L’EUROPA NON RUSSA – ALLA FINE L’EUROPA SBUGIARDA MACRON, CHE VOLEVA FAR RIENTRARE MOSCA DENTRO IL G7 (CHE SAREBBE TORNATO G8 COME AI TEMPI DI SILVIONE E PRATICA DI MARE) – MA PASSA LA LINEA BRITANNICA-TEDESCA, E ANCHE AI RUSSI NON SEMBRA FREGARE PIÙ DI TANTO: “PER NOI NON È UN OBIETTIVO” – VIDEO

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Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”

 

PUTIN MACRON PUTIN MACRON

No dall'Europa e niet anche da Mosca: l'idea di Emmanuel Macron non sgradita a Donald Trump di far tornare la Russia nel G7 dopo la quarantena seguita all'annessione della Crimea non riscuote successo. Alla vigilia del vertice di Biarritz, il padrone di casa francese sembra perdere lo smalto di grande mediatore globale. Il clima, d'altra parte, non è propizio agli accordi, tra Brexit che si profila sempre più dura, la recessione che incombe, la guerra commerciale con la Cina, la Siria, l'Iran e l'imprevedibile Trump, che aveva lasciato l'ultimo G7 in Canada dando del «disonesto» al premier Trudeau.

 

IL CREMLINO

putin berlusconi bush pratica di mare putin berlusconi bush pratica di mare yelizaveta peskova con il padre dmitri peskov yelizaveta peskova con il padre dmitri peskov

Sulla Russia, i primi a mostrarsi scettici sono stati ieri i diretti interessati. Per il portavoce di Vladimir Putin al Cremlino, Dmitri Peskov, «il ritorno nel G7, ex G8, non è un obiettivo di per sé per la Russia. In ogni caso, la Russia pensa che adesso non sia molto efficace discutere di questioni globali, di geopolitica, di sicurezza e economia senza Cina e India. Quindi meglio altri formati, come per esempio il G20, che sembrano più adatti». Più che scettica anche l'Unione Europea, per niente favorevole a resuscitare il G8.

 

dmitry peskov dmitry peskov vladimir putin angela merkel vladimir putin angela merkel

«I motivi che hanno portato all'esclusione di Mosca sono ancora tutti validi» ha fatto sapere ieri a Bruxelles un alto funzionario Ue. E tanto per essere chiari, la stessa fonte ha precisato che il G7 «deve continuare a essere un gruppo composto di democrazie che rispettano lo stato di diritto: far rientrare la Russia ora sarebbe un segno di debolezza e anche controproducente».

 

angela merkel ha un malore durante la visita del capo di stato ucraino zelensky a berlino 3 angela merkel ha un malore durante la visita del capo di stato ucraino zelensky a berlino 3

Un'opposizione netta è arrivata ovviamente dall'Ucraina, dove il presidente Volodymyr Zelensky ha ricordato che la guerra nel Donbass è ancora in corso, che la Crimea è ancora occupata da Mosca e che il Cremlino sostiene militarmente i separatisti filorussi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. «Nulla ha scritto Zelensky su Facebook è cambiato dal marzo del 2014. La Crimea ucraina occupata come prima, il Donbass ucraino soffre per la guerra».

 

trump putin trump putin

Se Trump ha giudicato «sensato» pesare a un rientro della Russia nel consesso dei grandi un rientro che potrebbe avvenire il prossimo anno proprio negli Usa, organizzatori di turno del G7 Macron ha poi precisato che «la riabilitazione» non dovrebbe avvenire «senza condizioni», cosa che sancirebbe «una sorta di impunità» e «un errore strategico». Per il presidente francese, però, «è necessario reinventare le relazioni con Mosca».

 

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Poco favorevoli a riaccogliere Putin anche la Gran Bretagna e la Germania. Se Angela Merkel ha riconosciuto che c'è stato «qualche piccolo passo» nell'applicazione degli accordi di pace in Ucraina orientale, ha comunque giudicato «insufficienti» i progressi fatti finora. Ancora più esplicito Boris Johnson: «Ci sono ancora provocazioni della Russia, e non soltanto in Ucraina ma anche altrove». Il premier ha citato, tanto per fare un esempio, «l'uso di armi chimiche sul suolo britannico», a Salisbury, quando una ex spia russa e la figlia Ioulia erano stati avvelenati nel marzo 2018.

 

IL TEMA

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Da oggi i leader cominceranno ad arrivare a Biarritz. Se Mosca ha monopolizzato le discussioni della vigilia, la lotta alle disuguaglianze è il tema che Macron ha voluto imporre al vertice: le disuguaglianze economiche e anche quelle di genere. Sarà la prima volta che i grandi del pianeta affronteranno i problemi legati alle non pari opportunità sul lavoro. Secondo un rapporto del Fmi, ridurre le disuguaglianze di genere potrebbe far aumentare il Pil globale da 12 a 28 mila miliardi di dollari entro il 2025.

 

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