SALVINI SALVA RENZI - VENEZIANI: "UN LEADER TRANSITORIO. PRENDERĂ€ VOTI ALLA SINISTRA E A GRILLO MA RISCHIA DI ESSERE FUNZIONALE ALLE VITTORIE DI RENZI" (L'ITALIA SI CONQUISTA CON IL CETO MODERATO, ALTRO CHE CASA POUND)


le pen e salvini come olindo e rosa per riccardo bocca

Massimo Rebotti per il “Corriere della Sera”

 

Sì, la piazza di Salvini è stata una novità, anche promettente». Marcello Veneziani, uno degli intellettuali più rappresentativi della destra italiana, risponde senza esitazioni. Non significa che gli sia piaciuto tutto del sabato romano organizzato dalla nuova Lega «lepenista», ma in quella manifestazione ha visto un «ritorno della politica a destra dopo diversi anni di immobilismo causato anche dalle questioni personali di Berlusconi». 
 

Quella di Salvini è stata una piazza classicamente di destra? 
«Direi di sì. Si inserisce tra l’altro in un fenomeno europeo che in alcuni Paesi è anche più vasto che da noi: contro l’Ue e l’immigrazione incontrollata». 
E la Lega può guidare quest’onda? 
«Su questo ho qualche dubbio. Per quanto il suo leader si stia impegnando, la Lega resta una forza macroregionale. Al Centrosud non avrà mai consensi paragonabili a quelli che raccoglie al Nord. È chiaro che Salvini, al di là di quanto dice nei comizi, deve trovare intese con forze nazionali». 
 

SALVINI CONTESTAZIONE A ROMA

Chi? 
«La destra italiana, in fuga dal berlusconismo, è dispersa: tra l’astensione, Grillo, magari è anche da Renzi. Salvini può raccogliere molti, ma è un leader transitorio. Una ciambella di salvataggio». 
In che senso? 
«Il leader della Lega ha un grande merito: sta ridando vigore, vita, a una destra che era esangue, immobilizzata dalle questioni personali — a volte comprensibili ma sempre personali — di Berlusconi. Però non sarà lui il punto di arrivo». 
 

SALVINI SICILIA 1

Perché? 
«Perché Salvini semplifica molto. Mi spiego: Salvini è efficace perché è semplice, ma proprio perché è semplice, è anche fragile. Giorgia Meloni, per esempio, semplifica meno. Non parla attraverso le felpe». 
Però ha anche meno consenso. 
«Così vanno i tempi. Ma la piazza di sabato è stata lo stesso significativa: è la prima del dopo Berlusconi». 
 

Si è detto tante volte. 
«Questa volta è evidente. Matteo Renzi incarna una versione giovanile, politicamente corretta, direi omeopatica, del berlusconismo. Matteo Salvini invece ne eredita la parte populista. Ecco perché Berlusconi politicamente è finito». 
Sul fronte populista c’è la concorrenza di Beppe Grillo
«Quello mi sembra un fenomeno destinato a declinare. Salvini ora è più efficace». 
 

ELISA ISOARDI E SALVINI

Fino al punto da insidiare Renzi? Oppure quella della Lega è esattamente l’opposizione che il premier si augura. 
«Per ora la seconda ipotesi. Renzi può fare il partito della nazione. A sinistra Landini, a destra Salvini. Per lui è perfetto. Il leader della Lega rischia di avere lo stesso ruolo che ebbe in Francia Le Pen padre: elettoralmente significativo, attorno al 15%, ma funzionale alle vittorie della sinistra. Per François Mitterrand, per esempio, Le Pen era un’assicurazione sulla vita». 
 

MATTEO SALVINI 1

Ora però in Francia Le Pen figlia è in testa ai sondaggi 
«Infatti. Alla fine saranno i numeri a decidere cosa diventerà Salvini. Se resta tra il 15 e il 18 per cento sarà funzionale a Renzi. Se cresce, lo scenario cambia. E i moderati dovranno scegliere: Renzi o Salvini». 
 

Cosa ha detto il leader della Lega di convincente, secondo lei, che potrebbe farlo crescere ancora? 
«La descrizione, che è reale, del cittadino comune tartassato. La narrazione dei «piccoli» minacciati: dai tecnocrati di Bruxelles, dall’immigrazione senza controllo, dalla concorrenza delle merci cinesi a costi irrisori. Funziona. E Salvini intercetterà consensi anche tra chi in passato ha scelto la sinistra. È già successo in Francia». 
 

A Roma però in piazza c’erano anche i neofascisti . 
«Non mi pare così rilevante. Certo chi si richiama a esperienze nostalgiche da Salvini non si sente respinto». 
 

CASAPOUND jpeg

E CasaPound? 
«Del fascismo hanno una visione tra l’ideologico e il sentimentale. Ma più che del Ventennio hanno nostalgia degli anni 70». 
In che senso? 
«Sono giovani che cercano discorsi forti, radicali. Non nego che possa esserci qualche testa calda, ma nel complesso non li trovo inquietanti. Se una forza estrema cerca risposte politiche, si presenta alle elezioni, partecipa, questo è un percorso positivo». 
 

Hanno fatto esordire una nuova sigla — «Sovranità»— e un simbolo, le tre spighe di grano. Cosa vuol dire? 
«Il riferimento probabilmente arriva dal loro modello, Ezra Pound ( poeta e saggista statunitense sostenitore del regime fascista, ndr ). Il grano, il pane come simbolo dei beni reali, della terra, rispetto alla finanza immateriale, alla speculazione. Immaginario tipico della destra radicale. Magari pensano anche alla “Battaglia del grano”, a Mussolini». 
 

matteo salvini 5

E poi molti, Salvini compreso, tifano per Putin. Ma qual è il pantheon di questa nuova destra? 
«Ormai i pantheon non servono: tutto è presente, contingente, utile per un uso politico immediato. Restano suggestioni storiche, culturali, ma punti di riferimento veri non ce ne sono più. Basta guardare Renzi, dall’altra parte». 
 

Finora ha parlato da osservatore. Ma a lei personalmente, da uomo di destra, Salvini l’ha convinta? 
«Resto troppo legato all’identità nazionale e al mio essere meridionale per entusiasmarmi. Di Salvini mi interessa la pars destruens , la demolizione del vecchio edificio. Per costruire ci vorranno anche altri interlocutori». 

 

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