"FINIRE IN PRIGIONE? NON SAREI FELICE MA CREDO IN QUELLO CHE FACCIO. E LO FARO' ANCORA" - PARLA BJORK RUGGERI, LA “GRETINA” DI 20 ANNI CHE HA IMBRATTATO “IL SEMINATORE” DI VAN GOGH A ROMA PER SENSIBILIZZARE L'OPINIONE PUBBLICA SUL CAMBIAMENTO CLIMATICO: “LO RIFAREI. BISOGNA PUR RISCHIARE NELLA VITA E LA DISOBBEDIENZA CIVILE È DOVEROSA QUANDO SI LOTTA PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE – L'ARTE E' UN VEICOLO PER FAR PASSARE IL NOSTRO MESSAGGIO..."

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Grazia Longo per “la Stampa”

 

BJORK RUGGERI DOPO AVER IMBRATTATO IL SEMINATORE

Bjork Ruggeri ha lo stesso nome della famosa cantante islandese - «mi hanno chiamato così proprio in suo onore e mi fa piacere che si tratti di una persona anticonformista» - 20 anni, una passione per la filosofia che ha però appena abbandonato all'Università per coltivare gli studi in Storia dell'Arte.

 

Abita a Pavia, ma si ritiene «cittadina del mondo» e insieme ad altre tre ragazze di Ultima generazione venerdì scorso ha imbrattato con una zuppa di verdure "Il seminatore" di Van Gogh esposto a Palazzo Bonaparte a Roma. Ora sono tutte e quattro indagate per «deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali e paesaggistici». Un reato per cui si rischia una pena fino a 5 anni.

 

Non la preoccupa l'iscrizione nel registro degli indagati?

«No».

 

BJORK RUGGERI

Non è pentita, dunque?

«No, lo rifarei. So che non sono azioni da compiere a cuor leggero, ma l'essere indagata non è nulla rispetto al bene del pianeta. Bisogna pur rischiare nella vita e la disobbedienza civile è doverosa quando si lotta per la tutela dell'ambiente».

 

Ma ha capito che se dovessero mai decidere di mandarla a processo potrebbe rischiare una condanna fino a 5 anni di prigione?

«Lo so, ma non posso farci nulla. Certamente non sarei felice di finire in carcere perché lo ritengo un posto terribile, ma ho agito in quel modo perché credo in quello che faccio».

IL SEMINATORE DI VAN GOGH

 

I suoi genitori come hanno reagito alla denuncia?

«Vivo con mia madre e lei, seppur preoccupata per quello che faccio non mi condanna perché si rende conto che la denuncia è meno grave di un fiume in secca e di problemi per l'irrigazione dei campi. Per non parlare dell'emergenza energetica e del caro bolletta. Questi sono problemi seri e con mia madre ne parliamo, ci confrontiamo e non siamo in conflitto».

 

Sarebbe disposta a ripetere ancora quell'azione dimostrativa contro un'opera d'arte?

«Finché sarà necessario lo farò ancora. Io non voglio sentirmi in colpa rispetto ai temi ecologisti del pianeta. Io voglio fare qualcosa. Almeno posso dire "Ci ho provato"».

 

ULTIMA GENERAZIONE CONTRO IL QUADRE DI VAN GOGH 2

Certo, fa un po' effetto vedere quello che un'appassionata di Storia dell'Arte come lei ha fatto a un capolavoro di Vincent Van Gogh.

«Mi rendo conto anche io che possa apparire strano, ma lo scopo della nostra iniziativa era quello di scuotere l'opinione pubblica e il governo italiano. E, sulla scorta del movimento ecologista inglese Just Stop Oil e l'omologo tedesco di Ultima generazione, riteniamo che l'arte sia un veicolo importante per far passare il messaggio che creare rabbia per un gesto innocuo come il nostro è decisamente meno importante rispetto alle emergenze ambientali».

 

ULTIMA GENERAZIONE CONTRO IL QUADRE DI VAN GOGH 1

Perché lo definisce innocuo?

«Perché il quadro era protetto da un vetro sigillato e quindi non avremmo mai potuto rovinarlo».

 

Il gesto simbolico però è forte e vi siete anche attaccate al muro con la colla.

«Serviva dare un colpo al sistema per far riflettere sulla battaglia che noi portiamo avanti».

 

ultima generazione imbratta il seminatore a roma 3

E cioè?

«Lottiamo contro la crisi climatica e l'inazione del governo. Pertanto chiediamo interventi precisi: non riaprire le centrali di carbone e fissare il 2025 come termine per dismettere le centrali a carbone. Puntiamo anche allo stop delle trivellazioni di gas in Italia, mentre va potenziata l'energia alternativa. Ci vorrebbero almeno 20 gigawatt di nuova potenza eolica che genererebbe anche nuovi posti di lavoro».

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Intanto però ve la prendete con le opere d'arte.

«L'arte non è solo rappresentata da oggetti concreti. L'arte è, come dicevo, un veicolo di messaggi. Inoltre se si continuerà a danneggiare il pianeta ci saranno ben altre priorità rispetto alla cultura che verrà quindi inevitabilmente danneggiata».

 

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Perché avete scelto proprio "Il seminatore"?

«Per il significativo rapporto tra il contadino e il campo. Il barattolo di minestra che abbiamo lanciato era piccolo, stava dentro un marsupio».

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 Aveva già partecipato a proteste eclatanti?

«L'anno scorso mi era sdraiata sulla strada per bloccare il traffico sul Grande raccordo anulare di Roma».

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Ma che colpa hanno gli automobilisti?

«Le nostre manifestazioni sono un segnale contro lo Stato che non ci sta tutelando e quindi dobbiamo agire. Dobbiamo ribellarci, altrimenti la gente, automobilisti compresi, cosa farà quando non avrà niente da mangiare? Ci tengo a ricordare che anche l'Onu ha stabilito che se l'aumento della temperatura del pianeta supererà la soglia di un grado e mezzo ci saranno danni irreversibili».