1. SCOMMETTIAMO CHE DOMANI NESSUNO SI RICORDERÀ PIÙ DEL “GOVERNO DELLA VALLE”? 2. SAREBBE MERAVIGLIOSO, IL GOVERNO-FANTACALCIO. OGNUNO FA LA SUA FORMAZIONE POI SALE AL QUIRINALE PER LA PRESENTAZIONE TRA I CORAZZIERI E CHE VINCA IL MIGLIORE 3. LA “DISCESA IN CAMPO” NON È NEI SUOI PROGRAMMI, ANCHE PERCHÉ DELLA VALLE NON È CERTO COME SILVIO BERLUSCONI, CHE POTEVA CONTARE SULLA STRUTTURA DI PUBLITALIA 4. SE NAPOLITANO DECIDESSE DI MANDARE VISCO A PALAZZO CHIGI VORREBBE DIRE CHE RENZI HA FALLITO E CHE ABBIAMO LA TROIKA IN MARCIA VERSO ROMA. E LO SPREAD CHISSÀ DOVE 5. DA PERFETTA FIGURINA DEL PRESEPE ITALIA, DIEGUITO HA FATTO E FA AMMUINA. QUESTO DEL RESTO È IL PAESE CHE ALZA POLVERONI PER TUTTO. SI PONTIFICA PER DUE SETTIMANE SULLA FINE DEI TALK, POI IERI SERA RENZI VA DA FABIO FAZIO E “CHE TEMPO CHE FA” REGISTRA UN BELLO SHARE AL 12,8%. CI SI ESALTA PER I SETTE GOL RIFILATI DALL’INTER AL SASSUOLO E POI IERI MAZZARRI NE BECCA QUATTRO IN CASA DAL CAGLIARI DI ZEMAN, ULTIMO IN CLASSIFICA

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1. SCOMMETTIAMO CHE DOMANI NESSUNO SI RICORDERÀ PIÙ DEL “GOVERNO DELLA VALLE”?

Francesco Bonazzi per Dagospia

 

diego della valle diego della valle

Ma davvero dobbiamo aspettarci a breve una “squadra” di “competenti” che prenda il posto del governo Renzi e ci regali il primo governo a pallini griffato Tod’s? Con tanto di surreale gita al Quirinale di Diego Della Valle che va da Re Giorgio a presentare il “suo” governo per noi italians? Sarebbe un precedente meraviglioso. Il governo come il Fantacalcio. Ognuno fa la sua formazione poi sale al Quirinale per la presentazione tra i corazzieri e che vinca il migliore.

 

Dopo l’intervista con Floris, giustamente, lo Scarparo è volato a Parigi per curare i propri affari e chissà quanto se la ride a vedere i giornali che lo hanno preso sul serio e si esercitano con il totoministri.

 

Il “Corriere”, del quale Dieguito è rissoso azionista col 9%, ci fa sapere che “fra gli obiettivi di Della Valle potrebbe esserci Andrea Guerra”, l’ex amministratore delegato di Luxottica, e butta lì anche il nome dell’industriale Alberto Bombassei. Ma anche un amico fidato come Luchino di Monteprezzemolo gli ha sconsigliato qualsiasi “discesa in campo” e Clemente Mastella, altro vecchio amico e sodale, dice a “Repubblica” che “ci sarebbe certamente un magistrato che si metterebbe a contestargli qualcosa”. Il rischio, se perfino gli amici si defilano, è di fare un governo ombra con il fratello Andrea allo Sport e Urbano Cairo col suo braccino corto ministro alla Spending Review. 

floris con della valle floris con della valle

 

Poi, certo, fa buon brodo per l’ego smisurato di Della Valle anche lasciar trapelare il suo gradimento per un governo guidato da Ignazio Visco, ma il nome del governatore di Bankitalia è di quelli che stanno chiusi in ben altre cartelline e per scenari assai meno divertenti del Fantagoverno a cui gioca il padrone della Fiorentina. Se Napolitano decidesse di mandare Visco a Palazzo Chigi vorrebbe dire che Renzi ha fallito e che abbiamo la Troika in marcia verso Roma. E lo spread chissà dove.

 

Alla fine, anche tra gli storici amici di Della Valle, l’ipotesi che va per la maggiore è quella della boutade. Lo scarparo ha avuto un vero sbocco di bile a vedere Pittibimbo guancia a guancia con l’odiato Marpionne ad Auburn Hills ed è corso in tv a sparare alzo zero sul governo Renzie. E si è divertito a scatenare un polverone con la storia della “squadra” di “competenti”, sapendo che i giornali avrebbero volentieri abboccato per qualche giorno.

 

La “discesa in campo”, tuttavia, non è nei suoi programmi, anche perché Della Valle non è certo come Silvio Berlusconi, che poteva contare sulla struttura ramificata di Publitalia. Lui al massimo ha la rete vendita di Tod’s, ma non è proprio la stessa cosa.

 

RENZI DELLA VALLE eee e caad e dd f d jpeg RENZI DELLA VALLE eee e caad e dd f d jpeg

Da perfetta figurina del Presepe Italia, Dieguito ha fatto e fa ammuina. Questo del resto è il paese che alza polveroni per qualsiasi faccenda, con una fantasia e una perizia estenuanti. Discutiamo da settimane di articolo 18 e riforma del lavoro, ma nessuno ha la più pallida idea, a parte gli slogan, di cosa metterà Renzie veramente nella delega sul lavoro.

