SARÀ SALVINI A ROTTAMARE BERLUSCONI? - DOPO IL SUCCESSO IN EMILIA, IL LEGHISTA VUOLE ANDARE ALLE URNE E INCASSARE: “CI VOGLIONO LE PRIMARIE E IO SONO A DISPOSIZIONE. RENZI C’E’ GIÀ: ANDIAMO ALLE URNE E VEDIAMO CHI PRENDE IL 51%”


1. GIOVANE E MILITANTE IL PARTITO DI SALVINI ORA GUARDA LONTANO - E SABATO IL SEGRETARIO PARLERÀ AL COMIZIO DELLA LE PEN A LIONE

Alberto Mattioli per “la Stampa

 

BERLUSCONI SALVINI

Generazione Salvini. La vittoria in Emilia, resa più saporosa dalla sconfitta sia dei veri nemici del Pd che dei finti amici di Fi, certifica il successo del nuovo corso leghista. Che è l’uomo solo al comando, «il segretario», «il capitano», «il Matteo, però quello giusto» insomma Salvini, ma anche la sua squadra, il gruppo con il quale darà l’assalto alla leadership del centrodestra. 
 

Non tutti gli uomini del pretendente sono noti. Anzi, i più non lo sono affatto, perché la Lega è come Casa Savoia: si regna uno alla volta. Ma piccoli Salvini crescono, per esempio proprio in Emilia. Prendete Matteo (un altro!) Rancan, a 23 anni il neoconsigliere regionale più giovane.

 

salvini matteo

Nel Piacentino ha sbancato (4.515 preferenze) e gongola perché a Bettola, il paese di Bersani, la Lega è al 36 e rotti e il Pd al 23. Come salviniano, è perfetto anche nel metodo: «I social network? Ottimi se li usi e soprattutto se non ne abusi. Ma è fondamentale fare come Matteo, andare sul territorio, anche solo per venti persone al bar. Perché oggi la gente non vuole ascoltare, ma essere ascoltata».

 

È così che hanno vinto i leghisti emiliani. Gente come Alan Fabbri, il sindaco con il codino che ha rilanciato la Lega ruspante di campagna contro il Pd dei fighetti di città (il suo addetto stampa multitasking Filippo Manvuller ha lavorato benissimo, ma il «personaggio» c’era già tutto) oppure l’arrembante consigliera comunale di Bologna, Lucia Borgonzoni.
 

Già: la squadra salviniana è molto più scafata di quanto si pensi. Sui media vengono ostensi Claudio Borghi Aquilini, il responsabile economico che spiega che uscire dall’euro sarebbe una passeggiata di salute, o Toni Iwobi, responsabile immigrazione che nessuno può accusare di razzismo perché è nero.

 

Ma i componenti del cerchio magico del segretario in tivù non si vedono. Sono Luca Morisi e Andrea Paganella, i maghi dei social, l’addetta stampa Iva (perfetta per la svolta «nazionale» perché di cognome fa Garibaldi ed è di Salerno), Alessandro Panza dell’organizzazione, Eugenio Zoffilli della segreteria politica e la «storica» segretaria Elena Paglialonga. 
 

MATTEO SALVINI CON LA MAGLIETTA DI PUTIN

L’ideologo, come si vede, non c’è. Niente Miglio. In compenso, il gran consigliere è il riservatissimo Giancarlo Giorgetti, il deputato che non parla mai con i giornalisti ma sempre con il segretario (che soprattutto lo ascolta). Oppure l’europarlamentare veneto Lorenzo Fontana, 34 anni, uno che Salvini lo conosce benissimo perché a Bruxelles dormivano nello stesso salotto, benché su due divani letto diversi.

 

Fontana è l’uomo che ha cucito l’alleanza con Marine Le Pen e gli altri eurofobici, che tiene i rapporti con Putin e, insomma, che ha ispirato la svolta nazionaldestrorsa della Lega. Però lui teorizza la scomparsa di destra e sinistra: «La vera differenza è fra identitari e mondialisti, fra chi vuole omologarsi e chi no».

 

angelino alfano pennarello argento

Fontana non nasconde la sua simpatia per l’ungherese Orban, l’impresentabile per eccellenza della politica europea. E vuole una Lega che faccia «cultura politica». Non è che avanti a destra gli intellettuali abbondino, però. A chi pensa? «Mi piacerebbe arruolare Massimo Fini, Pierangelo Buttafuoco e Marcello Veneziani».
 

Per il momento, è questa la linea che trionfa, e infatti sabato Matteo Salvini parlerà al congresso del Front National, a Lione. Restano due problemi, e non piccoli. Il primo è: se bisogna difendere i confini italiani, come la mettiamo con la Padania, il Nord libero, le piccole patrie e via secessionando? «L’obbiettivo resta, ma adesso ci sono problemi più urgenti», risponde Alessandro Morelli, capogruppo a Milano e direttore della radio leghista, «che si chiama appunto Radio Padania libera». L’altro è quello del rapporto con gli alleati.

ALFANO E RENZI ed df e fbac d

 

Perché Salvini spara un giorno sì e l’altro pure su Alfano, ma poi per esempio la Lombardia la governa con l’Ncd: «Per la verità, noi governavamo con il Pdl, che poi si è diviso. Però che Fi sia la stampella al governo e l’Ncd ne faccia addirittura parte, ovvio, è un problema», ammette Claudia Terzi, altra emergente, assessore all’Ambiente di Maroni. 
Flavio Tosi, sindaco di Verona, che non ama Salvini e non ne è riamato, mette il dito nella piaga.

