SOUFFLE’ SGONFIATI - MACRON CALZA L’ELMETTO E SENZA AVVERTIRE IL PARLAMENTO NÉ L’ONU NÉ L’EUROPA HA DATO L'ORDINE DI ATTACCARE LA SIRIA – TANTO PER DISTOGLIERE L’ATTENZIONE DAGLI SCIOPERI CHE STANNO METTENDO IN GINOCCHIO LA FRANCIA – NON SOLO: LA DECISIONE È MATURATA DOPO UN INCONTRO DEFINITO STRATEGICO A PARIGI CON IL PRINCIPE SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN, DINASTIA SUNNITA STORICAMENTE NEMICA DELLA SIRIA E DELL'IRAN

-


Giorgio Gandola per La Verità

 

macron napoleone

Monsieur Hulot va alla guerra. Dopo essersi finto statista, economista e gollista, Emmanuel Macron ha voluto provare l' ebbrezza del bonapartista. Così ha indossato il doppiopetto da battaglia, si è presentato nella sala operativa dell' Eliseo e senza avvertire il Parlamento ha dato l' ordine ai Mirage di decollare, alle fregate di lanciare i missili sulla Siria.

 

Poiché non gli sembrava vero di poter vivere ‘L' ora più bui’a che aveva visto al cinema, mentre incitava i suoi ufficiali a premere i pulsanti rossi si è fatto fotografare seduto al centro del Gabinetto di guerra, sotto le luci al neon che sempre accompagnano le emergenze epocali. Vanità e marketing in dosi industriali.

 

MACRON BIN SALMAN

«Abbiamo le prove che Bashar Al Assad ha usato le armi chimiche; la linea rossa è stata oltrepassata», ha detto subito dopo. Frase a effetto con una conseguenza inedita: quei missili destinati a fantomatici depositi di cloro in realtà sono idealmente finiti tutti a Bruxelles, a far deflagrare un' Europa che mai come questa volta si è fatta cogliere in pigiama, disorientata e disunita.

 

Nessuno aveva intenzione di seguire il diktat di Donald Trump al quale s' era accodata la Brexit island della signora Theresa May. Non le democrazie del Nord, non la Spagna del cauto Mariano Rajoy, non l' Italia scottata dall' affaire Libia e senza governo, neppure la Germania di Angela Merkel, sfilatasi per prima. Della serie: sostegno di facciata, ma non si spara un colpo.

 

IL PUPAZZO CON IL VOLTO DI MACRON IMPICCATO A NANTES
attacco siria - aereo inglese

Bruxelles aveva capito lo scenario e si era limitata a un' adesione formale, ma tutto questo a Macron non poteva bastare. Lui ha bisogno di mostrare i muscoli per cementare amicizie laddove è debole e per distogliere l' attenzione dal delicatissimo fronte interno. Non per niente la decisione di partecipare alla «notte dei fuochi» come mosca cocchiera di Washington è maturata qualche giorno fa, dopo un incontro definito strategico a Parigi con il principe saudita Mohammed Bin Salman, dinastia sunnita storicamente nemica della Siria e dell' Iran.

 

MACRON BIN SALMAN

Bin Salman era al termine di un roadshow nelle capitali più importanti per mostrare un' immagine moderna del suo Paese e per firmare contratti: negli Usa si era fermato tre settimane, a Parigi tre giorni. E Macron, considerato un partner storico ma non un amico affidabile, è impegnato a risalire la china.

 

La prova d' amicizia ai sauditi è solo il primo dei motivi di questa stagione con l' elmetto in testa del giovane presidente francese fin qui radiocomandato da Bruxelles. Il secondo è più strategico e deriva dai sondaggi: il consenso di Macron nella Francia profonda sta crollando. Nei primi 14 giorni di aprile, sette sono stati di sciopero generale: hanno incrociato le braccia piloti e addetti aeroportuali, netturbini, ma soprattutto i lavoratori delle ferrovie statali, che hanno paralizzato il Paese. E gli studenti sono scesi in piazza contro la riforma universitaria.

MACRON TRA I SOLDATI

 

«Il governo terrà duro», aveva annunciato in tv. E come risposta i sindacati gli hanno presentato 36 giorni di sciopero da qui a giugno. Un disastro d' immagine davanti a un problema serio: le Ferrovie francesi perdono 45 miliardi di euro e non vogliono tagliare i privilegi. Per contro, il Jobs act al camembert presentato dal governo è stato respinto al mittente.

 

La situazione è delicata, il rischio di impantanarsi come fece Francois Hollande è concreto. In questi casi cambiare le prime pagine dei giornali e i titoli dei tg con una narrazione diversa diventa indispensabile. E il gas di Assad è un argomento da non trascurare per provare a ridefinire il mood del Paese.

MACRON TRA I SOLDATI

 

Così l' ultraeuropeista Macron non si fa scrupoli, abbandona la foto ricordo con gli altri 27 membri, cancella frasi come «dobbiamo essere uniti per contare davanti al mondo globale», si guarda bene dal coinvolgere l' Onu o il Parlamento (e su questo l' opposizione in queste ore lo sta mettendo alle corde) e va alla guerra sui cacciabombardieri come aveva visto fare a due eroi dei fumetti della sua infanzia: Tanguy e Laverdure.

 

attacco in siria

La strategia non è nuova, l' aveva già sperimentata Nicholas Sarkozy, che per scalzare l' Eni e sostituirla con la Total in Libia aveva scatenato (con la collaborazione del premio Nobel per la pace Barack Obama), la guerra contro Muammar Gheddafi trascinando l' Italia in un' avventura strategicamente folle della quale stiamo ancora pagando le conseguenze con scafisti e immigrati clandestini.

 

Per la verità i pm di Nanterre il mese scorso hanno scoperto che Sarkò doveva pure mettere a tacere un finanziamento di 20 milioni per la campagna elettorale ricevuto dal rais. Allora si parlò di fosse comuni fotografate dai satelliti, di massacri perpetrati dalle guardie repubblicane di Gheddafi, di inoppugnabili prove che nei mesi successivi diventarono imbarazzanti immagini di un terreno smosso.

macron attacca putin a versailles

 

In nome della «Françafrique», di una leadership regionale neocoloniale ormai del tutto anacronistica, Macron ci riprova. E lo fa infischiandosene delle Nazioni unite, facendosi un baffo del parere vincolante della tanto declamata Europa che lo ha inventato. E passando oltre le parole dell' impalpabile, inutile alto commissario Ue, Federica Mogherini, che ieri ha detto: «Eravamo stati informati dei raid mirati sui siti di armi chimiche, misure prese all' unico scopo di prevenirne ulteriore uso. Secondo l' Unione europea non ci può essere altra soluzione al conflitto siriano che quella politica».

brigitte macron

 

Mentre lei parla al vento, Macron gioca alla guerra nel bunker con i collaboratori allineati come polli d' allevamento e un paio di generali pieni di stellette. La «force de frappe» lo eccita. E le linee rosse degli altri fanno passare in secondo piano le sue.

COPERTINA DEL TIME MACRON
donald trump emmanuel macron
SARKOZY MACRON
PROTESTE CONTRO MACRON 3
putin macron
MACRON GENERALE
PROTESTE CONTRO MACRON 2
PROTESTE CONTRO MACRON