Paolo Festuccia per \"La Stampa\"
Fini Casini RutelliColazione con Fini e con Casini. Al tavolo c\'è James Murdoch, con i suoi manager. Si dirà, «normale chiacchierata istituzionale». Certo, ma di fatto il patto a tre giunge quando il caso Ruby scuote il palazzo, e in Parlamento si odono voci di voto anticipato. Insomma, se urne saranno, il terzo polo non vuole trovarsi impreparato, tanto che tesse già la sua ragnatela. Relazioni e rapporti, che si intrecceranno soprattutto con il palinsesto di Sky Italia e di «Cielo». La Tv di Murdoch, dunque, non si tira indietro e spedisce a palazzo i suoi inviati.
Sul tavolo, tanta politica, ma pure il bando per l\'assegnazione delle frequenze sul digitale terrestre. Frequenze care alla Pay-Tv, ma ferme al palo e sulle quali il ministero dello Sviluppo economico non ha detto ancora l\'ultima parola. E così, tra strategia politica e sviluppo industriale si finisce per parlare di pluralismo e conflitto d\'interesse. Ed è su questo che nasce il feeling. Perché, si ragiona nel Polo, «se in primavera si andrà al voto meglio organizzarsi per tempo», visto il fuoco mediatico di cui disporrà Silvio Berlusconi in campagna elettorale. E già oggi scatta l\'attacco.
Casini e FiniL\'occasione, è il question time delle 15, quando il futurista Benedetto Della Vedova incalzerà il ministro Paolo Romani, sui tempi del bando di gara sulle frequenze digitali (per le quali su delibera dell\'Ue potrà partecipare anche Sky Italia, ma il ministero ha chiesto parere al Consiglio di Stato) così come vuole l\'Unione Europea. Ma soprattutto, insisterà Benedetto Della Vedova, «se non ritenga, al fine di allontanare i sospetti su eventuali ostacoli nei confronti di Sky, che la soluzione migliore non sia proprio quella di avviare immediatamente la procedura di gara».
murdoch JamesUna procedura, che a sentire certi commenti e previsioni tenderebbe, invece, a dilatarsi con il rischio di lasciare a mani vuote proprio Murdoch. «E già - spiega Della Vedova - come si fa su questa vicenda ad aprire da un lato un conflitto istituzionale con l\'Ue e dall\'altro commerciale con gli Usa?»
PAOLO ROMANITemi industriali vero, che non sfuggono, però, a Roberto Rao dell\'Udc che rilancia sul fronte politico: «Frenare un operatore commerciale come Sky significa mettere a rischio investimenti, ma soprattutto, penalizzare i consumatori». E aggiunge: «Dopo anni di duopolio Rai-Mediaset, è tempo di un maggior pluralismo».
Insomma, se la battaglia per Sky ruota intorno ai ricavi e agli investimenti per il terzo polo si gioca nel campo dell\'informazione. A maggior ragione, a ridosso di una possibile tornata elettorale che, nel caso di voto anticipato, si annuncia più che mai incandescente soprattutto per chi, come il Fli, ha presentato una mozione sul pluralismo alla Rai e contro il direttore del Tg1.
MENTANAInsomma, «se le porte informative di Mediaset e Rai resteranno sbarrate - si osserva - non resta che SkyTg24 e il Tg di Enrico Mentana». Uniche alternative, alle oliate macchine informative sulle quali punterà il Cavaliere per scalare i consensi. E così, si finisce per rimettere il dito sul conflitto d\'interessi al fine di «garantire - spiega l\'esponente centrista, Roberto Rao - leale concorrenza nel settore informativo. Le alchimie burocratiche - insiste Rao - non possono frenare lo sviluppo del settore a vantaggio di pochi».
Tant\'è spiega il futurista Della Vedova, «che se si pone il tema di reciprocità tra Stati (Sky è una Tv a capitale Usa) nel settore della comunicazioni, non si capisce ad esempio perché il governo non si ponga gli stessi problemi per altre società, per altre multinazionali, per operatori nelle telecomunicazioni come Wind con i suoi passaggi azionari». Oggi, dunque, il primo match. Ma, soprattutto, l\'ennesimo scontro tra Murdoch e il Cavaliere con la benedizione, stavolta, del Terzo Polo.