SANZIONE, CERCALA SE VUOI – PERCHÉ TRUMPONE HA ESENTATO L’ITALIA DALLA NUOVA TRANCHE DI SANZIONI ALL’IRAN? PER DUE RAGIONI: LA PRIMA SONO GLI INTERESSI USA IN ITALIA. I PATTI SU TAP, MUOS E F-35 ANDRANNO RISPETTATI – LA SECONDA È AVERE UN PAESE CHE MANTENGA APERTI I CANALI E GLI SCAMBI, ALTRIMENTI DIFFICILMENTE CONTROLLABILI DALL’ESTERNO

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1 – LA SCURE DEGLI USA CALA SULL' IRAN A ROMA UNO DEGLI OTTO SALVACONDOTTI

Gabriele Carrer per “la Verità”

 

TRUMP ROHANI TRUMP ROHANI

Tutto come previsto. Anche l' Italia è tra gli otto Paesi che sono stati temporaneamente esentati dalle sanzioni all' Iran imposte dagli Stati Uniti e che quindi potranno importare petrolio dal regime di Teheran. Ma il tutto per un periodo massimo di sei mesi.

 

Ad annunciarlo ieri è stato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, in una conferenza stampa congiunta con il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin. Gli altri Paesi esentati sono Cina, India, Grecia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Turchia.

 

CONTE TRUMP CURRICULUM CONTE TRUMP CURRICULUM

Come spiegare l' esenzione all' Italia, unico Paese del blocco centrale dell' Ue tra gli otto? Due ragioni. La prima, già spiegata dalla Verità domenica scorsa, sono gli interessi Usa in Italia: cioè la realizzazione del Tap, il futuro del radar Muos e l' acquisto da parte del nostro governo di caccia F35 di produzione statunitense.

 

La seconda, illustrata da fonti diplomatiche europee al nostro giornale: gli Usa hanno bisogno di un alleato affidabile che mantenga aperti i canali e gli scambi con l' Iran che, come ogni regime, e in particolare quelli islamisti, sono difficilmente controllabili soltanto «dall' esterno».

 

MUOS 2 MUOS 2

Le sanzioni da ieri in vigore sono state, ha spiegato il segretario Pompeo, nuovamente imposte dopo che erano state abolite come parte dell' accordo sul nucleare del 2015, ratificato da Barack Obama. A maggio il presidente Donald Trump aveva annunciato il ritiro di Washington dall' intesa con il regime degli ayatollah, fortemente voluta dai democratici e dal numero uno della diplomazia europea Federica Mogherini.

 

Una prima tranche di restrizioni economiche era partita ad agosto, ora è arrivata la seconda. Qualche giorno fa Pompeo aveva annunciato «il più severo regime di sanzioni mai imposto», con oltre 700 tra individui ed entità iraniane colpiti e con l' obiettivo di «strangolare» l' economia del Paese.

 

mike pompeo 2 mike pompeo 2

«Le infrangeremo», ha detto il presidente iraniano Hassan Rouhani aggiungendo minacciosamente che gli Usa, i quali per la loro mossa hanno ricevuto il plauso di Israele, «devono essere puniti una volta per tutte». Va tuttavia sottolineato come i Paesi esentati siano proprio i maggiori destinatari l' export petrolifero dell' Iran.

 

Ma anche a quest' obiezione Washington ha pronta la replica. Anzi due. La prima: il segretario Pompeo ha infatti spiegato che le quote temporanee sono figlie del fatto che i Paesi hanno dimostrato di star facendo passi avanti verso l' azzeramento dell' importazione di petrolio iraniano.

 

hassan rohani hassan rohani

La seconda: a differenza di precedenti regimi sanzionatori che hanno colpito l' Iran in passato, quello messo a punto dall' amministrazione Trump sarà particolarmente duro considerato che andrà a colpire i settori chiave dell' economia iraniana, non solo quello petrolifero.

