STOP ALLE STAR, SERVONO POLITICI - IL PD PAGA LA POLITICA DEL “MI MANDA LA TIVÙ” - DA BADALONI A MARRAZZO: SOLO VOLTI NOTI SENZA UNA SCUOLA DI PARTITO ALLE SPALLE - I DE MITA, LE BONINO, I CRAXI ERANO SCELTI IN BASE ALLA MILITANZA - Davanti a questa Seconda Repubblica, in mano agli improvvisatori cresciuti nella tivù, meglio, molto meglio, la maledetta Prima Repubblica....

Condividi questo articolo


Giampaolo Pansa per "Libero"

 

Proviamo a parlare di Piero Marrazzo senza ricordare di nuovo i trans, la cocaina, i videoporno, i cinque carabinieri ricattatori. La tragedia dell'ex presidente della Regione Lazio ha anche altri responsabili, in questi giorni mai comparsi sulla scena. Sono i partiti di centro-sinistra che lo hanno voluto  alla testa della regione. Senza riflettere all'errore che stavano compiendo.

marrazzomarrazzo

 

La storia è semplice. E riguarda un problema che tocca l'intero sistema istituzionale di questa Seconda Repubblica. Dal Parlamento ai grandi e piccoli enti locali: le regioni, le metropoli, le province importanti, sino ai comuni. Il problema è la scelta delle persone che debbono guidarli. Quello che di solito viene definito il metodo per selezionare una classe dirigente. Fermiamoci sul Lazio.

 

Qui il centro-sinistra non è nuovo alle scelte insolite, per usare un termine soft. Nel 1995 viene candidato alla presidenza della regione un giornalista del Tg1 della Rai: Piero Badaloni. In quel momento Badaloni non ha nessuna esperienza amministrativa. Però è ancora giovane per la politica professionale: ha 49 anni, una bel volto televisivo, l'aria della persona per bene, uno stile corretto e riflessivo.

 

fer09 piero badalonifer09 piero badaloni

Il flop di Badaloni

Badaloni viene candidato nei Progressisti. E vince la gara elettorale. Diventato governatore, inizia a lavorare. Lo farà per l'intera legislatura. Risulta che si sia comportato bene. E soprattutto che la sua condotta sia stata irreprensibile. Nonostante questo, alle elezioni del 2000 a vincere è il candidato della destra, Francesco Storace. È un dirigente politico e governerà per cinque anni. Adesso siamo nel 2005 e alle nuove elezioni regionali.

 

Il centro-sinistra sceglie come candidato governatore Piero Marrazzo. Ha 47 anni ed è un primo della classe nella televisione pubblica. La sua fama è legata a un programma molto popolare: "Mi manda Raitre". È un format con uno schema pressoché immutabile. Un consumatore truffato racconta in diretta le proprie disgrazie. E accusa chi l'ha gabbato: un'assicurazione, una banca, un ospedale, un'agenzia di viaggi. Il presunto colpevole prova a difendersi, sempre in diretta e a confronto con la vittima.

 

Marrazzo sta con quest'ultima. Ossia con il cittadino che chiede giustizia e di solito la ottiene. Grazie a Piero, diventato un Robin Hood televisivo. Marrazzo non sa nulla di come si amministra un ente pubblico. Pure la sua esperienza politica è eguale a zero. Le biografie spiegano soltanto che era stato iscritto alla Federazione giovanile del Psi. Del resto anche il padre, Giò Marrazzo, grande cronista televisivo, era socialista. Insomma siamo di fronte a una star televisiva e basta.

bersanibersani

 

Tutto dovrebbe sconsigliare la sua candidatura a governatore del Lazio. Ma il centro-sinistra tira diritto. Piero ha una bella faccia. È a proprio agio di fronte a un pubblico vasto come quello della tivù. Parla bene. È molto simpatico. Secondo qualche esperto, piace alle donne. E come sanno anche le pietre, nella cabina elettorale le donne sono decisive. Se fosse un tipo con la testa sul collo, Marrazzo dovrebbe dire di no alla proposta del centro- sinistra.

 

Purtroppo per lui, dice di sì. Per ambizione, per noia, per amore del potere o per chissà quale altro motivo. Soltanto Piero potrà spiegarcelo, se sarà in grado di uscire dalla trappola in cui si è cacciato. Sta di fatto che Marrazzo vince. E la Regione Lazio ritorna al centro-sinistra. Che cosa sia accaduto dopo, confesso di non saperlo. Dai giornali di questi giorni, apprendo che il presidente ha il sostegno di un apparato personale molto robusto: portavoce, addetti stampa, assistenti, consulenti, esperti.

 

w ric40 ciriaco demitaw ric40 ciriaco demita

Tutto sembra andare per il meglio. Tanto che Marrazzo accetta di ricandidarsi nelle elezioni del marzo 2010. Poi arriva il disastro che conosciamo. Quando si potrà riflettere con calma su quanto è accaduto, penso che i partiti di centro-sinistra, a cominciare dal Partito democratico, dovranno fare un'energica autocritica. E riflettere bene su chi candidare governatore del Lazio.

