\"Sono reazionario e me ne vanto!\" (DE-RIVE DROITE!) - GLI INTELLETTUALI FRANCESI (E TRA LORO ALCUNI CONVERTITI DA SINISTRA), SPOSANO LE TESI DEL FRONTE NAZIONALE DI MARINE LE PEN - IN NOME DELLA LIBERTÀ DI STAMPA PERSINO IL FONDATORE DI “REPORTER SANS FRONTIERES” SI SCOPRE CONSERVATORE, FAVOREVOLE ALLA PENA DI MORTE E ANTI-GAY - NELLA FRANCIA SEMPRE PIÙ DI DESTRA DEL BOMBARDIERE SARKOZY E NEL NOIOSISSIMO MONDO DEL POLITICAMENTE CORRETTO, FANNO VOLARE GLI ASCOLTI DEI TALK SHOW…


Giampiero Martinotti per \"la Repubblica\"

Marine le pen

«Sono reazionario e me ne vanto». Lo slogan è solo sottinteso, ma non per questo meno esplicito. Cementa un gruppo di opinionisti che comincia a imporre le proprie idee su stampa, radio e tv. Idee che si vogliono controcorrente ma in realtà molto vicine a quelle del Fronte nazionale, portate avanti da personalità intelligenti, capaci di trovare le formule che colpiscono l´immaginazione e a loro modo coraggiose nel difendere il populismo dilagante in tutta Europa, Francia compresa.

Alcuni di loro sono sempre stati a destra, altri sono transfughi della sinistra. Poco conosciuti al di là delle frontiere, sono stati recentemente raggiunti da un personaggio più conosciuto, perlomeno nelle redazioni: Robert Ménard. Fondatore di \"Reporters sans Frontières\", è stato per anni il più mediatico difensore della libertà di stampa e dei giornalisti incarcerati o rapiti in tutto il pianeta.

Adesso, si dichiara favorevole alla pena di morte, flirta con l´omofobia e pubblica un libro dal titolo inequivocabile: \"Viva Le Pen\". Per stigmatizzare, dice lui, il disprezzo degli intellettuali verso il popolo che vota per l´estrema destra. Secondo Le Monde, i moschettieri della reazione sono cinque: oltre a Ménard gli editorialisti del Figaro Eric Zemmour e Yvan Rioufol, l´economista Eric Brunet, la giornalista Elisabeth Lévy, un tempo a sinistra.

Sarkozy

Sono solo la punta di diamante: si sa che Marine Le Pen ha reclutato alcuni alti funzionari che in passato avevano servito la destra e la sinistra nazionaliste, e nella redazione del settimanale più anti-sarkozista, Marianne, c´è stata maretta per alcuni articoli. Il fenomeno, insomma, non va sottovalutato: se la società francese negli ultimi anni si è spostata a destra, come sostengono Nicolas Sarkozy e alcuni suoi consiglieri, i reazionari più mediatici sarebbero l´avanguardia di questo movimento.

I personaggi sono diversi tra loro, ma hanno almeno due punti in comune: non amano l´islam e gli immigrati, vogliono sdoganare il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Zemmour si è distinto sul primo argomento: «I francesi di origine straniera sono più controllati degli altri perché la maggior parte dei trafficanti sono arabi o neri». Dichiarazione che gli è costata una condanna a diciotto mesi per provocazione all´odio razziale, ma che lui difende: «E´ un fatto». Tutti gli altri non gli darebbero torto.

Robert Ménard

Ménard non è da meno: per lui i pedofili meritano la pena di morte, come padre «non ha voglia che i suoi figli siano omosessuali», come cittadino chiede libertà di espressione e una rappresentanza politica per l´Fn. E come i suoi compagni di lotta e di ideologia fa spesso riferimento a Voltaire, diventato da parecchi anni l´idolo di tutti i reazionari in nome della libertà di pensiero.

Eric Zemmour

Ménard, Zemmour e gli altri vanno presi sul serio soprattutto perché fanno presa sul pubblico che li ascolta e, spesso, li ammira. In un paese in cui si contano cinque radio di qualità per l´informazione e i talk show e tre televisioni \"all news\", la presenza di opinionisti dalla lingua tagliente e dai discorsi eterodossi è sempre una benedizione. Lo dimostrano le curve dell´audience: i reazionari, quando partecipano ad un programma in cui si discutano temi di attualità o ad un dibattito di taglio politico, attirano radioascoltatori e telespettatori.

Le differenze fra destra e sinistra democratica si sono affievolite, gli atteggiamenti politicamente corretti dominano nei mass-media e i reazionari ne approfittano, possono passare per degli anticonformisti che vanno controcorrente. Sono i grandi ideologi e gli alleati di un processo politico in pieno svolgimento: il traghettamento di Marine Le Pen nel mondo politico «rispettabile» e lo spostamento a destra dell´asse politico-ideologico del paese. Paradossalmente, sono loro a vestire i panni degli intellettuali organici del nuovo secolo.