LE TANGENTI? CAPITANO! - VIDEO: TRAVAGLIO A 'L'ARIA CHE TIRA' SMINUISCE IL CASO DE VITO: 'CAPITA SEMPRE CHE QUALCUNO PRENDA LE TANGENTI, BASTA CACCIARLO SUBITO' - L'EDITORIALE OGGI SUL ''FATTO'' MENA SUL M5S: ''STUPEFACENTE CHE, DOPO SEI ANNI DI ESPERIENZA PARLAMENTARE, SI CONTINUI A DISCUTERE DI REGOLE INTERNE, ESPULSIONI, VOTI ONLINE, DOPPI MANDATI E SCONTRINI, E MAI DI CREARE UNA SCUOLA DI POLITICA E DI AMMINISTRAZIONE - QUANDO DE VITO FACEVA LA MORALE ALLA SUA ACERRIMA NEMICA RAGGI...

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1. TRAVAGLIO SU DE VITO: "PURTROPPO CAPITA CHE QUALCUNO PRENDA LE TANGENTI"

Da www.today.it

 

"Purtroppo capita sempre che, anche prendendo tutte le precauzioni, qualcuno vada a prendere le tangenti. L'importante è cacciarlo a pedate". Parole di Marco Travaglio, intervenuto in diretta a Tagadà, programma in onda su La7, per commentare l'arresto di Marcello De Vito, il presidente dell'Assemblea capitolina accusato di corruzione. Travaglio, direttore del Fatto quotidiano, ha detto che secondo lui resta più grave il salvataggio di Matteo Salvini attraverso il voto contrario del Movimento 5 stelle all'autorizzazione a procedere chiesta al Senato sul caso della nave Diciotti, rispetto all'arresto dell'esponente grillino a Roma.

VIRGINIA RAGGI E MARCO TRAVAGLIO

 

Travaglio: "Purtroppo capita che qualcuno prenda le tangenti"

Non è un mistero la simpatia di Marco Travaglio nei confronti del Movimento 5 stelle. E molti utenti sui social network hanno fatto notare il presunto "doppiopesismo" del direttore del Fatto, non così "indulgente" in passato con gli indagati degli altri partiti politici.

 

 

Travaglio, tuttavia, questa mattina torna sulla vicenda attraverso un durissimo editoriale sul Fatto quotidiano, dal titolo "Devitalizzati". E la sua posizione è di ferma condanna. Il direttore del Fatto rimprovera al Movimento 5 stelle il fatto di non aver operato una selezione più efficace nella scelta dei propri rappresentanti. "Se ai 5Stelle levi l'onestà - scrive citando una frase della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni - restano soltanto gli show di Grillo".

MARCELLO DE VITO E VIRGINIA RAGGI

 

Travaglio segnala anche le distanze tra De Vito e la sindaca di Roma Virginia Raggi, dettate da motivi personali e da diverse scelte politiche. E difende la scelta del capo politico Luigi Di Maio che, subito dopo la notizia dell'arresto, ha espulso Marcello De Vito dal Movimento 5 stelle.

 

"Faceva la morale alla sua acerrima nemica Virginia Raggi, che aveva il torto di averlo battuto alle primarie online nel 2016 e vinto le elezioni, diversamente da lui che le aveva straperse quattro anni prima. Accusava la Raggi e Daniele Frongia di avergli fatto la guerra a colpi di dossier, mentre si erano limitati a chiedere spiegazioni su alcune sue condotte opache, com’è giusto in un movimento che sbandiera la trasparenza. Ora, col senno di poi, si può dire che avrebbero dovuto approfondire meglio. Ma non è detto che avrebbero scoperto qualcosa di paragonabile a quel che si legge nell’ordinanza di arresto".

 

 

ROBERTA LOMBARDI MARCELLO DE VITO VITO CRIMI

2. DEVITALIZZATI

Marco Travaglio per il “Fatto quotidiano

 

L' arresto per corruzione di Marcello De Vito, presidente dell' Assemblea capitolina, cioè del consiglio comunale della Capitale, è una notizia gravissima. E il fatto che non sia la prima volta - era già toccato nel 2015, per Mafia Capitale, a quello del Pd Mirko Coratti, poi condannato a 6 anni - non la sminuisce. Anzi, se possibile, la aggrava. Sia perché De Vito è un uomo di punta dei 5Stelle, storico militante fin dalla loro fondazione, soi disant campione dell' onestà.

 

Faceva la morale alla sua acerrima nemica Virginia Raggi, che aveva il torto di averlo battuto alle primarie online nel 2016 e vinto le elezioni, diversamente da lui che le aveva straperse quattro anni prima. Accusava la Raggi e Daniele Frongia di avergli fatto la guerra a colpi di dossier, mentre si erano limitati a chiedere spiegazioni su alcune sue condotte opache, com' è giusto in un movimento che sbandiera la trasparenza. Ora, col senno di poi, si può dire che avrebbero dovuto approfondire meglio.

