ROMPO I COGLIONI, MA SOTTOVOCE – BRUXELLES IN GUANTI BIANCHI PER RANDELLARE I CONTI PUBBLICI ITALIANI: NON DISTURBIAMO IL MANOVRATORE PENTALEGHISTA, PER ORA – LA COMMISSIONE UE CHIEDE COMUNQUE QUEST’ANNO UNA MANOVRINA DA 10 MILIARDI, MA CON CALMA E SENZA FRETTA

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Antonio Pollio Salimbeni per il Messaggero

 

JUNCKER JUNCKER

Passi felpati con l' Italia. Nessuna richiesta immediata di interventi sui conti pubblici, giudizio sospeso sul 2018 e sul 2019, dopo un 2017 che si chiude bene: il governo ha rispettato la regola del debito, per cui ha scampato la procedura di infrazione. La Commissione Ue conferma la linea della massima prudenza e nelle nuove raccomandazioni invia a Roma indicazioni sulla base delle quali il governo sarà giudicato.

 

Tuttavia, tra queste indicazioni, c' è anche quella di «agire nel 2018 e nel 2019» per assicurare l' anno prossimo un aggiustamento strutturale del deficit pari allo 0,6% del pil (10,6 miliardi). E poi: ridurre la durata dei processi civili; mantenere il ritmo di riduzione delle sofferenze bancarie; attuare la riforma delle politiche attive del mercato del lavoro (e difendere le riforme delle pensioni fatte e ottenendo risparmi «intervenendo su quelle elevate non finanziate dai contributi», in linea con quanto indicato nel programma di governo M5S-Lega).

 

Queste sono le 4 raccomandazioni sintetiche che appaiono nel documento di dieci pagine che sarà sottoposto all' Ecofin.

 

I NUMERI

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Il Tesoro incassa il risultato sottolineando il riconoscimento da parte di Bruxelles che «l' evoluzione del debito dell' Italia è conforme alle regole» e che i conti 2018 saranno valutati ex post. Il ministero dell' Economia aggiunge: «Tra le raccomandazioni all' Italia non figura il ricorso a ulteriori misure di correzione dei conti pubblici da adottare nel corso del 2018». Tuttavia, nel testo della raccomandazione è scritto chiaramente che «dovrebbero essere prese le necessarie misure fin dal 2018 per rispettare il patto di stabilità» dato che l' aggiustamento quest' anno «appare inadeguato».

 

MATTARELLA JUNCKER MATTARELLA JUNCKER

Non c' è una richiesta esplicita di manovra subito, ma la Commissione ritiene che nei prossimi mesi dovrebbero esserci azioni di aggiustamento. Le valutazioni finali si faranno nella primavera 2019 sulla base dei conti certificati da Eurostat. Nel 2018 «c' è il rischio di una deviazione significativa dal percorso verso l' obiettivo di medio termine». Il messaggio è che se l' Italia vuole evitare tra un anno una procedura per violazione del patto di stabilità dovrebbe agire «già nel 2018».

 

merkel macron merkel macron

Alla domanda se tutto questo si traducesse in una richiesta di interventi immediati da parte del governo, il commissario Pierre Moscovici ha ribattuto: «Rispondere adesso in modo burocratico non ha senso perché è in corso la formazione del governo, le cifre sono là e parleremo con il governo al momento giusto dialogando in modo estremamente costruttivo». L' Italia continui a ridurre deficit strutturale e debito, ha rincalzato il vicepresidente Dombrovskis.

padoan moscovici padoan moscovici

 

C' è un fattore economico che spiega la massima allerta sull' Italia: «L' alto debito e le dinamiche prolungate di debole produttività implicano rischi di rilevanza transfrontaliera in un contesto di uno stock di sofferenze bancarie elevate, sebbene in calo, e di una disoccupazione elevata, anche se in fase di riduzione», è scritto nelle raccomandazioni. Di conseguenza, «la necessità di un' azione per ridurre il rischio di effetti negativi sull' economia italiana e sull' economia dell' unione monetaria, data la dimensione e la rilevanza dell' economia italiana, è particolarmente importante».

 

L' Italia è sempre più considerata estremamente vulnerabile. Un rischio per l' Eurozona. Ma c' è anche un fattore politico: Berlino, Parigi, Vienna, L' Aja scrutano con attenzione le mosse italiane, preoccupate sia per la stabilità dell' Eurozona sia per le pressioni interne dei partiti euroscettici o variamente euroallergici.

DOMBROVSKIS DOMBROVSKIS

 

I RIMPATRI

L' allarme non è solo per la stabilità finanziaria, ma anche per la crisi dei migranti. Rispondendo alla domanda se non fosse preoccupato per i rimpatri forzati prefigurati da M5S-Lega, il presidente Juncker ha detto: «Il governo italiano non è ancora formato e noi lavoriamo non sugli annunci ma su ciò che un governo fa: certamente saremo attenti affinchè siano salvaguardati interamente i diritti degli africani che sono in Italia».

 

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