"SIAMO I TERRAPIATTISTI DEL CENTRO" - AL BRANCACCIO DI ROMA IL REVIVAL DEI DINOSAURI DC CON MASTELLA CHE RI-LANCIA IL GRANDE CENTRO(TAVOLA): “CHIAMO A RACCOLTA TUTTI I PEONES DEL PARLAMENTO ITALIANO. SONO PIÙ DI 200. E DICO LORO: NON FATEVI FREGARE, LETTA, LA MELONI E GLI ALTRI VI VOGLIONO MANDARE A CASA ANTICIPATAMENTE. SE DRAGHI DIVENTA CAPO DELLO STATO PER LORO È FINITA. SE INVECE SI LAVORA PER BERLUSCONI O PER CASINI SUL COLLE, ALLORA..."

-

Condividi questo articolo


MARIO AJELLO per il Messaggero

 

MASTELLA MASTELLA

Evviva il vintage, se ha le forme di Mastella che di politica capisce più di ogni nuovista e di tutti i populisti. Ed evviva la provincia, se è quella antica, sudista e odorosa di Dc e di acqua di colonia, delle truppe mastellate che in massa hanno riempito fino all'inverosimile - in tempi di Covid - il teatro Brancaccio gridando al loro idolo: «Clemente, sei meglio di Gigi Proietti!».

 

L'occasione è il lancio del nuovo partito di Mastella, Noi di centro, e chi arriva da Ceppaloni e dalle altre contrade porta in pugno la bandiera e in petto il sogno che Clemente riassume così: «La Dc è irripetibile. Io voglio fare una cosa diversa: aggregare a partire da me un'area di centro, che esiste. Noi siamo i terrapiattisti di centro».

MASTELLA 3 MASTELLA 3

 

E sorride l'ex ministro della Giustizia, mentre il suo popolo in gita politica a Roma lo acclama. «Io arriva dalla Calabria», «Io da Benevento», «Io da Frattaminore», «Io da Frattamaggiore», dicono quelli che scendono dai pullman e baciano Sandra Mastella, senatrice e musa: «Sei sempre una donna bellissima».

 

E ora che va di moda il revival del centro - occhio all'ottantina di parlamentari che tra Toti, Brugnaro e Renzi vogliono fare massa per l'elezione del Colle e per dare seguito all'agenda Draghi anche nella prossima legislatura - chi più di Mastella può incarnarlo davvero? «Vogliamo essere la Margherita 2.0», dice Clemente. Ma intanto vuole fare anche di più: «Chiamo a raccolta tutti i peones del Parlamento italiano. Sono più di 200. E dico loro: non fatevi fregare, Letta, la Meloni e gli altri vi vogliono mandare a casa anticipatamente».

MASTELLA 2 MASTELLA 2

 

San Clemente, che oltretutto si augura che «lo Spirito Santo» vigili sull'elezione per il Quirinale, si erge a protettore del peones trasversale che non vuole tornarsene a casa per colpa dell'eventuale salita di Draghi sul Colle. Clemente, ma come li difendi questi poveri peones che vogliono tenersi il posto? «Dicendo che se Draghi diventa Capo dello Stato per loro è finita, e vincono Letta e Meloni che vogliono il voto subito. Se invece si lavora per Berlusconi o per Casini sul Colle, allora sono tutti garantiti».

 

BERLUSCONI MASTELLA BERLUSCONI MASTELLA

Se i mastellati riuniti al Brancaccio li chiami dinosauri, loro si inorgogliscono: «Certo che lo siamo, siamo la preistoria e la storia, pure quella futura». Risposta che darebbe, da Imperia, anche Claudio Scajola. Che fu Dc, che è stato numero uno di Forza Italia dopo il Cavaliere e ora in pieno splendore da revival centrista non solo da sindaco della città ligure si ricandida al proprio posto ma raddoppia. Sarà anche presidente della Provincia (elezione di secondo livello) e gareggia e vincerà senza avversari perché nessuno s' è candidato oltre a lui. «L'esperienza in politica conta e io di esperienza ne ho a piene mani», assicura Scajola e non a torto e non a sua insaputa.

 

clemente mastella e la moglie sandra lonardo foto di bacco (2) clemente mastella e la moglie sandra lonardo foto di bacco (2)

PREISTORIA E FUTURO Un dinosauro come presidente del partito mastellato? Quasi. Clemente in pieno Brancaccio nomina in questo ruolo Giorgio Merlo. Perfetto in chiave Margherita 2.0, visto che trattasi di un ex margheritino importante. E che non si smentisce nel suo discorso d'investitura tra una citazione e l'altra di Martinazzoli e di Carlo Donat-Cattin: «E' stata criminalizzata la memoria e volevano azzerare il passato della buona politica, ma ora basta!». E come nel vintage, in prima fila ci sono le delegazioni degli altri partiti. Quella dell'Udc con il calabrese Pino Galati: «Sono qui in vesta da pontiere», dice con politichese che non si sentiva da 20 anni.

 

E Quagliariello per Coraggio Italia c'è («Giusta la federazione delle forze di centro») e il renziano Rosato («Ascoltarsi e parlarsi con tutti quelli che si considerano alternativi a Conte, Salvini e Meloni è giusto. Senza nostalgie del passato») e a proposito di Prima Repubblica ecco i liberali («Favorevoli a Mastella che costituisce una Margherita 2.0», assicura il presidente del Partito Liberale Europeo, Francesco Patamia) e occhio all'ex ministro Francesco D'Onofrio e ad altri esponenti in sala della ex Balena Bianca.

 

clemente mastella foto di bacco clemente mastella foto di bacco

Tutti intorno a San Clemente segretario nazionale del proprio partito e nuovo federatore del centro, in cui vuole Renzi ma non il «pariolino» Calenda ed è stato un sabato mastellato da «mille e una notte» quello di ieri. Al Brancaccio ci sono le scenografie in allestimento per il musical Aladin, e per entrare nella sala del battesimo di Noi di centro si passa attraverso cartonati di sontuose architetture arabeggianti che rimandano all'immaginario disneyano. Ma è da Ceppaloni, via Brancaccio, e non da Aghraba che parte l'appello all'unità dei centristi d'Italia. Che come colla deve avere il garantismo. «C'è un cancro - spiega Mastella - che non è la magistratura in quanto tale. Ma il Parlamento deve fare qualcosa». Poi si paragona all'ex ministro dc, Luigi Gui, coinvolto nello scandalo Lockheed negli anni 70, per poi essere riconosciuto innocente dalla Consulta: «Chi mi ripaga più?», grida Clemente. La nascita del centro, se mai ci sarà, promette di fungere da grande risarcimento.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…