1. RETROSCENA SULLA ROTTURA DI GRILLO CON IL M5S DA LUI CREATO CON CASALEGGIO SR
2. L'EX STEWARD DI POMIGLIANO HA SCELTO IL “BURATTINAIO” DEL SUO FUTURO. E NON È BEPPE MA DAVIDE CASALEGGIO CHE DETTA STRATEGIE E SLOGAN PER LA CAMPAGNA ELETTORALE
3. LA PIÙ “PESANTE” DI TUTTI: IL MOVIMENTO È PRONTO A FARE ALLEANZE CON UNO O PIÙ PARTITI DOPO IL VOTO. BASTA ACCOGLIERE LA “MAGGIORANZA DEI PUNTI PROGRAMMATICI” DEL M5S
4. TRATTATIVE SOTTOBOSCO DI CASALEGGIO CON SALVINI, ATTRAVERSO IL LEGHISTA GIORGETTI
5. GRILLO AVREBBE PROMESSO VENDETTA-FURIOSA-VENDETTA CONTRO GLI USURPATORI DI MAIO/CASALEGGIO. ORA SI SPIEGA IL MOTIVO PERCHÉ DI BATTISTA NON SI È CANDIDATO ALLE ELEZIONI. E’ LUI IL PUPO CHE IL PUPARO GRILLO CONTA DI UTILIZZARE IN CHIAVE ANTI-DI MAIO 

Condividi questo articolo


 

DAGONOTA

 

LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO LUIGI DI MAIO DAVIDE CASALEGGIO

Come Dagoanticipato in tempi non sospetti, Grillo si è allontanato dalla sua creatura. Fino a poco fa, i contorni del divorzio erano confusi. Ora diventano sempre più nitidi e si capiscono i motivi (profondi) della rottura.

 

Lo steward di Pomigliano ha scelto il “burattinaio” del suo futuro politico. E non è Beppe. Ormai è noto a tutti che “Giggino” s’è affidato mani e piedi (e, soprattutto, cervello) a Davide Casaleggio, preferendolo a Beppe. E Casaleggio junior che detta cifra, contenuti e slogan per la campagna elettorale. Financo, strategie.

GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO GRILLO - DI BATTISTA - DI MAIO

 

La più “pesante” di tutti è il futuro del Movimento a partire dal 5 marzo. Davide ha detto a Di Maio e Di Maio ripete a pappagallo che il Movimento è pronto a fare alleanze con uno o più partiti dopo le elezioni. La condizione? Accogliere la “maggioranza dei punti programmatici” a Cinque stelle. A quel punto, per “Giggino” si aprirebbero le porte di Palazzo Chigi e per Casaleggio i sofà dei salotti buoni.

 

Giancarlo Giorgetti Giancarlo Giorgetti

Una posizione che Grillo vede peggio di un cane in chiesa. E non è un caso che il comico abbia paragonato le alleanze post elettorali al panda che mangia la carne.

 

E quale potrebbe essere il partito pronto a fare alleanze con l’M5S? Indiziato “numero uno” è, ovviamente, la Lega. Dalle parti della Pianura Padana si racconta che a tessere i rapporti fra i lumbard ed il Movimento sia quel tal Giorgetti che, per mancanza di materiale umano, è diventato il “gianniletta” di Salvini.

SALVINI POPULISTA SALVINI POPULISTA

 

Beppe lo è venuto a sapere e ci è rimasto malissimo. Tant’è che oltre al blog personale abbia in mente di marcare ulteriormente la distanza dalla sua “creatura”. Al punto che avrebbe promesso vendetta-furiosa-vendetta contro il duplex Di Maio/Casaleggio. Ma soprattutto contro il Burattinaio di GiGGino.

 

Ora si spiega il motivo perché Alessandro Di Battista non si è candidato alle elezioni. E’ lui il Pupo che il Puparo Grillo conta di utilizzare in chiave anti-Di Maio e contro il Movimento.

