RENZI VA ALLO SCONTRO CON L’UE - MENTRE DA BRUXELLES E’ IN ARRIVO UNA LETTERA SULLA MANOVRA ITALIANA, IL PREMIER BLOCCA LE NUOVE SANZIONI CONTRO MOSCA E SOLLEVA IL CASO ISRAELE: “ALLUCINANTE IL VOTO UNESCO” - “NON MI SENTO UN GIANBURRASCA, DIFENDO L'INTERESSE NAZIONALE”

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Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

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Si schiera con Austria e Spagna, contro Francia e Germania, per estromettere dal testo finale del Consiglio qualsiasi riferimento ad eventuali nuove sanzioni contro Mosca, in relazione alla crisi siriana. Lo fa, lo rivendica, e alla fine riesce nell' obiettivo. Tratta le notizie e il confronto sulla nostra legge di Bilancio come «un dramma che accade solo in casa nostra», visto che la legge «non si cambia».

 

Infine annuncia un cambio di posizione sulla risoluzione Unesco che riguarda la spianata delle Moschee, a Gerusalemme, «una decisione allucinante, sulla quale cambieremo la nostra posizione, anche a rischio di rompere l' unità europea».

 

Non si può dire che adotti il basso profilo, o un piglio poco decisionista, Matteo Renzi, al termine di un Consiglio europeo che definisce «di routine, ma durante il quale l' Italia ha visto prevalere tutti i suoi interessi, compreso quello dei migranti».

 

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Indubbiamente l' attesa maggiore, al termine del vertice, è sulla Legge finanziaria italiana, sul confronto in atto con la Commissione. Il premier: «L' Italia sta facendo una manovra con il livello di deficit più basso dal 2007, solo Prodi ha fatto meglio di noi. Non stiamo chiedendo alcuna flessibilità, solo il riconoscimento di alcune circostanze eccezionali come il terremoto. E io non mi sento un Gianburrasca che alza il dito per fare polemica, ma qualcuno che difende l' interesse nazionale».

 

Anche se - proprio mentre Renzi parla in conferenza stampa - da fonti europee trapela la notizia che appare ormai inevitabile l' invio a ore, o a giorni, di una lettera all' Italia nella quale verranno richiesti chiarimenti su almeno quattro punti: misure una tantum, dinamica del debito, trattamento contabile delle misure su terremoto e migranti, aggiustamento strutturale del deficit.

 

Argomenti che Renzi appare quasi ignorare, mentre rivendica una sorta di metodo adottato e sottolinea con soddisfazione che «le nostre posizioni sia sull' immigrazione, sia sulla Russia, sono state tutte pienamente accolte. Le regole del bilancio consistono nel fatto che noi qui ogni anno diamo soldi veri, che sono soldi delle tasse degli italiani.

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L' atteggiamento per cui devo venire qui e dire sempre di sì non lo potrò mai accettare.

Non possiamo arrivare qua e ratificare altrui decisioni. Non sono qui in viaggio premio, rappresento l' Italia».

 

Un risultato del vertice che va nella direzione auspicata dal governo è l' esplicito riconoscimento, nelle conclusioni sull' immigrazione, del «consistente contributo» da parte dei Paesi in prima linea sulla rotta del Mediterraneo centrale. Poi c' è il capitolo delle sanzioni contro Mosca, per le presunte violazioni di diritti umani fondamentali nella crisi siriana:

 

«Alcuni Paesi ritengono che evocare le sanzioni contro la Russia per la crisi siriana sia un deterrente, ma sarebbe solo un alibi che i leader possono usare per motivi di politica interna». Una posizione che a pochi giorni dalla cena alla Casa Bianca ricolloca il governo italiano, almeno su questo argomento, in una posizione mediana fra Mosca e Washington. Infine il capitolo Unesco.

 

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Renzi definisce «un errore allucinante» la mozione sul complesso della moschea Al Aqsa a Gerusalemme. «La Farnesina è andata in automatico», afferma, precisando che il voto italiano di astensione rappresenta «una posizione che abbiamo preso per tanti anni, ma questo non vuol dire che non sia arrivato il momento di cambiare. Se c' è da rompere su questo l' unità europea, si rompa». Una posizione, quella sulla risoluzione, che Renzi ha ribadito nel corso di una telefonata con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

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