 

MARCELLO DE VITO VIRGINIA RAGGI

Ma non è detto che avrebbero scoperto qualcosa di paragonabile a quel che si legge nell' ordinanza di arresto. L' impressione è che De Vito all' inizio non fosse una mela marcia, ma che - sempreché le accuse siano confermate in giudizio - lo sia diventato strada facendo, accumulando risentimenti per la mancata sindacatura e magari pensando a sistemarsi in vista della fine della sua carriera politica, tra due anni, alla scadenza del secondo mandato.

 

MARCELLO DE VITO A REGINA COELI

Di Maio ne ha subito annunciato l' espulsione, marcando la diversità da tutti i partiti che gridano al complotto, alla giustizia a orologeria, alle manette elettorali per rifugiarsi nella comoda scusa della presunzione di innocenza fino alla Cassazione. Si spera che l' espulsione sia stata decisa dopo aver letto le carte, perché un arresto è un fatto pesantissimo, ma non sempre risolutivo. Dipende dagli elementi d' accusa già dimostrati o suffragati da ampi riscontri, e in questo caso ce ne sono parecchi.

 

Leggere le carte è sempre importante per sapere chi ha fatto cosa e assumere le decisioni che la politica deve prendere allo stato degli atti, a prescindere dagli aspetti penali, che seguono tutt' altri binari. Ora, cacciato De Vito, si tratta di decidere la sorte dell' amministrazione Raggi. La sindaca è stata rivoltata come un calzino dalla Procura e ne è sempre uscita pulita. La condanna dell' ex capo del personale Marra riguarda fatti dell' èra Alemanno e le tangenti addebitate al consulente Lanzalone non hanno inquinato alcun atto della giunta. Se però ora emergesse che De Vito aveva complici fra gli assessori, la sindaca dovrebbe trarne le inevitabili conseguenze.

 

virginia raggi marcello de vito

Ma non pare questo il caso: sia per la correttezza dei vertici della giunta, sia per i pessimi rapporti di De Vito con la Raggi e i suoi fedelissimi, sia per gli scarsi poteri operativi del presidente dell' Assemblea, che al massimo può promuovere mozioni o interrogazioni, non risulta che costui abbia assunto o condizionato decisioni sulle operazioni immobiliari contestate dai pm (peraltro bloccate da un' eternità).

 

Evidentemente i palazzinari - veri, eterni e intoccabili re di Roma - non riuscivano a penetrare nella giunta. E, in mancanza di meglio, hanno aggirato l' ostacolo agganciando l' anello più debole della catena, l' unico big M5S risultato finora permeabile alla tentazione. Un tizio che, in attesa delle sentenze, non possiamo ancora definire un corrotto, ma possiamo già considerare un fesso: un politico con un minimo di sale in zucca non parla al telefono con faccendieri di soldi da spartire pochi mesi dopo l' arresto di Lanzalone e tre mesi prima delle elezioni europee che tutto il sistema attende con ansia per ammazzare i 5Stelle.

LUCA PARNASI - MAURO BALDISSONI - SIMONE CONTASTA - MARCELLO DE VITO - LUCA BERGAMO - VIRGINIA RAGGI

 

Tutti sanno che ogni scandalo targato M5S fa mille volte più notizia di quelli targati Pd (Zingaretti indagato per finanziamento illecito, ma lui si dice "tranquillo" e morta lì), FI (c' è l' imbarazzo della scelta) e Lega (49 milioni spariti, un sottosegretario bancarottiere, vari amministratori condannati, e tutti zitti). Dunque sta ai 5Stelle spalancare gli occhi per scoprire in anticipo qualunque trave nell' occhio del vicino di banco.

 

Chissà, forse senza la radicalizzazione della guerra intestina fra meetup "devitiani" e "raggiani", qualcuno avrebbe potuto notare e segnalare credibilmente certi rapporti poco chiari di De Vito prima che arrivassero le forze dell' ordine.

 

MARCELLO DE VITO E BEPPE GRILLO

In ogni caso questo ennesimo scandalo in casa M5S , il primo che vede coinvolto un iscritto (e che iscritto) con l' accusa di corruzione, proprio questo segnala: l' incapacità di distinguere non tanto fra politici onesti e disonesti (spesso indistinguibili, specie quando si tratta di mele sane che si guastano strada facendo), ma tra politici capaci e incapaci, tra persone di valore e gentaglia o gentuccia. La selezione a caso, anzi a cazzo, praticata finora è un terno al lotto: può premiare gente valida, come alcuni ministri e sindaci M5S , ma anche soggetti che è meglio perdere che trovare.

 

MARCELLO DE VITO MOVIMENTO CINQUE STELLE

Ed è stupefacente che, dopo sei anni di esperienza parlamentare, si continui a discutere di regole interne, espulsioni di dissidenti, voti online, doppi mandati e scontrini, e mai di creare una scuola di politica e di amministrazione: cioè uno strumento fondamentale per attirare energie positive dalla società, selezionare una classe dirigente e formarla adeguatamente. Questo non basterebbe mai a scongiurare i casi di corruzione, almeno quelli legati alla disonestà di un singolo. Ma aiuterebbe a far crescere, maturare e nobilitare un movimento a cui, come ha detto Giorgia Meloni, "se levi l' onestà, restano solo gli show di Grillo".