SON-DAGGIO O SON DESTO – AD UN MESE DALLE EUROPEE, IL DUELLO SARA’ TRA GRILLO E RENZI - IL PD PROSCIUGA I MONTIANI – FORZA ITALIA, IL SUPPORTO AL GOVERNO, LO PAGA CARO

Secondo il rilevamento Ipsos la frana si determina al centro col partito di Monti oggi ridotto a percentuali da albumina - Non decolla neanche la Lista Tsipras, ferma attorno a quel 3% che fu il risultato deludente della Sel di Vendola alle Politiche – L’escalation di Renzi preoccupa Grillo e Fi che hanno ripreso ad attaccarlo…

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Fabio Martini per ‘La Stampa'

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Mancano sei settimane alle elezioni Europee, tutti gli istituti di sondaggio concordano nell'indicare il Pd come il primo partito, con un nettissimo vantaggio (circa 10 punti) sul Cinque Stelle) e ancora più netto (quasi 15) sul terzo, Forza Italia. Quel che i sondaggi non dicono esplicitamente (ed è invece un suggerimento che viene dai ricercatori sul campo), è un dato clamoroso: trainato da Matteo Renzi, il Pd conquista molti consensi, per ora potenziali, tra gli elettori moderati. Un boom, uno sfondamento verso il centro e in parte il centrodestra, al quale si affianca un mantenimento del proprio elettorato di origine e una erosione parziale di quello grillino.

L'ultima rilevazione, quel L'ultima rilevazione, quella sulle intenzione di voto per le Europee, realizzata dall'Ipsos, un istituto che da anni e ogni settimana monitora le opinioni degli italiani, è eloquente. Il Pd è stimato al 34,2%, dunque con un incremento di quasi 9 punti rispetto alle Politiche del febbraio del 2013. Un boom di consensi, ma presi dove e a chi? I flussi elettorali non sono mai rilevabili con una fotografia, ma - come ripetono in tutti gli istituti - vanno scavati e studiati con analisi ad hoc.

grillogrillo

Ma un dato risulta evidente: mentre il blocco di centrodestra perde poco meno di due punti, la frana si determina al centro, tra l'elettorato che un anno fa premiò Scelta Civica. Il partito di Monti si attestò allora al 10,5% e oggi viene quotato, assieme al Centro democratico di Tabacci, al 3%, anche se di questa aggregazione non fa più parte l'Udc di Casini, alleata con il Nuovo Centro destra di Alfano. Dunque, un salasso di consensi, tra il 7 e l'8%, gran parte dei quali si può immaginare siano stati assorbiti proprio dal Pd di Renzi, almeno secondo quanto sostengono i sondaggisti.

BERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSEBERLUSCONI E ALFANO AL QUIRINALE FOTO LAPRESSE

Interessanti anche i movimenti sul fianco sinistro del Pd. Non decolla, secondo Ipsos ma anche secondo gli altri istituti, la Lista Tsipras, che per ora resta al palo, ferma attorno a quel 3% che fu, il risultato deludente, della Sel di Vendola alle Politiche. Dunque, se su questo versante è difficile riscontrare con precisione i movimenti di elettori che da Tsipras vanno al Pd e viceversa, il calo di circa due punti del Cinque Stelle (al 22,7% per Ipsos) può suggerire un piccolo effetto-calamita da parte del "populista soft" Matteo Renzi.

DAVIDE AMADEO CON SALVINI DA FACEBOOKDAVIDE AMADEO CON SALVINI DA FACEBOOK

E naturalmente Silvio Berlusconi si è accorto di quel che si sta muovendo nel suo elettorato, perché in lui quelle antenne sono state sempre sensibilissime, alimentate anche da un istituto come l'Euromedia Research della fidatissima Ghisleri. Nella sua prima uscita pubblica dopo tanti improbabili collegamenti telefonici con assemblee periferiche, ieri il Cavaliere si è ripetutamente appellato ad una opinione pubblica moderata, tra l'altro stemperando assai i toni, di solito molto più accesi in campagna elettorale.

E l'escalation nei sondaggi di Renzi preoccupa tutti. Se Grillo lo ha definito ieri «un pagliaccetto», una delle capofila di Forza Italia, Maria Stella Gelmini, è più chirurgica e twetta; «Def, ecco la svolta a sinistra. Senza Sel, no maggioranza al Senato», E Anna Maria Bernini. dello stesso partito: «Tutti i moderati possono riconoscersi nella ricetta europea di Berlusconi».

 

 

 

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