TIPINI FINI - “PRIMA LE DONNE MORIVANO 7 ANNI DOPO GLI UOMINI, ORA LO SCARTO S’E’ DIMEZZATO. BEN GLI STA. HANNO VOLUTO ENTRARE NEL MONDO DEL LAVORO MASCHILE E NE HANNO ASSUNTO TUTTO LO STRESS” – E SILVIA TRUZZI STROZZA MASSIMO FINI


1 - CARE DONNE SCUSATE, È ANCHE COLPA VOSTRA

Massimo Fini per il “Fatto quotidiano

 

massimo fini

Le donne hanno fatto un altro passo avanti sulla strada della parità. Prima morivano 7 anni dopo gli uomini, adesso questo scarto si è dimezzato: 3,8. Ben gli sta. Hanno voluto entrare nel mondo del lavoro maschile e ne hanno assunto tutto lo stress, fumano, bevono, si fanno di coca. Eppoi nella competitività sul lavoro – altra fucina di nevrosi – non hanno rivali.

 

O, per essere più precisi, li hanno: sono le loro colleghe, soprattutto le brutte. Per non retrocedere allo status di “brutte” sono costrette ad acrobazie faticosissime. Già la manutenzione del corpo di una donna impegna un paio di ore al giorno, fra maquillage, capelli, depilazioni, abluzioni accuratissime. Adesso si sono aggiunte palestra, acquagym, jogging (pratica particolarmente insensata: nessuno ha mai pensato seriamente che le gambe delle donne siano fatte per camminare tantomeno per correre).

mfn23 massimo fini

 

Le donne sono le prime vittime della modernizzazione. Fanno un doppio lavoro. Quello in ufficio e quello a casa. L'antropologia non si può ingannare, l'accudimento dei figli spetta a lei e per un periodo piuttosto lungo perché il cucciolo dell'uomo è il più tardivo a svezzarsi. Forse per questo riluttano a farli. Ma arrivate vicino alla quarantina sentono che manca loro qualcosa e sono prese dall’angoscia.

 

Perché i figli non vengono quando ti pare. In linea di massima ci vorrebbe un partner stabile, ma anche lasciando perdere questo trascurabile particolare l’età della massima fecondità della donna sono i 27 anni, a 37, 38, 40 le cose si fanno più difficili. Eppoi quegli ex feti, quegli esseri misteriosi sparati fuori dalla loro inquietante vagina hanno una vitalità impressionante, che per essere governata ha bisogno di una vitalità altrettale, che a vent'anni si ha, a quaranta molto meno.

Silvia Truzzi

 

Sono perennemente insoddisfatte. A parte quelle che lamentano “depressioni cupissime”, “solitudini infinite”, non ce n'è una fra le mie amiche, quelle comprese fra i 25 e i 55 anni (oltre diventa inutile discutere, perché nessuno le scopa più, se non per dovere d'ufficio) che non sia attratta da esoterismi, Osho, Milarepa e altre stronzate orientali. Segno che manca loro qualcosa, qui in Occidente. Il maschio. Mentre infatti la donna si mascolinizzava (guardatele camminare: non camminano, marciano su tacco 12) l'uomo si femminilizzava .

 

Peraltro all'uomo sono venute a mancare le situazioni per far valere la propria virilità. Non c'è più la guerra, non ci sono più ideologie un po' truculente come il comunismo o il fascismo, la tecnologia ha reso superflua la forza fisica. E l'uomo ha bisogno di dimostrare se non la forza almeno il proprio coraggio. La donna no, preparata ai dolori del parto il coraggio ce l'ha, ma quando serve, altrimenti è capace di svenire se un topolino di campagna le passa fra le gambe (e questo la rendeva deliziosa).

SILVIA TRUZZI

 

Ma anche in questo campo assistiamo a un rovesciamento straordinario, in particolare nel mondo musulmano: le donne vanno a fare la guerra come ci raccontano le cronache dall’Iraq (prima gli mettevano il burqa, adesso gli permettono di combattere). È una distorsione totale dell’universo femminile.

 

La donna, che dà la vita, ha sempre avuto orrore di queste carneficine ai suoi occhi insensate, per l'uomo la guerra è sempre stata il grande gioco, “il gioco di tutti i giochi”, che gli permetteva di appagare il suo oscuro istinto di morte. Infine se dovessimo dare un minimo credito di intelligenza ai “padroni delle ferriere” dovremmo pensare che l'emancipazione femminile l'hanno inventata e foraggiata loro. Prima lavorava uno solo e ci manteneva tutta la famiglia. Adesso devono lavorare tutti e due e spesso non basta. Ergo: paghi uno e prendi due. Elementare Watson.