 

RENZI DELLA VALLE CAL F F x RENZI DELLA VALLE CAL F F x

Si pontifica per due settimane sulla fine dei talk show televisivi, poi ieri sera il premier va da Fabio Fazio e “Che tempo che fa” registra un bello share al 12,8%. Ci si esalta per i sette gol rifilati dall’Inter al Sassuolo e poi ieri la squadra del povero Tohir ne becca quattro in casa dal Cagliari ultimo in classifica.

 

C’è da giurarci che tra una settimana nessuno si ricorderà più del “governo Della Valle”, a meno che davvero non arrivi l’indicazione ufficiale del suo “dream team”, nel qual caso avremo almeno da celebrare l’arrivo del Fantacalcio in politica, massima espressione di un’Italia pallonara in tutto e per tutto.

 

2. DELLA VALLE HA PRONTO IL SUO PREMIER: VISCO

Carlo Tecce per “il Fatto Quotidiano

   

RENZI E DELLA VALLE RENZI E DELLA VALLE

Sta lì, assiso, e osserva l’effetto che fa. Il sasso che rotola o, meglio, la scarpa Tod’s che irrompe in politica. Diego Della Valle non vuole costituire partiti, assemblare movimenti o scaldare un gruppo di saggi per le riforme: scardinare il governo di Matteo Renzi, questa la prerogativa.

 

È convinto che sia un valido portavoce per far sentire lo scontento di un pezzo di Parlamento, di un agglomerato di imprenditori, finanzieri, investitori e di semplici cittadini delusi dal fiorentino. E questi preliminari, consumati con le invettive televisive e le indiscrezioni sui giornali, sono il metodo per decifrare le reazioni.

   

Il nome per sostituire Renzi ce l’ha, e lo utilizza per interrogare i suoi (eventuali) sostenitori: Ignazio Visco, numero uno di Bankitalia, una figura tecnica, evocato giorni fa, guarda caso, proprio dal Corriere della Sera di cui il signor Tod’s è azionista. Questo di Della Valle non è il piano per il ritorno a una tecnocrazia già fallita e mai rimpianta, Mario Monti è un senatore esule, ormai: no, il signor Tod’s vuole dimostrare che le alleanze si possono fare anche senza quelli che considera “i Pacciani della politica” e che oltre Renzi non c’è il deserto: “Non è Matteo l’ultima speranza”.

NAPOLITANO VISCO DRAGHI NAPOLITANO VISCO DRAGHI

 

Non ci sono scadenze precise e gerarchie definite, ma Della Valle lavora sottotraccia per allestire un esecutivo ombra per poi conquistare la luce (e il consenso?): il governatore Visco; e anche l’ex ministro omonimo Vincenzo Visco; il deputato Alberto Bombassei (Scelta Civica), socio con Luca Cordero di Montezemolo in Italo e la sempre più nutrita truppa di oppositori al renzismo.

   

IGNAZIO VISCO IGNAZIO VISCO

Al rientro da Parigi, dopo aver scagliato l’offensiva, Della Valle finge una frenata, pura tattica: “Nelle prossime ore vi farò conoscere in pubblico le mie intenzioni. Ma un fatto è evidente: l’Italia non può continuare – dice ai suoi interlocutori più fidati – con le Boschi e i Verdini e un uomo solo al comando che vuole aumentare il suo potere e se ne frega di un paese sfasciato”. Il marchigiano sta per compilare una lista di governo per proporre l’alternativa a Renzi. A chi? Ai partiti, agli elettori, a chiunque possa cacciare l’ex amico Matteo da palazzo Chigi: “Il mio tempo massimo sono uno o due mesi”, ripete. E Renzi ha ammesso di conoscere l’attivismo di Diego; ora sono più chiare le ambizioni o le velleità.

   

napolitano al festival di venezia napolitano al festival di venezia

La politica ha sempre affascinato Della Valle, l’impegno diretto non l’ha mai convinto: neanche l’associazione Italia Futura di Luca Cordero di Montezemolo l’ha coinvolto, all’epoca. Ci sono tre episodi che hanno allontanato il signor Tod’s da Renzi: la scelta di arruolare Federica Guidi al ministero per lo Sviluppo Economico (e i provvedimenti sfavorevoli a Italo); il trasferimento di Mauro Moretti (ex Ferrovie, odiato da Ntv) a Fin-meccanica e la conseguente promozione di Michele Elia ai vertice dei treni di Stato.

 

In contemporanea, Renzi ha smesso di ascoltare i consigli di Della Valle e s’è gettato in braccio a Denis Verdini, tra gli emissari meno presentabili di Silvio Berlusconi. Con l’ex Cavaliere sempre più debole, una sinistra pronta a implodere, un centro inesistente e le fugaci apparizioni di Corrado Passera, Della Valle pensa di poter rappresentare un blocco, un estratto di Italia tra uomini in giacca e cravatta e anime smarrite in Parlamento.

   

napolitano al mare napolitano al mare

C’è una caratteristica che unisce ancora Matteo e Diego: la vanità. Al signor Tod’s piace pontificare in televisione, scoprire ammiratori, fare “ammuina”, confusione. In queste battaglie tra sistemi non più comunicanti e non più intersecati, i sentimenti di orgoglio (o di vendetta) prevalgono. Un esempio: non sopporta la plateale sintonia tra Sergio Marchionne e il presidente del Consiglio.

 

 

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