SIRIA, PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI - LA GUERRA CIVILE STA DISTRUGGENDO UNO DEI PATRIMONI CULTURALI PIÙ BELLI E IMPORTANTI DEL MONDO. MA NESSUNO SE LO FILA - UNA MOSTRA A ROMA PER LANCIARE L’ALLARME

A Palazzo Venezia una mostra (aggratis) per conoscere lo splendore della Siria e capire il dramma che vive per mano (soprattutto) dei ribelli anti-Assad, che bombardano monumenti, rubano opere d’arte, saccheggiano città millenarie - Se ai tempi della guerra in Iraq il mondo si mobilitò per salvarne i tesori, Aleppo, Mari, e Apamea sono state dimenticate...

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Paolo Matthiae per “Il Sole 24 Ore

 

RIBELLI SIRIANI USANO IPAD PER CALIBRARE UN MORTAIO RIBELLI SIRIANI USANO IPAD PER CALIBRARE UN MORTAIO

Alla fine della Seconda guerra mondiale, dopo tanti orrori e tante distruzioni, anche sul piano culturale, nel mondo occidentale v'era la profonda persuasione che non si sarebbe mai più assistito a una Coventry, a una Dresda, a una Montecassino. Le perdite gravissime e numerosissime del patrimonio culturale, di cui questi tre nomi non sono che simboli di una tragedia molto più grande, erano state tali che, con la costituzione dell'Unesco, parve che alcuni principi fondamentali proclamati solennemente avrebbero salvaguardato le testimonianze di ogni civiltà, su tutto il pianeta, da distruzioni intenzionali.

siria ribelli siria ribelli

 

Quei principi – è bene ricordarlo oggi – sono: primo, le opere, i monumenti, i siti di significato culturale sono patrimonio universale dell'Umanità e, secondo, le opere, i monumenti, i siti del patrimonio culturale sono tutti uguali tra loro, come gli uomini sono tutti uguali tra loro.

 

In base a questi principi che tutti i Paesi aderenti all'Unesco sono tenuti a condividere, i valori culturali sono un bene supremo dell'umanità e travalicano la provvisorietà dei tempi storici: tutti i beni culturali, indipendentemente da ogni ideologia o religione, da ogni dottrina o fede, devono essere rispettati, protetti, salvaguardati e tutelati, perché non appartengono solo a un Paese (ciò che è una realtà contingente), ma appartengono, appunto, al l'umanità (ciò che è, invece, una verità assoluta).

 

bombe sul patrimonio siriano bombe sul patrimonio siriano

Dopo oltre mezzo secolo in cui nelle sedi internazionali sono stati affinati e perfezionati gli strumenti giuridici perché quei principi non restassero vuote petizioni di principio, l'opinione pubblica mondiale è rimasta attonita allo spettacolo della volontaria distruzione con cariche di esplosivo dei giganteschi Buddha di Bamiyan in Afghanistan, allo scempio del saccheggio indisturbato del Museo dell'Iraq e della Biblioteca Nazionale di Baghdad, alla barbarie degli scavi clandestini organizzati e sistematici con mezzi meccanici in siti storici dell'Iraq, del Libano, dell'Egitto, all'orrore della devastazione di mausolei sunniti, di moschee sciite e di chiese cristiane dalla Tunisia al Mali e all'Egitto.

 

E, da ultimo, questo martirio del patrimonio culturale universale si è abbattuto sulla Siria, una terra di civiltà millenaria, caratterizzata dalla presenza di comunità innumerevoli e da una tolleranza secolare, a seguito di una crisi politica degenerata in una crudele guerra civile, esasperata da giganteschi interessi economici esterni e da sconsiderati interventi militari stranieri e sorda agli appelli, anche delle più alte guide spirituali, al rifiuto della violenza e all'accettazione di trattative per una pace giusta.

la distruzione del patrimonio artistico siriano la distruzione del patrimonio artistico siriano

 

In un mondo come quello contemporaneo in cui il bombardamento di notizie, molto spesso di parte, crea nella comunicazione dei mezzi d'informazione di gran parte del mondo lunghe pause di enigmatici silenzi alternate a improvvisi lampi di notizie, tanto difficili da contestualizzare, quanto impossibili da verificare, anche ciò che sta accadendo a uno dei patrimoni culturali più ricchi del mondo nella tempesta di una crisi che appare inarrestabile è avvolto da una densa nube di incertezze obiettive, di informazioni tendenziose, di pressioni propagandistiche.

