SCHIACCIATI DALLA RUSPA – DIETRO ALLA COMPATTEZZA DI FACCIATA MOSTRATA DA DI MAIO E TONINELLI, EMERGONO LE PRIME CREPE NELLA MAGGIORANZA – NEL MOVIMENTO CI SONO DUE CORRENTI: I FEDELISSIMI DI GIGGINO E L’ALA SINISTRA DI ROBERTO FICO (CITOFONARE NOGARIN) – INTANTO IL GOVERNO È ORMAI TRAINATO DA UN SOLO LEADER: SALVINI

-

Condividi questo articolo


Chiara Giannini per “il Giornale

 

aquarius aquarius

Il governo incassa il primo successo con la disponibilità della Spagna di accollarsi i 629 migranti a bordo di nave Aquarius. Solo che dietro a una facciata fatta di idilli ci sarebbero le prime piccole crepe tra Lega e Movimento 5 stelle.

 

«Condivisione totale per trovare soluzioni», annuncia il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. «Sulla vicenda della Aquarius il governo è rimasto sempre compatto, alla faccia di chi trovava spaccature tra Lega e Cinque stelle», tuona Salvini. In realtà c’è chi dice che al vertice sull’immigrazione a Palazzo Chigi, l’altro ieri sera, il ministro pentastellato non abbia dato, almeno inizialmente, segni di grande convinzione.

migranti sulla nave della ong tedesca sea watch migranti sulla nave della ong tedesca sea watch

 

I rumors non parlano di uno scontro vero e proprio, sia chiaro, ma Toninelli sarebbe stato più possibilista del collega del Carroccio sull’eventualità che, qualora non si fossero trovate soluzioni alternative, qualche migrante della Aquarius a terra si sarebbe anche potuto portare.

 

C’è chi dice che sarebbero state titubanze dovute al fatto che la vera spaccatura è quella tra i due fronti del Movimento: da una parte i fedelissimi di Di Maio, tra i quali c’è anche Toninelli, dall’altra quelli del presidente della Camera, Roberto Fico, che avendo una cultura più di sinistra mostrano la loro faccia più solidaristica.

 

GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO GIULIA GRILLO TONINELLI LUIGI DI MAIO

È il caso di Filippo Nogarin, sindaco di Livorno, che prima posta una dichiarazione con cui afferma che è disposto a prendere i 629 migranti nella città labronica, poi toglie il commento, probabilmente redarguito dai piani alti. Insomma, la verità sarebbe che all’interno del Movimento si starebbe cercando di dare agli italiani una visione compatta di vedute, evitando cenni di contrasti interni, proprio in nome della stabilità del Paese, ma in realtà qualche problemino di correnti ci sarebbe eccome.

 

Stefano Buffagni e Toninelli Stefano Buffagni e Toninelli

Ecco del perché dell’apparente titubanza di Toninelli, che in realtà ai microfoni di Radio Capital ha ribadito l’unità di intenti, ovvero opporsi con fermezza a chi pensa di scaricare ogni problema migratorio sull’Italia. Salvini, peraltro, avrebbe chiarito, dicono da ambienti vicini alla Lega, che la linea dura è quella che paga.

 

SALVINI AQUARIUS SALVINI AQUARIUS

Così che il collega avrebbe accantonato i dubbi. Quel «la pacchia è finita», pubblicato alcuni giorni fa sulla pagina Facebook del leghista, la dice lunga sulle intenzioni del capo del Viminale, che non ha la benché minima intenzione di abbandonare la strada presa, ovvero quella di lavorare con impegno per risolvere il problema più grande che questo Paese abbia avuto da dieci anni a questa parte.

 

LUIGI DI MAIO E LA PIZZA LUIGI DI MAIO E LA PIZZA

In tutta questa storia, comunque, un dato di fatto certo c’è: ovvero che i consensi per Salvini stanno crescendo. E non lo dimostrano solo i risultati elettorali delle ultime consultazioni amministrative, che vedono la Lega volare praticamente ovunque, ma soprattutto i post degli italiani sui social, che, ormai è chiaro, sono il termometro del gradimento politico.

 

Tutto ciò darebbe non poche preoccupazioni a Luigi Di Maio, che si affretta a ricordare che alle elezioni i pentastellati dimostrano «una crescita lenta, ma costante», ma che in realtà sarebbe intimorito per la visione collettiva di un governo che, nonostante i discorsi, è ormai trainato da un unico, vero leader: Matteo Salvini.

 

SALVINI AL LIDO FASCISTA SALVINI AL LIDO FASCISTA

Ecco il perché delle dichiarazioni forti e in linea con quelle del capo del Viminale. «Siamo compatti, va tutto bene, idee condivise», sono i mantra ripetuti dai 5 stelle. Ma dietro ci sarebbe il timore che anche i loro elettori, col tempo, possano virare verso una Lega sempre più forte, che ha fatto della lotta all’immigrazione incontrollata il suo cavallo di battaglia.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…