SEMBRAVA UNA VITTORIA TRAVOLGENTE, MA IL VANTAGGIO DI ERDOGAN SI RIDUCE A UN 53% DI 'SÌ' CON IL 90% DELLE SCHEDE SCRUTINATE. MANCANO I VOTI DEI TURCHI ALL'ESTERO (PREVALENTEMENTE PER IL NO) - 3 MORTI PER UNA SPARATORIA IN UN VILLAGGIO CURDO, MA ERA UNA FAIDA - VOTANO ANCHE 79MILA DETENUTI, CHE NELLE CARCERI SONO AUMENTATI DEL 127% DAL GOLPE - VOTA PURE LO CHEF MINCHIONE CHE SALA I MANZI


 

1.TURCHIA: 90% VOTI SCRUTINATI, 'SÌ' AL 53%

(ANSAmed) - Con il 90,50% delle schede scrutinate al referendum costituzionale sul presidenzialismo in Turchia, voluto da Recep Tayyip Erdogan, il 'sì' continua a calare ma resta in vantaggio. Secondo i dati diffusi da Anadolu, il 52,74% ha votato a favore della riforma e il 47,26% contro.

 

2.TURCHIA: ANKARA, CONTATE ANCHE SCHEDE SENZA TIMBRO UFFICIALE

(ANSAmed) - Il Consiglio elettorale supremo turco (Ysk) ha annunciato che anche le schede votate senza timbro ufficiale vengono conteggiate nel referendum costituzionale sul presidenzialismo di oggi, a meno che non venga provato un loro impiego fraudolento. La decisione, si precisa, è giunta dopo che diversi votanti hanno segnalato che erano state consegnate loro schede senza timbro. In passato, queste venivano considerate nulle.

 

3.3 I MORTI IN SPARATORIA A SEGGIO IN VILLAGGIO CURDO

(ANSAmed) - È salito a 3 il numero dei morti nella sparatoria avvenuta stamani nel giardino di una scuola turca, adibita a seggio per il referendum di oggi sul presidenzialismo, in un villaggio del sud-est a maggioranza curda, a una trentina di chilometri da Diyarbakir. Lo riporta Anadolu, secondo cui le cause dello scontro a fuoco sarebbero legate a una faida familiare.

 

4.79 MILA DETENUTI AL VOTO PER IL REFERENDUM

 (ANSA) - Sono 78.894 i detenuti turchi che oggi potranno esprimere il proprio voto nel referendum costituzionale sul presidenzialismo in 463 seggi collocati dentro istituti penitenziari. Rispetto alle ultime elezioni del novembre 2015, sono il 127% in più, anche alla luce delle maxi-purghe messe in atto da Ankara dopo il fallito golpe del 15 luglio. La cifra è riportata dal quotidiano Milliyet, mentre il Consiglio elettorale supremo (Ysk) non ha reso noti i dati ufficiali. Ad avere diritto di voto sono i detenuti che non siano stati condannati per reati commessi "con dolo".