 

2 - CARO MASSIMO, SULLE DONNE I FINI NON GIUSTIFICANO I MEZZI

Silvia Truzzi per il “Fatto quotidiano

donne contro il femminismo 5

 

Periodicamente Massimo Fini, che questo giornale ha la grande fortuna di ospitare dalla sua nascita, scrive un’invettiva contro le donne. Nel 2010 il titolo era: “Le donne sono una razza nemica”. Tocca qui rispondergli, oggi come allora, perché la sua rubrica Battibecco esce il sabato, Fatti di vita la domenica: proveremo a farlo, cercando di non incorrere in uno dei molti capitali difetti dei quali c’incolpa.

 

Nel 2010 la prima lamentela che si muoveva al nemico in gonnella era che le donne vivono sette anni più degli uomini. Apprendiamo che il gap si è dimezzato, passando a 3,8 anni. “Ben gli sta. Hanno voluto entrare nel mondo del lavoro e ne hanno assunto tutto lo stress”. In effetti, oggi più che mai le donne lavorano per hobby, non per necessità di portare uno stipendio a casa.

 

FEMMINISMO

Senza dire che l’autonomia economica ha concesso al “secondo sesso” di non dover dipendere dal primo (padri, mariti, amanti). Con il conseguente effetto collaterale di scegliere come, dove e con chi stanno bene. “Nella competitività sul lavoro – altra fucina di nevrosi – non hanno rivali. O, per essere più precisi, li hanno: sono le loro colleghe, soprattutto le brutte”. Onestamente, non commentabile.

 

donne contro il femminismo 1

“Per non retrocedere allo status di ‘brutte’ sono costrette ad acrobazie faticosissime. Già la manutenzione del corpo di una donna impegna un paio di ore al giorno, fra maquillage, capelli, depilazioni, abluzioni accuratissime”. Ma si è mai sentito un uomo che volesse accanto una donna puzzolente, coi capelli unti e i peli sulle gambe?

 

Fanno un doppio lavoro, le arpie. “Quello in ufficio e quello a casa”. Forse se mariti e fidanzati dessero una mano autentica a casa – invece di spaventarsi perché lei ha un buon lavoro e farle pagare ogni ritardo con frasi colpevolizzanti, tipo “Noi hai ancora cucinato la cena?” – tutto sarebbe più facile . Sulla maternità Fini dice che le donne, il cui picco di fertilità arriva ai 27 anni, si svegliano verso i 40 quando è tutto più difficile. Concepire, portare avanti la gravidanza, partorire e crescere i pargoli.

 

anziani cinesi

Vero, dal punto di vista della natura il bilancio è negativo. Però bisogna fare molta attenzione: la questione è talmente personale, intima, legata a milioni di fattori (economici, emotivi, sentimentali, di salute) che ogni generalizzazione è stupida. Soprattutto l’obiezione rischia di essere offensiva o peggio, dolorosa per chi la riceve. “Sono perennemente insoddisfatte.

 

A parte quelle che lamentano ‘depressioni cupissime’, ‘solitudini infinite’, non ce n’è una fra le mie amiche, quelle comprese fra i 25 e i 55 anni (oltre diventa inutile discutere, perché nessuno le scopa più, se non per dovere d’ufficio) che non sia attratta da esoterismi, Osho, Milarepa e altre stronzate orientali”.

UNA SIGNORA ALLA MANIFESTAZIONE _SE NON ORA QUANDO__

 

Almeno una sì, se è possibile ambire all’epiteto “amica”. Ma discutibili tendenze spirituali a parte, davvero bisognerebbe dire che anche per i maschi oltre una certa età fare sesso diventa un problema biologico. La pillola blu è un aiutino (ancorché non innocuo), ma non è che certe pance flaccide e triplimenti ballonzolanti siano un bello spettacolo. Però Fini ha ragione quando scrive che mentre la donna si mascolinizzava l’uomo si femminilizzava.

 

E infatti alle donne i maschi mancano. Tantissimo. Quelli che sapevano guardare, corteggiare, proteggere. Che superavano l’adolescenza, quando l’adolescenza finiva. Al di là di anacronistiche incazzature di genere e cliché scontati, si potrebbe semplicemente venirsi un po’ incontro. E magari chissà, perfino recuperare un po’ di incanto (magari funziona anche per i sagaci polemisti).