L’EUROPA AD UNA SOLA VELOCITA’: QUELLA TEDESCA E FRANCESE. PURE NELLA DIFESA – L’ITALIA S’ACCODA SENZA PRENDERE NEMMENO LE BRICIOLE: LE AGENZIE UE CHE LASCERANNO LONDRA PER LA BREXIT ANDRANNO A FRANCOFORTE ED IN UN PAESE DELL’EST, NON A MILANO 

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Alberto d’Argenio per la Repubblica

 

MERKEL MACRON MERKEL MACRON

Ecco i primi passi della rinnovata cooperazione franco-tedesca con l' asse tra Merkel e Macron: l' Unione accelera di sei mesi e i capi di Stato e di governo a Bruxelles annunciano la nascita della difesa europea. «Un passo storico», lo ha definito ieri Macron, al suo esordio ad un vertice Ue.

 

Una risposta politica alla Brexit, con l' Europa che fa vedere di scommettere ancora sull' integrazione e sul suo futuro e di saper reagire ai dubbi di Trump sul ruolo della Nato, anche se il progetto europeo vuole essere complementare e non alternativo all' Alleanza.

 

germania francia e polonia battle group dal 2006 (1) germania francia e polonia battle group dal 2006 (1)

Con il lancio della difesa Ue partiranno i "Battle groups" europei, battaglioni misti per la reazione rapida e il dispiegamento di truppe in teatri di crisi esterni all' Unione. Parte anche il Fondo per la difesa europea con le risorse per ricerca e sviluppo in campo militare. Se la regia dell' operazione è di Federica Mogherini, sarà la Francia ad avere un ruolo guida visto che dopo Brexit Parigi è l' unica capitale con un seggio permanente Onu e un arsenale nucleare. I leader hanno anche trovato l' accordo per la lotta ai foreign fighters e per contrastare l' uso del web da parte dei terroristi.

 

Sono state poi rinnovate le sanzioni alla Russia: Gentiloni ha però ottenuto che in futuro non siano più allungate automaticamente, ma dopo una discussione politica. «La cooperazione franco-tedesca porta frutti molto positivi», rimarcava ieri Merkel. Ma la rinnovata alleanza può anche avere effetti indesiderati, come nel caso delle agenzie Ue che dovranno lasciare Londra nel post-Brexit: Eba (banche) ed Ema (farmaci), per la quale corre Milano.

 

JUNCKER GENTILONI JUNCKER GENTILONI

Nei giorni scorsi da Bruxelles erano usciti i criteri per la loro assegnazione che rischiavano di mettere fuori gioco il capoluogo lombardo poiché lasciavano spazio agli accordi sottobanco tra governi. E si parla di un patto tra Merkel e Macron per portare l' Eba a Francoforte e l' Ema in una città dell' Est europeo per accontentare i governi orientali e tenere compatto il fronte Ue nella Brexit.

 

Grazie al lavoro della diplomazia italiana, Gentiloni è riuscito a far cambiare le regole: criteri oggettivi e tecnici avranno maggior peso nella scelta dei 27, attesa per ottobre. Milano resta così in gioco, anche se non è ancora al riparo da tranelli politici.

 

theresa may firma la richiesta secondo l articolo 50 theresa may firma la richiesta secondo l articolo 50

Intanto ieri Theresa May ha assicurato che nessun cittadino europeo sarà forzato a lasciare il Regno dopo la Brexit, spiegando che chi risiede oltremanica da 5 anni avrà pieni diritti ma respingendo la giurisdizione della Corte Ue negli eventuali contenziosi: «Abbiamo tribunali rispettabilissimi ». Chi non avrà maturato in 5 anni entro il marzo 2019, quando la Brexit sarà consumata, avranno un periodo di grazia di 2 anni per regolarizzarsi. Da vedere se gli europei accetteranno la proposta.

 

Oggi infine ci sarà la partita sui migranti, con l' Italia che chiederà una ridistribuzione dei richiedenti asilo tra partner più efficace e soprattutto proverà a far passare il principio che chi viene salvato nel Canale di Sicilia possa essere sbarcato anche in altri paesi costieri Ue.

 

 

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