SCOPATE TANTO, SCOPATE MEGLIO - PER EVITARE NUOVI DISGRAZIATI DA SFAMARE, IL PRESIDENTE FILIPPINO DUTERTE REGALA PRESERVATIVI A 6 MILIONI DI DONNE POVERE: “BISOGNA DECIDERE IN MODO RESPONSABILE SUL NUMERO DI FIGLI DA AVERE” - IL PAESE HA UNO DEI PIU’ ALTI TASSI DI MADRI ADOLESCENTI: UNA RAGAZZINA SU 10, TRA I 15 E I 19 ANNI, HA ALMENO UN FIGLIO


Cecilia Attanasio Ghezzi per “la Stampa”

DUTERTE

 

Le Filippine, uno dei tre Paesi più cattolici del mondo e sicuramente la roccaforte del Vaticano in Asia, garantirà preservativi gratis a 6 milioni di donne. È infatti con i contraccettivi che il controverso presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, vuole combattere la povertà. Di fatto, ha semplicemente firmato il decreto attuativo di una legge varata nel 2012 dal suo predecessore, Benigno Aquino III.

 

PRESERVATIVI ALLE DONNE FILIPPINE

La legge, che «riconosce il diritto dei filippini a decidere liberamente e responsabilmente sul numero desiderato di figli», è stata duramente combattuta dai movimenti antiabortisti.

Vuole affrontare il problema dei 6 milioni di donne del Paese, che non hanno accesso ai contraccettivi, né alla corretta informazione in materia di salute riproduttiva.

 

L'amministrazione Duterte promette di farsi carico delle 2 milioni di donne più povere entro il 2018. Nei prossimi sei mesi, saranno le amministrazioni locali a identificare chi ha più bisogno e a predisporre sul territorio gli strumenti utili a una corretta informazione.

Si tratta di arginare un'emergenza. Secondo un rapporto Onu, che si basa su dati del 2013, le Filippine sono l' unico paese dell' area Asia-Pacifico in cui non è calato il tasso di maternità tra le adolescenti.

 

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Nell' arcipelago infatti, una ragazza tra i 15 e i 19 anni ogni dieci ha già un figlio o sta per diventare madre. Gli sforzi del governo rischiano però di trovare ancora una volta la fiera opposizione della Chiesa. L' 80 per cento dei filippini è cattolico e, forte di quasi 75 milioni di fedeli, la Conferenza episcopale delle Filippine aveva già portato la legge del 2012 in tribunale. Ma aveva perso.

 

La Corte Suprema si era espressa nel 2014 ritenendo la legge costituzionale. Aveva annullato però la parte che obbligava gli ospedali privati e quelli religiosi a informare i propri pazienti sulle possibilità di interrompere e prevenire le gravidanze. Ancora a luglio 2015, la distribuzione di 400 mila spirali era stata bloccata a seguito del ricorso legale dei movimenti cattolici antiabortisti, che equiparano la contraccezione all' aborto. Il governo è ricorso in appello, ma sta ancora aspettando che la Corte si esprima.

PRESERVATIVI ALLE DONNE FILIPPINE

 

«Non possiamo più tollerare questo ritardo nella sentenza», ha dichiarato ieri, in conferenza stampa, il segretario del Dipartimento per la pianificazione famigliare, Ernesto Pernia. Anche i vescovi hanno reagito. Hanno criticato le nuove misure, definendole «contro la vita», e hanno esortato i fedeli a manifestare le proprie convinzioni, in una «grande processione», che si terrà il mese prossimo.

 

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Ma il controllo delle nascite è considerato dall' amministrazione Duterte lo strumento principe, per ridurre il tasso di povertà delle Filippine dal 21,6 per cento del 2015 al 14 per cento nel 2022, quando finirà il suo mandato. Per la stessa data, il governo si propone di ridurre il tasso di natalità dall' attuale 1,7 all' 1,4. È evidente che il presidente, che in campagna elettorale aveva definito la Chiesa «la più ipocrita delle istituzioni del Paese», e Papa Francesco un «figlio di...», va verso lo scontro frontale.

 

bambini nelle filippine 9

Nonostante le sue esternazioni, ha stravinto le elezioni e, nonostante le oltre 6.000 vittime, che ha fatto in appena sei mesi di lotta alla droga, i sondaggi lo danno ben oltre il 70% dei consensi. Può ancora accusare pubblicamente la Chiesa cattolica di lasciare la popolazione nella «totale ignoranza» in materia di controllo delle nascite. «Dite ai ragazzi che andranno all' inferno, usate sempre quest' argomentazione per spaventarli», ha affermato in un programma televisivo. «Ma non è vero. L'inferno è qui».

 

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