SBUCANO LE FOTO DEL CAPODANNO 2008 A VILLA CERTOSA CHE FANNO TREMARE PAPI SILVIO - PER BLOCCARE LA PUBBLICAZIONE,HA PRESENTATO UN ESPOSTO AL GARANTE DELLA PRIVACY - IL RUOLO DI MITY SIMONETTO E DI “PANORAMA” – IL BOTTA-RISPOSTA CAVALIERE-FOTOGRAFO -

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1 - LE FOTO CHE FANNO TREMARE PAPI SILVIO
Fiorenza Sarzanini per "Il Corriere della Sera"


Adesso saltano fuori le foto. C'è la prova che esistono delle immagini scattate da un fotografo sardo durante la festa di Capodanno a Villa Certosa, alla quale avrebbe partecipato Noemi Letizia insieme ad altre ragazze. Ma non solo. Il reporter sostiene di avere ben 700 istantanee.

Alcune documentano la vacanza trascorsa nel maggio del 2008 nella residenza del premier Silvio Berlusconi dall'allora primo ministro della Repubblica Ceca Mirek Topolanek e dalla sua delegazione, altre mostrano gli eventi mondani organizzati nella splendida dimora di Porto Rotondo.

Tre giorni fa, per cercare di bloccarne la pubblicazione, il presidente del Consiglio ha presentato un ricorso al Garante della privacy. Quattro pagine firmate di suo pugno per chiedere «tutti i provvedimenti che riterrà opportuni e in particolare l'inibizione di qualsivoglia utilizzo o pubbli¬cazione del materiale fotografico ».

Una denuncia è stata invece depositata alla Procura di Roma. Il Garante ha avvia¬to l'istruttoria e ha chiesto alle parti una relazione su quanto accaduto. Ne è seguita una querelle con tanto di controdeduzioni inviate all'ufficio dell'Autori¬tà della privacy dal fotografo Antonello Zappadu, che svela¬no come la trattativa per l'ac¬quisto di alcune foto sia co¬minciata nel dicembre scor¬so, dunque ben prima che esplodesse il «caso Noemi».

È stato lo stesso reporter ad of¬frirle a Panorama, il settima¬nale di proprietà di Berlusco¬ni. La sua proposta è stata ri¬fiutata, ma il 26 maggio scor¬so ci sarebbe stato un nuovo incontro a Milano con il gior¬nalista Giacomo Amadori per trattare le immagini scattate «nel periodo fra Natale 2008 e gli inizi dell'anno 2009», dunque nel corso della vacan¬za offerta a Noemi Letizia e ri¬velata in un'intervista al quo¬tidiano La Repubblica dal suo ex fidanzato Gino Flaminio. Prezzo richiesto: un milione e mezzo di euro.

La stessa cifra che sarebbe stata negoziata anche con il settimanale della Rusconi Gente. A questo punto il reporter racconta di essere stato chia¬mato da Amadori e da Miti Simonetto. È la curatrice del¬l'immagine della famiglia Ber¬lusconi. Proprio lei, nel 2006, fu contattata da Fabrizio Coro¬na per la vendita di alcune fo¬to che ritraevano la figlia del premier Barbara all'uscita di una discoteca milanese insie¬me ad un ragazzo. «Mi disse¬ro di interrompere le altre trattative», dice.

Le immagini cominciano a circolare nelle redazioni dei giornali. I collaboratori di Zappadu sostengono di aver ricevuto offerte da tabloid in¬glesi, si parla anche di perio¬dici francesi che potrebbe¬ro essere inte¬ressati. Alcu¬ne ritraggono l'arrivo di Sil¬vio Berlusconi in un aeropor¬to - che presumibilmente è quello di Olbia - a bordo del¬l'aereo di Stato.

Con lui c'è il fedele Mariano Apicella, ri¬tratto mentre scende dalla scaletta del velivolo dell'Aero¬nautica Militare con le inse¬gne della «Repubblica italia¬na » ben visibili. Il cantante napoletano che alla feste del premier è una presenza fissa ha gli occhiali scuri, il volto sorridente proprio come Ber¬lusconi. In un'altra immagine l'ex posteggiatore è ritratto mentre carica i bagagli su una delle auto del corteo pre¬sidenziale. Dovrebbe trattarsi di un periodo estivo: le perso¬ne sono ritratte con abiti leg¬geri, si vede una donna di spalle che indossa sandali in¬fradito.