 

Congratulandosi per la vittoria in Emilia, definisce contestualmente «preoccupante» la «devastante perdita di consensi di Fi». Chi vuole intendere intenda: a fare la destra radicale si può anche diventare il primo partito di opposizione, ma senza alleati non si governerà mai. Esattamente come succede a madame Le Pen.

 

2. SALVINI: NOI I SOLI A CRESCERE ANDIAMO ORA ALLE URNE E VEDIAMO CHI VINCE

Rodolfo Sala per “la Repubblica

 

Da Matteo a Matteo: «Caro Renzi, a questo punto andiamo a votare; se ti senti così forte conviene anche a te, meglio così che tirare a campare: io sono pronto». È il messaggio del leader della Lega dopo la performance delle elezioni in Emilia Romagna: secondo partito in Regione, 20 per cento contro l’8 di Forza Italia.

RENZI ALFANO

 

Onorevole Salvini, partiamo proprio dai risultati.

«Sono straordinari. Abbiamo eletto nove consiglieri regionali, mai vista una cosa così in Emilia».

 

E l’astensione?

«È una sconfitta per tutti, anche per me che pure ho vinto. Per questo adesso i nostri consiglieri devono mettersi pancia a terra per mantenere gli impegni presi e pescare in quel 60 per cento che non ha votato».

 

Avete preso 233 mila voti...

«Erano 116mila nel maggio scorso: nonostante il forte astensionismo abbiamo raddoppiato i consensi, siamo gli unici col segno più. se si considerano i dati assoluti. E se guardiamo i flussi...».

 

Già. Uno studio dell’Swg dice che 36mila voti vi arrivano da ex elettori del Pd, 35mila dai grillini, 49mila da Forza Italia e 30mila dal non voto. Quasi un quinto del vostro elettorato emiliano è costituito da gente che alle europee aveva votato Berlusconi.

RENZI ALFANO

«Quest’ultimo non è un dato molto significativo, i nostri elettorati sono abbastanza contigui. Preferisco sottolineare che migliaia di elettori del Pd e dei 5Stelle stavolta hanno scelto un partito lepenista, razzista, fascista, per stare a come ci dipinge la sinistra».

 

Però Forza Italia è scomparsa, ed è questo a rafforzarvi. Chissà che dispiacere per Berlusconi: l’ha sentito?

«Domenica c’era il derby, e il Milan purtroppo non ha vinto. Silvio sarà di cattivo umore, ci sentiremo più avanti».

 

Che cosa si aspetta dall’ex Cavaliere?

«È una persona intelligente, non ha bisogno dei consigli di Salvini. A breve presenteremo le nostre proposte economiche, a partire dall’aliquota unica dell’Irpef che favorisce i meno abbienti. Spero che Forza Italia la sostenga. E la smetta di tenere un piede nella maggioranza e l’altro all’opposizione. Basta col Nazareno. E, in vista delle future alleanza, basta con Alfano, che sostiene Renzi».

 

Ecco, l’altro Matteo. A lui che cosa dice?

«Che noi siamo pronti, che bisogna andare a votare. Non vorrei che il Paese restasse ostaggio dei continui litigi nel Pd. Succedeva anche nel centrodestra, quando eravamo al governo, sto rivedendo la stessa fotografia. Andiamo alle urne, e vediamo chi prende il 51 per cento».

silvio berlusconi occhiali da sole michaela biancofiore

 

Tra voi due?

«Renzi c’è già, è lì. E il suo sfidante deve essere scelto dagli italiani, non dalle segreterie dei partiti. Insomma, ci vogliono le primarie, una cosa ottima che io riconosco alla sinistra.

Dopodiché, se serve, e con tutti i miei limiti, io sono a disposizione. Del resto l’anno scorso i giornali davano per morta la Lega, mentre adesso mi dipingono come un genio. Sbagliavano allora e sbagliano oggi, ma siamo pronti a dare un senso alla nostra battaglia».

 

Nel weekend lei vedrà Marine Le Pen a Lione. Per fare che cosa?

Per gettare le basi dell’Europa che verrà. Non quella delle banche, ma dei produttori».

 

A Madame Le Pen stanno arrivando un bel po’ di soldi da Putin...

«Buon per lei, la invidio. Noi abbiamo 70 dipendenti in cassa integrazione».

 

Magari qualcosa l’ex capo del Kgb ve l’ha offerto, o no?

silvio berlusconi occhiali da sole michaela biancofiore

«Ma quando mai. Comunque io le battaglie le faccio non perché Putin mi regali dei soldi, ma perché sono giuste. E lo è quella contro le sanzioni alla Russia, che per l’Italia significano cinque miliardi di esportazioni mancate. E poi lui è il migliore alleato dell’Europa contro il terrorismo islamico, non è certo un nemico».

 

Venerdì il federale della Lega dovrà discutere del nuovo “contenitore” da lanciare nel centro-sud. Ci sarà il suo nome nel simbolo?

«Questo mi stanno chiedendo. Ne terrò conto, nel Meridione ci sono 40mila persone pronte a impegnarsi al nostro fianco».

 

Fabrizio Cicchitto, del Ncd, dice che Salvini politicamente fa schifo...

«Che cosa brutta, legittima le violenze che abbiamo subito in campagna elettorale».