IL RUGGITO DEL NANO-LEONE - SARKOZY IN MODALITÀ LE PEN VUOLE TORNARE A GUIDARE L’UMP E POI RIPRENDERSI L’ELISEO: “HOLLANDE? UN DISASTRO, I FRANCESI NON NE POSSONO PIÙ DELLE TASSE, DELL’INSICUREZZA E DI UN’EUROPA CHE PRETENDE DI DETTAR LEGGE NELLA LORO VITA QUOTIDIANA”

Riconquistare il partito (oggi e domani il voto per scegliere il presidente) è una tappa necessaria nella corsa all’Eliseo, Sarkozy non vuole brutti scherzi e spara a zero contro gli immigrati e i commissari di Bruxelles, promette di ridurre le competenze Ue e limitare i lavoratori europei a basso costo...

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Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera

 

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Non si produrrà mai la Clairette de Bellegarde (un vino bianco, ndr ) in California, non si produrranno le olive di Nîmes altrove che a Nîmes, o il riso della Camargue altrove che in Camargue!», proclama non a caso a Nîmes un Nicolas Sarkozy iper-patriota, amante della Francia e della Nazione — comprese le sue più locali declinazioni gastronomiche — nell’ultimo comizio da candidato alla guida dell’Ump, che lui peraltro non cita mai preferendo la formula «la mia famiglia politica» (se vincerà, gli cambierà il nome). 
 

SARKOZY CARLA BRUNI INSTAGRAM SARKOZY CARLA BRUNI INSTAGRAM

Da stasera alle 20 e fino alla stessa ora di sabato gli iscritti al partito di centrodestra potranno votare online per scegliere il nuovo presidente, dopo il disastro del 2012 quando François Fillon e Jean-François Copé si accusarono di brogli a vicenda gettando nel caos l’opposizione al governo socialista. 
 

Gli iscritti sono circa 270 mila, ma potranno votare solo quelli in regola con le quote di adesione (e la cifra scende sensibilmente, sotto ai 150 mila). Riconquistare il partito è tutto sommato una seccatura, per Sarkozy: lui che è già stato presidente dell’Ump nel 2004, che durante i cinque anni all’Eliseo ha diretto non un partito ma la Francia, si ritrova a dover ripartire quasi dal via.

 

Ma l’elezione di domani è una tappa necessaria in vista delle partite più importanti, le primarie del 2016 e l’elezione presidenziale l’anno successivo. Sarkozy non può perdere: se il suo ex ministro dell’Agricoltura Bruno Le Maire o l’outsider Hervé Mariton dovessero sconfiggerlo a sorpresa, ritorno e carriera politica finirebbero qui. E visto i sondaggi che lo danno in testa ma senza l’amplissimo vantaggio sperato, ieri sera Sarkozy ha deciso di andare sul sicuro, davanti a 3.000 militanti di una regione, il Sud della Francia, dove il Front National è molto forte. 
 

Francois Hollande Francois Hollande

Sarkozy ha criticato il «disastro» di Hollande ma non ha detto una parola su come affronterebbe, lui, la disoccupazione o la crescita zero. Si è abbandonato invece a un discorso tutto identitario, pieno di riferimenti storici (dagli Albigesi a De Gaulle), in difesa della Francia eterna contro le minacce del trattato di libero scambio tra Europa e Usa, contro Schengen e l’invadenza di Bruxelles. Temi mai evocati con parole così dure e così simili a quelle di Marine Le Pen, che domani apre il congresso del Fn a Lione: sarà interessante paragonare i due interventi. 
 

MARINE LE PEN MARINE LE PEN

Sarkozy ha detto che «i francesi non ne possono più di vedersi confiscato il frutto del loro lavoro, non ne possono più delle tasse, dell’egalitarismo, delle norme, della burocrazia, dell’insicurezza, della concorrenza sleale, non ne possono più di vedere la laicità attaccata nel Paese che è il loro Paese, non ne possono più di un’Europa che pretende di dettar legge nella loro vita quotidiana». 
 

Sarkozy promette di ridurre le competenze Ue e dare più potere a Parigi, vuole difendere la Nazione contro i lavoratori europei a basso costo, contro i commissari di Bruxelles che trattano la Francia con arroganza e contro gli immigrati che non si vogliono assimilare. Come Éric Zemmour, autore del bestseller «Il suicidio francese», Sarkozy descrive una Francia ridotta al silenzio e agonizzante. In più, suggerisce il nome del salvatore. 
 

 

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