Poi ci sono le foto dei giar¬dini di Villa Certosa con ragaz¬ze in bikini o in topless, altre sotto le docce all'aperto, altre vestite accanto a Berlusconi nel patio delle residenze desti¬nate agli ospiti. Lo stesso Ber¬lusconi spiega nel suo ricorso che alcune foto fatte circolare con i volti 'oscurati', «verosi¬milmente ritraggono nel mag¬gio del 2008 la delegazione ce¬ca oltre a una serie di soggetti che erano stati ufficialmente convocati per le serate di in¬trattenimento offerte a Topo¬lanek ».

Il premier affronta poi il ca¬pitolo che riguarda le ultime vacanze natalizie: «Si tratta di soggetti ripresi in momenti di assoluta intimità del tutto leciti e senza alcun particola¬re rilievo o connotazione, ad¬dirittura mentre si trovavano all'interno delle abitazioni po¬ste a loro disposizione e ritrat¬te mediante potenti e intrusi¬vi mezzi di riproduzioni delle immagini».

Una tesi che Zappadu con¬testa nella relazione inviata al Garante, ventilando l'ipotesi che in giro possano anche es¬serci altre immagini. «Nella mia disponibilità - scrive in¬fatti il fotografo - ci sono fo¬tografie riprese lecitamente, in diverse circostanze di tem¬po e luogo, nello svolgimen¬to della professione giornali¬stica. Non ho ricevuto e visio¬nato le fotografie alle quali il dottor Berlusconi può fare ri¬ferimento, che possono an¬che essere estranee a quelle nella mia disponibilità. Quin¬di mi riservo ogni valutazio¬ne sulla paternità, luogo, tem¬po, tecniche e modalità di ac¬quisizione delle immagini co¬nosciute dall'onorevole Berlusconi una volta avuta contez¬za delle medesime immagi¬ni ».

2 - L'ESPOSTO DEL PREMIER: "SONO IMMAGINI RUBATE IN CASA
MOMENTI DI INTIMITÀ DEL TUTTO LECITI

L'On. Silvio Berlusconi nato aMilano il 29/9/1936 e residente in Milano espone quanto segue: nel tardo pomeriggio del giorno 26/5/2009 il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, contattava uno dei miei legali, l'avvocato Niccolò Ghedini, rappresentandogli che ad un giornalista che collabora con la testata da lui diretta, il dottor Amadori, era giunta notizia che vi fossero alcune fotografie in vendita, che potevano apparire di particolare interesse in relazione agli attuali fatti di cronaca.

Berlusconi e 5 ragazzeBerlusconi e 5 ragazze

Il dottor Belpietro veniva quindi informato che un fotografo di Olbia, tale Antonello Zappadu, residente in Olbia, offriva in vendita una serie di fotografie scattate all'interno della mia residenza sita in Olbia località Porto Rotondo, denominata Villa Certosa. Tali notizie erano riportate, come detto, al dottor Belpietro dal dottor Amadori, il quale narrava che già nel dicembre del 2008 lo Zappadu gli si era rivolto, prospettandogli l'opportunità di acquistare una serie di fotografie scattate a Villa Certosa.

Amadori, che conosceva da lungo tempo lo Zappadu per motivi professionali, visionava alcune di queste foto e avvisava il vicedirettore di Panorama della situazione. Entrambi le ritenevano non rilevanti e la trattativa si interrompeva e nessun altro veniva posto a conoscenza dell'accaduto.

Nella giornata del 26 c.m. il dottor Amadori incontrava a Milano lo Zappadu che gli offriva nuovamente le foto, asserendo altresì di averne scattate delle altre nel periodo fra il Natale 2008 e gli inizi dell'anno 2009. Lo Zappadu asseriva che la situazione attuale di particolare clamore mediatico nei confronti del presidente del Consiglio e le imminenti elezioni politiche rendevano il materiale di eccezionale interesse.

villa certosavilla certosa

Affermava inoltre lo Zappadu, e ciò è di particolare rilievo, che tali foto erano state offerte al Gruppo Hachette-Rusconi e precisamente al direttore del settimanale Gente, dottoressa Monica Mosca. A dire dello Zappadu, Mosca era assolutamente interessata ad acquistarle ma si sarebbe riservata una decisione, dovendosi recare a Parigi per ottenere il consenso dall'editore, vista la cifra richiesta.

Infatti lo Zappadu appalesava che il valore delle foto era quantificabile in ben 1 milione e mezzo di euro e che tale prezzo era correlato anche all'interesse dimostrato da giornali inglesi e francesi, quale ad esempio Paris Match, a cui sarebbe stato possibile per l'acquirente poi rivenderle.

