RITRATTONE DI EMANUELE FIANO BY GIANCARLO PERNA - “COME MOLTI EBREI INTRECCIA LA VITA PERSONALE CON LA SHOAH. TUTTO CIO’ CHE DICE E FA SONO UN RIFLESSO DI 70 ANNI FA - RICORRE AUTISTICAMENTE ALLA DAMNATIO ANTIFASCISTA CHE È LA SOLA FAVELLA DI CUI DISPONE - E’ OSSESSIONATO DAL DUCE E PRIGIONIERO DELLA SUA BIOGRAFIA FAMILIARE” 

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Giancarlo Perna per “La Verità”

Giancarlo Perna Giancarlo Perna

 

Alla ribalta per la legge antifascista che ha promosso in luglio, Emanuele Fiano era già noto al pubblico come pretoriano di Matteo Renzi. Appartiene alla stessa compagnia di giro di Debora Serracchiani e Andrea Romano. Un trio tv che alza sempre i toni e ci getta nell'ansia a pranzo e a cena. Sfrontati e senza sorriso, nulla concedono all' avversario - che sia M5s, la Lega o il Berlusca - e mentono per la causa senza fare una piega. Sono le maschere del renzismo. Ma quella di Fiano, che inalbera sempre un broncio amaro, ha un fondo di fatalismo cosmico che aguzza l'interesse.

 

PIÙ SCIMITARRA CHE FIORETTO

Emanuele è un omone di 1,90, dai gesti bruschi e potenzialmente scannatori. Chi lo conosce dice però che non farebbe male a una mosca. Nell' aula di Montecitorio, tuttavia, si è scagliato più volte in direzione dei grillini con frasi infantili tipo: «Ci vediamo fuori». Va di scimitarra più che di fioretto.

 

emanuele fiano emanuele fiano

Come molti ebrei radicati nella propria comunità, Fiano intreccia la vita personale con la tragedia collettiva della Shoah. Tutto ciò che dice e fa, musi e bruscherie compresi, sono un riflesso delle vicende di 70 anni orsono. Non le ha vissute, perché è di appena 53 anni, ma conosce le testimonianze di prima mano dei familiari e ha provato la frustrazione di chi non c' era per impedire la mattanza.

 

Suo padre, oggi novantaduenne, è una celebrità nel mondo ebraico. Nedo Fiano, unico sopravvissuto di genitori, zii, ecc. all' internamento ad Auschwitz nel 1944, ha scritto anni dopo un libro di ricordi, A5405, il coraggio di vivere, che prende il titolo dalla matricola che gli era stata appioppata dai nazi. Il volume è stato molto letto e ricorre di continuo nelle rievocazioni dello sterminio.

 

IL RAGAZZO DEL GIAMBELLINO

EMANUELE FIANO EMANUELE FIANO

Nedo, che è fiorentino, al rientro dal lager ha sposato la concittadina, Rina Lattes, e ne ha avuto tre figli. I primi due, Enzo e Andrea (poi corrispondente da New York di Milano Finanza), nacquero ancora a Firenze. Dopo, ci fu il trasloco a Milano, dove papà Fiano aveva trovato lavoro in un' azienda tessile, e nel 1963 nacque Emanuele, il nostro futuro gigantone, subito ribattezzato Lele.

 

Abitando nella periferia del Giambellino, il ragazzo crebbe con la colonna sonora della ballata gaberiana del Cerutti Gino, sentendosi profondamente milanese. Tanto che, un anno e mezzo fa, provò a contendere la scranna di sindaco a Beppe Sala, prima di ritirarsi dalla lizza per disciplina di partito. Diciamo che, in lui, l'eredità toscana della famiglia è circoscritta alla doppia obbedienza verso il fiorentino Renzi e l' aretina Maria Elena Boschi.

EMANUELE FIANO EMANUELE FIANO

 

A Renzi come segretario del partito e a Boschi per un legame che, se non è proprio di corrente, è una brezza autonoma che sta prendendo forma in vista del futuro incerto.

leader della comunità ebraica Laureato in Architettura al Politecnico meneghino, Lele prima di abbracciare la professione visse un anno in un kibbutz (1989). Lo accompagnava nell' esperienza la fresca sposa, Tamara Rabà, colta tra i fiori della comunità milanese e valente psicoterapeuta, specializzata in psicodramma collettivo.

 

Tornati in Italia, ebbero due figli e Fiano si organizzò la vita imboccando tre strade insieme. Iniziò a fare seriamente l' architetto come libero professionista. Entrò nella comunità ebraica con ambizioni di comando. Si affacciò alla politica, prendendo la tessera Ds.

