle presunte tangenti della \"cricca\", che sembrano sempre più prossime al ritrovamento.