Lo Zappadu prospettava al dottor Amadori la possibilità di comprarle alla medesima cifra e per dimostrargli la serietà della trattativa con Rusconi gli inviava una bozza di contratto tra lui e l'editore. Gli inviava, inoltre, una serie di foto quale campione rispetto alle 700 totali, ribadendo la richiesta di 1 milione e mezzo e invitandolo a decidere con grande rapidità poiché la dottoressa Mosca sarebbe dovuta rientrare a breve da Parigi recandogli la risposta definitiva e a suo dire certamente positiva.

Il dottor Amadori, dopo aver visionato le foto, le consegnava al dottor Belpietro che le faceva pervenire, unitamente al contratto, all'avvocato Ghedini. Ghedini provvedeva a contattare telefonicamente la dottoressa Mosca per avvisarla che riteneva trattarsi di materiale di illecita provenienza, essendo stato commesso dallo Zappadu quantomeno il reato di cui all'art. 615 bis c.p. Si ricordava, fra l'altro, che lo Zappadu era già stata condannato in sede civile e dal Garante per la protezione dei dati personali oltre ad essere pendenti alcuni procedimenti penali nei suoi confronti per fatti analoghi, proprio commessi in danno dell'esponente specificatamente a Villa Certosa.

La dottoressa Mosca rappresentava all'avvocato Ghedini che effettivamente era stata contattata dallo Zappadu, che le aveva offerto le fotografie il 20 o il 21 c.m. ma che non solo non aveva avviato una trattativa, né mai aveva ipotizzato di recarsi a Parigi dal suo editore, ma aveva chiaramente detto allo Zappadu di non essere interessata all'acquisto, anche perché a conoscenza delle condanne inflittegli, poiché essa stessa prima di dirigere il settimanale Gente lavorava presso il settimanale Oggi, dove erano state pubblicate nel 2007 le foto illegittimamente carpite in Villa Certosa.

Appare quindi evidente il comportamento antigiuridico dello Zappadu che non solo ha commesso pacificamente il reato di cui all'6115 bis c.p. ma altresì ha tentato di procurarsi un ingiusto profitto prospettando l'indebita pubblicazione di materiale fotografico che avrebbe potuto provocare un evidente danno d'immagine ove maliziosamente prospettato, senza le facili spiegazioni che soltanto i diretti interessati avrebbero potuto fornire.

Si osserva infatti, per completezza d'informazione, ancorché superflua rispetto alla commissione del reato, che un consistente gruppo di fotografie, pur essendovi i volti oscurati, verosimilmente ritrae nel maggio del 2008 l'allora primo ministro della Repubblica Ceca Topolanek, la sua famiglia, altro ministro del governo ceco, il loro seguito, oltre ad una serie di soggetti che erano stati ufficialmente convocati per le serate d'intrattenimento offerte a Topolanek. Si ricordi infatti che il Primo Ministro Ceco era stato ospite in Villa Certosa in quel periodo per circa una settimana.

L'altro gruppo di fotografie verosimilmente ritrae alcuni ospiti in Villa Certosa durante le vacanze natalizie 2008-09. Come è facile osservare dalle fotografie, si tratta di soggetti ripresi in momenti di assoluta intimità del tutto leciti e senza alcun particolare rilievo o connotazione, addirittura mentre si trovavano all'interno delle abitazioni poste a loro disposizione e ritratte mediante potenti ed intrusivi mezzi di riproduzione delle immagini. Appare evidente da quanto esposto che sono stati posti in essere comportamenti penalmente rilevanti. Chiedo pertanto che il Garante voglia adottare tutti i provvedimenti che riterrà opportuni ed in particolare l'inibizione di qualsivoglia utilizzo e o pubblicazione del materiale fotografico sopra indicato. Dichiaro di nominare quale mio difensore di fiducia nel presente procedimento l'avvocato Niccolò Ghedini.
Silvio Berlusconi

3 - LA RISPOSTA DEL FOTOGRAFO AL GARANTE: "INESATTA LA RICOSTRUZIONE DEL CAVALIERE. SE CI SONO SCATTI VIETATI NON SONO MIEI"
Preliminarmente si rileva che il sottoscritto Antonello Zappadu esercita da numerosi anni la professione di giornalista e nell'ambito di detta professione ha curato il trattamento di dati relativi anche all'onorevole Berlusconi. Si invoca, pertanto, l'applicazione del Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica, approvato con provvedimento di codesto Garante in data 29.7.1998.