 

la distruzione del patrimonio artistico siriano 6 la distruzione del patrimonio artistico siriano 6

La Mostra romana «Siria. Splendore e dramma» voluta da Francesco Rutelli, costruita da un gruppo di archeologi italiani per lo più facenti capo alla Missione a Ebla della Sapienza con la collaborazione degli archeologi islamici dell'Università veneziana di Ca' Foscari, sotto il patrocinio dell'Unesco e allestita, su progetto di Patrizia Boglione, a cura del Polo Museale della Città di Roma con il generoso supporto del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, intende illustrare gli aspetti più salienti di un patrimonio culturale di eccezionale valore storico e i danni e i rischi gravissimi cui questo patrimonio è esposto.

 

la distruzione del patrimonio artistico siriano 4 la distruzione del patrimonio artistico siriano 4

L'esposizione di Palazzo Venezia, che resterà aperta fino al 31 agosto, documenta con immagini e video di impressionante impatto sia lo splendore che il dramma di opere artistiche, di monumenti architettonici, di siti archeologici, che in un ambiente naturale di grande fascino si manifesta con tutta la sua straordinaria carica emotiva.

 

Nella prima sezione storica sullo splendore delle civiltà che si sono succedute in Siria si rievocano le opere e le scoperte di una terra secolare che ha dato all'umanità le prime esperienze della neolitizzazione con le forme di vita associata e l'addomesticamento di animali e di piante, le conquiste della seconda cruciale urbanizzazione che fece del modello della città il veicolo irresistibile della diffusione della civiltà, l'invenzione di quel poderoso strumento di comunicazione di grande potere democratizzante che fu l'alfabeto.

la distruzione del patrimonio artistico siriano 5 la distruzione del patrimonio artistico siriano 5

 

In questa stessa sezione, passando all'età classica, quando la Siria diede a Roma imperatori e papi sono, tra l'altro, esposte opere di rilevante valore, come il mirabile busto bronzeo di Seleuco I e il poderoso ritratto dell'imperatore Filippo l'Arabo, mentre quando si arriva all'età medioevale sono rievocati gli splendori del prodigioso secolo degli Umayyadi, quando il califfato di Damasco dominava dall'Asia centrale all'Andalusia, e capolavori dell'architettura militare di tutti i tempi, quali il Krak dei Cavalieri e l'incomparabile Cittadella di Aleppo.

la distruzione del patrimonio artistico siriano 3 la distruzione del patrimonio artistico siriano 3

 

L'orrore del dramma del patrimonio culturale della Siria è documentato da immagini desolanti, che vanno dalla distruzione del minareto della Moschea degli Umayyadi di Aleppo, alla devastazione dei conventi e delle chiese di Maalula, ai massacri della statuaria assira e aramaica nella regione di Raqqa, fino a una selezione di foto satellitari con la documentazione dello strazio di centri storici quali Apamea, Dura Europos, Mari, devastati da scavi clandestini organizzati e sistematici.

 

la distruzione del patrimonio artistico siriano 2 la distruzione del patrimonio artistico siriano 2 francesco rutelli paolo matthiae organizzatori mostra sulla siria splendore e dramma francesco rutelli paolo matthiae organizzatori mostra sulla siria splendore e dramma

La mostra si chiude con i versi di poeti arabi del Medioevo che cantano la bellezza struggente di Damasco e di Aleppo. Da quegli scintillanti accenti di un incantevole lirismo traspare la consapevolezza che splendori come quelli di quelle due gemme della vita urbana medioevale non possono che essere immortali. In quei versi è la luce della speranza che nessun orrore bellico contemporaneo potrà far perdere tesori così alti del patrimonio culturale dell'umanità.

 

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