 

Cercherà un'altra star televisiva? O un politico professionale in grado di reggere una campagna di guerra? Il Pd, a cominciare dal nuovo segretario nazionale Pierluigi Bersani, dovrà ragionare con calma e con cura. Anche perché il centro-destra andrà all'assalto con una figura forte.

 

Che per di più si gioverà di un alleato imprevisto: la storiaccia del governatore caduto sul fronte del disonore, fra i trans e la droga. Nel Pd non mancano i politici che vengono dalla Prima Repubblica. Lo stesso Bersani viene di lì. Ossia da un sistema che, sia pure tra mille difetti, non si abbandonava all'improvvisazione nella ricerca dei suoi quadri e poi dei suoi dirigenti. Lo stesso curriculum di Bersani la dice lunga su come lavorava il Pci.

 

occ42 occhetto nasoocc42 occhetto naso

L'esempio Bersani

La sua biografia è illuminante: funzionario del partito a Piacenza, vicepresidente della Comunità montana, consigliere regionale, poi assessore, vicepresidente e infine per due anni presidente dell'Emilia Romagna. Romano Prodi lo chiama a Roma nel 1996. Bersani ha soltanto 45 anni, ma si è già sciroppato una gavetta davvero lunga. A proposito della Prima Repubblica abbiamo scritto tutti molte cosacce.

 

Ne ho scritte anch'io, su giornali diversi. D'accordo, negli ultimi anni era diventata un sistema malato. Lo minava la corruzione, il partitismo esasperato, il disordine correntizio, l'inerzia dinanzi al progredire della potenza mafiosa e del grande crimine organizzato. Ma in quel tempo i partiti non sceglievano a caso i propri dirigenti, i governatori, i sindaci. La scuola era durissima.

PIERFERDINANDO CASINIPIERFERDINANDO CASINI

 

Per rendersene conto, è sufficiente rammentare il percorso di alcuni leader: De Mita, Craxi, Occhetto, D'Alema, Casini, Bonino e tanti altri. È vero che il passato ha sempre un profumo più dolce. Dice così una battuta intrisa di nostalgia. Ma se il presente affonda nelle storie alla Marrazzo, siamo obbligati a gridare: viva il passato! Davanti a questa Seconda Repubblica, in mano agli improvvisatori cresciuti nella tivù, meglio, molto meglio, la maledetta Prima Repubblica.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - DOVE VA IL PD, SENZA LA BANANA DELLA LEADERSHIP? IL FALLIMENTO DI ELLY SCHLEIN È SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI. GENTILONI È UNA “SAPONETTA” SCIVOLATA DA RUTELLI A RENZI, PRIVO DI PERSONALITÀ E DI CARISMA. QUALITÀ ASSENTI ANCHE NEL DNA DI FRANCESCHINI, ORLANDO E GUERINI, PER NON PARLARE DI BONACCINI, CHE HA LO STESSO APPEAL DI UNA POMPA DI BENZINA - ECCO PERCHÉ, IN TALE SCENARIO DI NANI E BALLERINI, SOSTENUTO DAI MAGHI DELL’ULIVO BAZOLI E PRODI, BEPPE SALA POTREBBE FARCELA A RAGGRUPPARE LA SINISTRA E IL CENTRO E GUIDARE LE ANIME DIVERSE E CONTRADDITTORIE DEL PD. NELLO STESSO TEMPO TROVARE, ESSENDO UN TIPINO PRAGMATICO, UN EQUILIBRIO CON L’EGO ESPANSO DI GIUSEPPE CONTE E SQUADERNARE COSÌ UNA VERA OPPOSIZIONE AL GOVERNO MELONI IN CUI SCHLEIN HA FALLITO

DAGOREPORT: IL DELITTO PAGA SEMPRE (PURE IN VATICANO) - IL DUO BERGOGLIO-PAROLIN AVEVA DEPOSTO MONSIGNOR ALBERTO PERLASCA DA RESPONSABILE DELL'UFFICIO ECONOMICO DELLA SEGRETERIA DI STATO, ALL’INDOMANI DELLO SCANDALO DELLA COMPRAVENDITA DEL PALAZZO LONDINESE. ACQUA (SANTA) PASSATA: IL TESTIMONE CHIAVE DEL PROCESSO BECCIU, IN OTTIMI RAPPORTI CON FRANCESCA CHAOUQUI E GENOVEFFA CIFERRI, E’ STATO RINOMINATO PROMOTORE DI GIUSTIZIA AGGIUNTO AL SUPREMO TRIBUNALE DELLA SEGNATURA APOSTOLICA, CHE FUNGE ANCHE DA TRIBUNALE AMMINISTRATIVO PER TUTTA LA CHIESA - DOPO IL CARDINALE BECCIU, CHISSÀ A CHI TOCCHERÀ...