 

Le nuove misure, infatti, riguardano anche il comparto della navigazione, la costruzione navale, la finanze e l' energia. L' obiettivo di Washington, come ha sottolineato il segretario Mnuchin, è la rete Swift, che ha sede a Bruxelles. Tagliando fuori l' Iran da questo sistema per i pagamenti internazionali il Paese finirebbe quasi completamente escluso dal sistema finanziario internazionale.

 

giuseppe conte donald trump 9 giuseppe conte donald trump 9

Fonti del Swift hanno annunciato ieri di aver già interdetto l' accesso ad alcune banche iraniane. Dall' Iran sono arrivate risposte discordanti. Se l' ayatollah Ali Khamenei aveva accusato Trump di aver «screditato» il suo stesso Paese (un Paese, secondo la guida suprema in declino di influenza così come di potenza militare ed economica), il ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, in un' intervista a Usa Today ha detto che l' Iran è pronto a trattative diplomatiche con gli Usa se l' amministrazione Trump cambierà il suo approccio alla discussione sull' accordo nucleare.

hassan rohani 2 hassan rohani 2

 

Forse Zarif spera che sul dossier Iran gli Usa di Trump adottino di nuovo quell' approccio bastone e carota usato già in altri casi, come quello del Nafta. O più probabilmente è l' unica speranza rimasta al governo moderato di Rouhani che, schiacciato dalla crisi economica e dalle sanzioni statunitensi, sta cedendo sempre più consensi ai conservatori vicini a Khamenei.

 

2 – Scattano le sanzioni all' Iran Italia esentata con 7 Paesi

Estratto dell’articolo di Pierluigi Franco per “il Messaggero”

 

(…)

 

giuseppe conte donald trump 8 giuseppe conte donald trump 8

Le sanzioni riguardano settori chiave per l' economia iraniana: energia, finanza, cantieristica e trasporti. L' obiettivo di Trump è chiaro e punta a paralizzare l' economia del Paese. Ad essere colpite sono più di 700 persone, società, aeromobili e navi iraniane o collegate all' Iran. Una mossa che porta a oltre 900 il numero di obiettivi iraniani colpiti dall' amministrazione Trump in meno di due anni, tra cui 50 banche e sussidiarie iraniane e la compagnia aerea di bandiera Iran Air.

 

(…)

 

LE REAZIONI

Difficile capire con precisione come si comporteranno i Paesi europei, tenendo presente che l' accordo sul nucleare resta in piedi nonostante l' uscita degli Usa. La decisione di Trump spiazza l' Ue, schierata favore dell' accordo con i firmatari Gran Bretagna, Cina, Francia, Germania e Russia. Anche perché, se l' obiettivo è colpire l' Iran, in realtà le sanzioni danneggiano molti Paesi occidentali e le loro imprese.

mogherini e rohani mogherini e rohani

 

Oltre al rischio di tornare a nuove tensioni su una eventuale ripresa incontrollata dell' attività nucleare da parte di Teheran. A salutare come un giorno storico il ritorno alle sanzioni è stato invece il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha ringraziato Trump per «la coraggiosa decisione». Di diverso avviso la Turchia, che dall' Iran importa circa la metà del suo fabbisogno petrolifero.

 

DONALD TRUMP SANCTIONS ARE COMING DONALD TRUMP SANCTIONS ARE COMING

Per il vicepresidente turco, Fuat Oktay, «non è logico né giusto aspettarsi che tutti i Paesi obbediscano alle sanzioni contro i loro interessi». Netta la posizione di Mosca. A esprimerla è stato il rappresentante permanente della Russia presso l' Agenzia internazionale per l' energia atomica, Mikhail Ulyanov, che ha parlato senza mezzi termini di »metodi del ricatto economico, delle minacce e delle intimidazioni» da parte di Washington per piegare le nazioni che comprendono l' importanza dell' accordo nucleare con l' Iran.

vladimir putin con hassan rohani vladimir putin con hassan rohani

 

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