ROTTURA DI MARÒ – LA GESTIONE DEL CASO LATORRE-GIRONE? UNA LUNGA CATENA DI ERRORI, DALLO SBARCO AL BALLETTO SUL MANCATO RIENTRO IN INDIA, FINO ALLA TRATTATIVA CON MODI CHE FINORA CI HA PRESO IN GIRO

Più volte si è ipotizzato di far ricorso a un arbitrato internazionale, ma l’Italia non ha mai fatto un passo formale per non interferire con le trattative in corso. Trattative che però si sono rivelate infruttuose, con Modi che avrebbe dovuto trasformarsi in un interlocutore attento, dopo aver usato il caso dei pescatori uccisi in campagna elettorale…

Condividi questo articolo


Francesca Sforza per “la Stampa

 

salvatore girone Massimiliano Latorre salvatore girone Massimiliano Latorre

Se subito dopo l’incidente che ha coinvolto i due fucilieri italiani a bordo della petroliera in servizio anti-pirateria Enrica Lexie il 15 febbraio 2012, si fosse eseguito l’ordine venuto dai vertici della Marina, di non dirigersi verso il porto indiano di Kochi e di non far mettere piede a terra a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, oggi non staremmo qui a interrogarci sul loro destino, né su quello dei rapporti Italia-India.

 

E del resto, perché mai il comandante della Lexie Umberto Vitelli, che non è un militare e che risponde a un armatore, non a un governo, avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di entrare in conflitto con il proprio datore di lavoro e rifiutarsi a una sua precisa indicazione, quella di assecondare le autorità indiane per non perdere buoni clienti?

 

La mancata chiarezza del decreto legge del 12 luglio 2011 (e della successiva convenzione firmata da Difesa e Confitarma l’11 ottobre) sulle regole di ingaggio dei militari in servizio anti-pirateria su imbarcazioni civili è il primo di tutti gli errori che sono stati inanellati in questa brutta storia, che colpisce - oltre gli interessati - l’immagine del nostro Paese. 
 

Salvatore Girone Massimiliano Latorre Salvatore Girone Massimiliano Latorre

Le regole d’ingaggio
Il secondo errore è stato nel sottovalutare, complessivamente, la posizione e le ragioni degli indiani, che contavano comunque due pescatori morti, due famiglie a rischio miseria e un’opinione pubblica sì abituata alle vessazioni degli ultimi, ma pronta a esplodere se a colpirli sono degli stranieri.

 

Durissima quindi, fu la reazione al pagamento che gli italiani decisero di stanziare, in forma di risarcimento, alle famiglie dei pescatori colpiti. Non sembrò affatto un gesto compassionevole, ma il tentativo sprezzante di chi crede di poter mettere tutto a posto con i soldi, nonché un’ ammissione di colpevolezza.

 

NARENDRA MODI FA YOGA NARENDRA MODI FA YOGA

Se anziché dedicarsi a questa goffa trattativa ci si fosse concentrati su come interpretare a proprio favore la Convenzione per la Repressione di Atti Illeciti contro la Sicurezza della Navigazione Marittima - che presenta vuoti legislativi e margini, seppur piccoli, di intervento - forse anche da parte indiana si sarebbe mostrata maggiore disponibilità.
 

L’equivoco sul premier
E invece, e siamo al terzo errore, si è scelto di proseguire sulla strada della diplomazia caratteriale, negando ai due marò il rientro a Delhi al termine della licenza per poter votare alle legislative del 2013. Decisione il cui aspetto più clamoroso è stata un’assoluta mancanza di riflessione sulle conseguenze. Tant’è che si è dovuto fare marcia indietro. 
 

Nel frattempo veniva sollevata a più riprese la bandiera dell’internazionalizzazione del caso e dell’arbitrato internazionale, ma così come quest’ultimo non è stato mai avviato - ne scriveva ieri «La Stampa» - non risulta che gli eventuali interventi di altre diplomazie abbiano sortito alcun effetto. Si obietterà che avviare un arbitrato avrebbe chiuso le porte a qualsiasi negoziato-ombra.
 

Paolo Gentiloni Paolo Gentiloni

Obiezione accolta, ma se il risultato è quello di veder negata la licenza natalizia - che poi significa un ulteriore inasprimento della vicenda in senso lato - allora è legittimo dubitare che nell’ombra si stia negoziando qualcosa di sensato. Sullo sfondo, il fraintendimento del personaggio Modi, che ha usato i marò come clava durante la campagna elettorale e che poi, a elezioni vinte, si sarebbe dovuto trasformare nel migliore degli interlocutori possibili. Al momento le cose non stanno così.

Pinotti Pinotti

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...