EMANUELE FIANO E MATTEO SALVINI EMANUELE FIANO E MATTEO SALVINI

 

In pochi anni, divenne presidente della comunità ebraica milanese. La politica invece prese il sopravvento sulla libera professione che abbandonò presto. Già nel 1996, Lele si candidò alla Camera nel collegio del Giambellino. Ma erano tempi in cui il centrodestra trionfava a Milano e fu trombato. L'anno dopo però, alle elezioni amministrative, gli riuscì di entrare in consiglio comunale. Vi rimase quasi un decennio. Fece alcune cose buone, sempre in quella sua visione prevalentemente ebraica.

 

Sostenne, per esempio, la creazione a Milano del Giardino dei Giusti al Monte Stella, sul modello dello Yad Vaschem di Gerusalemme. Una montagnola di detriti, come il Testaccio romano, poi bonificata con verde e alberi, intestati a persone che, col rischio della vita, si opposero a crimini umanitari.

EMANUELE FIANO EMANUELE FIANO

 

Fondò poi, Sinistra per Israele, correntina ds. È servita a dare un tetto ai filosionisti, in un partito cha ha sempre stravisto per Arafat, Olp e compagnia. Gli fu accanto Piero Fassino, allora sugli scudi, che lo impose a livello nazionale. Grazie alla spinta dello spilungone torinese, Lele approdò nel 2006 a Montecitorio. Da allora, è lì ininterrottamente.

 

ANTIFASCISTA CAOTICO

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L' essenziale è detto. Veniamo all' iniziativa che gli dà una ventata di notorietà: il provvedimento che vieta sotto ogni forma le nostalgie fasciste. Con la sua storia familiare, Fiano è ovviamente un antifascista al cubo. Pronto perciò a confondere fascismo e nazismo, neofascismo e fascismo, saluti romani allo stadio e olio di ricino ingollato a forza. Più volte, anche negli anni passati, ha rinverdito la lotta antifascista come se ne temesse l'appassimento.

 

Ha additato come fasciste anemiche formazioni politiche ingiungendo di non ammetterle alle elezioni. Si è opposto alle commemorazioni, più o meno affollate di nostalgici, delle vittime neofasciste (per mano comunista) degli anni di piombo, ecc. Tanto è monomane che chiama fascisti, supremo dileggio, anche gli estremisti di sinistra che ce l' hanno con lui perché ebreo e filoisraeliano.

 

I BRIGATISTI NELLE FOGNE

Per queste ragioni, un paio di anni fa, reagì contro tale Francesco Giordano, brigatista rosso condannato a 21 anni per l' assassinio di Walter Tobagi, dicendo: «Qualcuno sta riaprendo i tombini delle fogne non scendo al livello di discutere con questi nipotini di Hitler».

EMANUELE FIANO EMANUELE FIANO

 

Come vedete, incapace di elaborare un linguaggio appropriato alle origini comuniste del suo detrattore, ricorre autisticamente alla damnatio antifascista - i topi delle fogne, i nipoti di Hitler - che è la sola favella di cui dispone. Quello di Fiano è un caso di scuola. Prigioniero della sua biografia familiare e dei suoi dolori confonde i nemici reali con altri immaginari.

 

Ora, con la leggina balneare -un articolo solo- ha preso a bersaglio i reperti del mussolinismo. Trattasi del merlot col duce sull' etichetta o il gagliardetto della Decima Mas che trovi sulle bancarelle di Porta Portese. Previsti da 6 mesi a 2 anni per chi li produce o possiede. Un terzo di più, se vendita o diffusione sono fatti via internet. Punita con la stessa severità la «gestualità» fascista. Galera per «eia eia», la mandibola prominente, i pugni ai fianchi. Una barzelletta. A chi parla di esagerazione, Fiano risponde col suo broncio impenetrabile: è dalla pallina di neve che nasce la valanga.

 

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conservatore a seconda C' è però un ma. Con questa legge potrebbe andare in carcere perfino chi critica l' immigrazione in corso. È lo stesso Lele che lo adombra in un' intervista, sostenendo l' utilità del suo progetto: «Oggi su Facebook si carica un discorso di Joseph Goebbels riferiti alla razza ebraica o a non dovere mescolare gli italiani con gli africani e in un attimo arriva a milioni di persone».

 

Alt: significa che, con la trappola del nazifascismo, non posso oppormi all'africanizzazione? Gridare che non voglio? L' istinto di conservazione nazionale, storica, religiosa, non sarà il massimo, caro Fiano, ma è nelle nostre fibre. E lei, così geloso e conservatore nel suo ebraismo, dovrebbe essere il primo a capire.

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