Premesso che non sono a conoscenza dei rapporti intercorsi tra il dottor Belpietro con il legale dell'on. Berlusconi e che non ho mai autorizzato i soggetti indicati nell'esposto alla diffusione di immagini - e tantomeno ho autorizzato il dottor Belpietro, per cui mi riservo di agire in ogni sede competente per la tutela dei miei diritti e per il risarcimento di tutti i danni che sono o che saranno cagionati - si osserva che la ricostruzione dei fatti contenuta nell'esposto dell'on. Berlusconi è inesatta.

Il sottoscritto è nella disponibilità di fotografie riprese lecitamente, in diverse circostanze di tempo e luogo, nello svolgimento della professione giornalistica. Il sottoscritto non è stato condannato né in sede civile né da codesto Garante. Inoltre, per quanto a conoscenza dello scrivente, è pendente esclusivamente un procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Tempio Pausania per il quale il pm ha formulato richiesta di archiviazione ritenendo di non ravvisare ipotesi di responsabilità penali per violazione di domicilio e interferenze illecite nella vita privata dell'on. Berlusconi, e ciò contrariamente a quanto affermato nell'esposto.

Con riferimento ai rapporti intercorsi con il dottor Amadori, si osserva che quest'ultimo è un dipendente del settimanale Panorama e che in tale veste veniva a conoscenza, nel corso dello scorso mese di dicembre, della esistenza di alcune fotografie che erano nella disponibilità del sottoscritto e, quindi, manifestava un interesse per le stesse. Il dottor Amadori informava del fatto un vicedirettore di Panorama (Raffaele Leone) il quale, successivamente, escludeva ogni interesse della testata. Ogni interlocuzione finiva lì.

Successivamente, nel corso del corrente mese di maggio, la dottoressa Mosca (direttore di Gente) manifestava autonomamente un interesse a una serie di fotografie e contattava il sottoscritto facendogli pervenire i propri recapiti tramite un comune conoscente. Non corrisponde al vero che Mosca affermava che aveva la necessità di recarsi a Parigi «per ottenere il consenso dall'editore, vista la cifra richiesta».

Infatti, con Mosca non si parlava del prezzo delle immagini. Accadeva che in attesa di ricevere notizie dalla dottoressa Mosca, il sottoscritto veniva nuovamente contattato per telefono da Amadori e da una sedicente signora Miti Simonetto - tale qualificatasi - che invitavano il sottoscritto a interrompere le trattative con Mosca. In considerazione di tale ulteriore manifestazione di interesse, il sottoscritto inviava una bozza di scrittura, provvisoria in ogni sua parte e ancora non inviata alla Hachette.

Tra le parti non si svolgeva alcuna trattativa sul prezzo e il sottoscritto non effettuava alcuna considerazione «politica» relativa alle fotografie. Inoltre, venivano inviate alla mail di Amadori alcune immagini raffiguranti persone con il viso reso irriconoscibile da pixel che vengono solitamente utilizzati per nascondere il volto di persone minorenni. Le immagini venivano scattate con tecniche e modalità digitali in diversi luoghi esterni non qualificabili come private dimore. Le immagini sono state comunicate anche ad altri soggetti che mi riservo di specificare in seguito.

Poiché il sottoscritto non ha ricevuto e visionato le fotografie alle quali il dottor Berlusconi può fare riferimento, che possono anche essere estranee a quelle nella mia disponibilità, si contestano tutte le valutazioni espresse nella segnalazione rispetto alle immagini che sono nella disponibilità del sottoscritto. Allo stesso modo, il sottoscritto si riserva ogni valutazione sulla paternità, luogo, tempo, tecniche e modalità di acquisizione delle immagini conosciute dall'on. Berlusconi una volta avuta contezza delle medesime immagini.

Si contesta, pertanto, la valutazione di illegittimità e illiceità penale del comportamento del sottoscritto, il quale si riserva di tutelare i propri diritti nell'ipotesi che le affermazioni contenute nella segnalazione integrino fattispecie di calunnia o diffamazione, ovvero altra ipotesi penale. Si contesta, infine, la grave affermazione che il sottoscritto si rappresentava e voleva provocare un danno all'immagine del dottor Berlusconi.

Si fa presente, sul punto, che il dottor Amadori e la signora Simonetto avevano manifestato il proprio interesse alle fotografie in ragione della assoluta insignificanza delle situazioni raffigurate nelle immagini.
Antonello Zappadu

 

 

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