TRAGEDIA GRECA/2 – AUMENTA IL RISCHIO BANCAROTTA DI ATENE E L’UNIONE EUROPEA SI SPACCA SU UNA SUA USCITA DALL’EURO – ORMAI TRA GRECIA E BRUXELLES SIAMO AL MURO CONTRO MURO

I ministri delle Finanze italiani e francesi fanno da pompieri e Padoan dice che l’uscita della Grecia dalla moneta unica “è un’ipotesi molto lontana”. Ma il collega sloveno ha chiesto apertamente una discussione ufficiale sull’eventualità di un default greco…

Condividi questo articolo


Tonia Mastrobuoni per “La Stampa

 

varoufakis a cernobbio con tremonti e latouche foto manacorda varoufakis a cernobbio con tremonti e latouche foto manacorda

Se Varoufakis è un economista esperto di teoria dei giochi dovrebbe aver capito che è del tutto svanito l’elemento che negli esempi classici - si pensi al dilemma del prigioniero - garantisce un risultato mediamente soddisfacente per tutti: la fiducia e la disponibilità a collaborare. Dopo un Eurogruppo di fuoco, a giudicare dalle caotiche dichiarazioni di ieri mattina, l’unica certezza è che senza uno sblocco a breve del negoziato, ma a un livello ancora più alto, Atene non potrà evitare lo scenario peggiore.

 

La decisione, al netto delle ipocrisie, a questo punto è in mano a due persone: Angela Merkel e Mario Draghi. Per mesi, il negoziato tecnico non c’è mai stato: i greci hanno confinato gli emissari delle «istituzioni» negli alberghi di Atene, e hanno mandato ai funzionari di Fmi, Bce e Ue gruppi di tecnici che si limitavano a consegnargli informazioni, spesso a dir poco lacunose, senza mai dargli l’opportunità di intavolare una discussione seria. In questi mesi a Francoforte e Bruxelles non sono mai arrivati documenti attendibili sullo stato delle finanze pubbliche o delle correzioni di bilancio o delle riforme.

 

varoufakis e moglie su paris match varoufakis e moglie su paris match

La bomba politica ?Così, dopo mesi di grave impasse tecnica, a Riga è esplosa la bomba politica. Da venerdì si è spezzata ogni possibilità di una discussione costruttiva nel consesso più importante, per un’intesa preliminare su Atene, l’Eurogruppo. Il muro contro muro tra il responsabile delle Finanze, Yanis Varoufakis e i diciotto colleghi, il folle ragionare a voce alta di alcuni ministri sulla necessità di ragionare su un «Piano B», dimostra che, su quel piano, è calata la saracinesca. Ma anche che l’Eurogruppo è ormai una riunione senza leadership, checché molti vogliano far credere che lo scettro sia in mano a Wolfgang Schaeuble.

 

?Da un lato, ci sono i pompieri. Dopo che alcune indiscrezioni avevano parlato della richiesta di un ministro di cominciare a considerare un «piano B», il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha sottolineato che l’uscita della Grecia dall’euro «è un’ipotesi molto lontana», soprattutto che «dimostrerebbe che l’euro non è reversibile».

 

varoufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81d varoufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81d

Sulla stessa linea il commissario agli Affari economici Moscovici: al termine dell’Ecofin di ieri ha smentito categoricamente che ci siano «piani B». La Grecia, ha sottolineato, «deve rimanere nella zona dell’euro. Lo vogliamo tutti, le autorità greche, le istituzioni, i membri del consiglio Ecofin». Anche il ministro francese e quello austriaco delle Finanze, Sapin e Schelling, hanno escluso che si sia parlato di «Grexit».

 

VAROUFAKIS E PADOAN VAROUFAKIS E PADOAN

Diverso, tuttavia, il caso del collega sloveno Mramor Dusan, che ha chiesto apertamente una discussione sull’eventualità di un default di Atene, sia ipotizzando che esca dalla moneta unica, sia tentando uno scenario in cui resti nella moneta unica: «il piano B può essere tutto», ha detto. E anche il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ha parlato con una certa leggerezza dello scenario peggiore, concedendosi un parallelo storico con i convulsi mesi dell’89, dopo la caduta del Muro: «Se avessimo detto in anticipo che la Germania puntava alla riunificazione, ci avrebbero presi per pazzi». Una risposta inquietante.

 

Pierre Moscovici and Marie Charline Pacquot article A CAFA DC x Pierre Moscovici and Marie Charline Pacquot article A CAFA DC x

E Varoufakis? Ai microfoni del Tg3 si è mostrato fiducioso, venerdì sera: «c’è molto terreno comune, sì, sono fiducioso che troveremo un accordo. Dobbiamo trovarlo, sarebbe ridicolo se non lo trovassimo». Ma alla cena con i diciotto colleghi, l’economista greco-australiano che odia le cravatte non si è neanche presentato.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…