 

IL BLOG, UN TESORETTO DA MEZZO MILIONE ALL’ANNO

Domenico DI Sanzo per il Giornale

 

Il fondatore del Movimento dei «francescani» e della «decrescita felice» stacca il suo blog da Casaleggio, l' altro fondatore, per papparsi i ricavi della pubblicità. È la brutale, ma vera, sintesi di quello che sta accadendo tra Beppe Grillo, il suo blog e l' azienda di famiglia del guru dei Cinque Stelle. Un business fatto di inserzioni, banner, clic, visualizzazioni. E un bel po' di soldi, il vero motivo del divorzio tra Grillo e la Casaleggio Associati.

beppe grillo davide casaleggio beppe grillo davide casaleggio

 

Un giro d' affari che si può stimare intorno ai 500mila euro annui di introiti pubblicitari, senza contare i diritti d' autore e d' immagine del comico, più i suoi libri, anche loro ai bei tempi editi dalla società editrice «Adagio», di proprietà dei Casaleggio.

 

Tutto, come al solito, è avvolto da una coltre di mistero. Infatti non esistono delle stime ufficiali sui ricavi del blog di Beppe Grillo. E non sono mai esistite. Nel passato si è parlato anche di cifre spropositate come 10 milioni di euro all' anno. La Repubblica in un' inchiesta del 2014 aveva calcolato i ricavi pubblicitari del sito del comico in una cifra oscillante tra i 384mila e i 768mila euro annui. Con 92 centesimi, commissioni escluse, per ogni mille inserzioni cliccate. Infine, l' ammontare stimato con più precisione era di 570mila euro all' anno di guadagni da pubblicità. Secondo una voce interna, un tempo vicina al Movimento e a Casaleggio «ora come ora si tratta di una cifra tirata per i capelli, ma comunque siamo intorno ai 500mila euro all' anno».

GRILLO CASALEGGIO GRILLO CASALEGGIO

 

Un tesoretto pubblicitario dal quale va esclusa tutta «l' attività di merchandising» che ruota intorno allo showman: spettacoli, libri, tour e tutta la sua immagine. E proprio per questo il «garante del M5s» ha richiamato a sé Cencio Marangoni, il vecchio impresario messo in disparte nel 2005 dall' ingresso della Casaleggio Associati nel business-Grillo.

 

Il comico, nelle pochissime occasioni in cui ha dato delle cifre, ha parlato di «500-600mila» visite al giorno per il blog. Ma i dati del traffico sono in picchiata. Secondo Alexa, una società del gruppo Amazon leader nelle classifiche mondiali dei siti web più visitati, il blog nel 2006 era terzo nella top ten mondiale, preceduto solo dalla Cnn e dalla Bbc, nel 2009 si piazzava settimo. Oggi il ranking di Alexa ci dice che il sito di Grillo è nella posizione 22.144 al mondo, 445 in Italia. Per correre ai ripari, la Casaleggio nel 2016 fonda «Il Blog delle Stelle» e «Rousseau». E cominciano i problemi tra i due fondatori, sempre per motivi economici più che politici. Beppe Grillo sembra sempre più isolato e tagliato fuori dalla gestione e dai profitti del blog.

GRILLO CASALEGGIO GRILLO CASALEGGIO

 

A dimostrarlo sono le sue dichiarazioni dei redditi pubblicate sul sito Parlamento.it nella sezione «Dirigenti e tesorieri di partito». Il signor Giuseppe Piero Grillo nel 2015 ha dichiarato 355mila euro, nel 2016 72mila euro. Il comico è più povero di Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista che, grazie al loro stipendio da parlamentari, nel 2016 hanno dichiarato ben 98mila euro a testa.

 

Una dèbacle inaccettabile per il saltimbanco più famoso d' Italia, inserito nel 2009 dalla patinata rivista Forbes tra le più splendenti web star mondiali. Poi, le Stelle sono diventate cinque e sono cominciati i guai e le tensioni con Gianroberto e la sua azienda; attriti che sono esplosi con l' entrata in scena dell' erede Davide e della piattaforma «Rousseau». Grillo ha dovuto vendere pure una villa in Svizzera, a Lugano. Ora basta. Prendi il blog e scappa.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…