1. TRAVAGLIO BUTTA GRILLO: “NON CI SONO PIÙ PAROLE PER DESCRIVERE IL LENTO E INESORABILE, MA TUTT’ALTRO CHE INEVITABILE, SUICIDIO DEL MOVIMENTO 5 STELLE. UN SUICIDIO DI MASSA CHE RICORDA, PER DIMENSIONI E FOLLIA, QUELLO DEI 912 ADEPTI DELLA SETTA “TEMPIO DEL POPOLO”, CHE IL 18 NOVEMBRE 1978 OBBEDIRONO ALL’ULTIMO ORDINE DEL GURU, IL REVERENDO JIM JONES, E SI TOLSERO LA VITA TUTTI INSIEME NELLA LORO COMUNE DI JONESTOWN, NELLA GIUNGLA DELLA GUYANA, BEVENDO UN COCKTAIL AL CIANURO” 2. L’ULTIMO ARRIVATO, GIORGIO ALBERTAZZI: ''COME ELETTORE QUESTA STORIA DELLE ESPULSIONI MI SEMBRA UNA COSA DA VECCHIO PCUS. NON MI PIACE IL SISTEMA NÉ IL LINGUAGGIO. GRILLO È CAMBIATO ANCHE NEL MODO DI VESTIRE. GLI VOGLIO BENE A PRESCINDERE MA NON SO SE LO VOTEREI ANCORA. HA PERSO QUELLO SMALTO INIZIALE’’

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1. LA DECRESCITA INFELICE

Marco Travaglio per “il Fatto Quotidiano

MARCO TRAVAGLIO MARCO TRAVAGLIO

 

   Non ci sono più parole per descrivere il lento e inesorabile, ma tutt’altro che inevitabile, suicidio del Movimento 5Stelle. Un suicidio di massa che ricorda, per dimensioni e follia, quello dei 912 adepti della setta “Tempio del Popolo”, che il 18 novembre 1978 obbedirono all’ultimo ordine del guru, il reverendo Jim Jones, e si tolsero la vita tutti insieme nella loro comune di Jonestown, nella giungla della Guyana, bevendo un cocktail al cianuro.

 

L’ultima mattana del Tempio del Grillo è l’avviso di sfratto per i deputati Artini e Pinna, accusati di violare da mesi l’impegno – a suo tempo sottoscritto da tutti i candidati – di restituire parte dello stipendio e rendicontare tutto sul blog.

alm37 giorgio albertazzi alm37 giorgio albertazzi

 

I due sostengono che non è vero ed esibiscono ricevute, ma la loro difesa non appare nella requisitoria pubblicata sul blog di Grillo che ieri ha chiamato gli iscritti a votare per l’espulsione. Finora gli “enucleandi” potevano difendersi nell’assemblea dei gruppi parlamentari, dopodiché scattava il voto sul web.

 

Stavolta invece la procedura è stata invertita: prima il voto sul web, poi eventualmente quello degli eletti. In questo guazzabuglio di scontrini e carte bollate, capire chi ha ragione e chi ha torto sul merito è arduo. Ma anche inutile. È vero che chi si candida in un partito o movimento ne accetta le regole e, se le viola, può essere espulso.

 

GRILLO CON IL CANE GRILLO CON IL CANE

Ed è vero che la restituzione dei fondi pubblici (42 milioni di rimborsi elettorali totali e 10 di indennità parziali) fa parte del Dna dei 5Stelle ed è una delle ragioni del loro successo. Ma, chiunque abbia ragione sul restituire&rendicontare, c’erano mille strade per risolvere la questione in modo meno traumatico.

 

Lo dimostrano le perplessità non solo dei soliti dissidenti, ma anche di diversi “duri e puri”. Chi ha messo in piedi il processo a ciel sereno ne trascura la devastante ricaduta esterna: nei giorni più neri del governo Renzi, alle prese con mille guai che per la prima volta danno ragione alle opposizioni e in primis ai 5Stelle, tg e giornali hanno buon gioco a parlar d’altro. Cioè – paradosso dei paradossi – dei guai del M5S.

 

GRILLO beppe genova GRILLO beppe genova

Che così riesce nell’impresa di calciare in tribuna l’ennesimo rigore a porta vuota: invece di affacciarsi a dire “noi l’avevamo detto che Renzi sbagliava tutto”, regala al governo e ai suoi fans un’occasione d’oro per dire “noi l’avevamo detto che Grillo sbagliava tutto”. Geniale: un auto-sabotaggio identico a quello rinfacciato a Orellana&C.

 

Nell’ultima settimana, poi, anziché analizzare seriamente la fuga di elettori registrata in sei mesi tra Emilia Romagna e Calabria (401.847 voti in meno rispetto alle Europee di maggio), il blog di Grillo è riuscito prima a cantare vittoria (col raffronto tipicamente doroteo con le regionali del 2010, quando il M5S era nella culla).

GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO GRILLO E CASALEGGIO AL CIRCO MASSIMO

 

Poi a ospitare un’intervista allo storico Petacco sulla (non)responsabilità di Mussolini nel delitto Matteotti, trascurando inspiegabilmente le guerre puniche e il Congresso di Vienna. Infine a scomunicare un deputato per leso divieto (peraltro intermittente) di andare in tv.

 

Risultato: il buon lavoro dei parlamentari pentastellati resta sullo sfondo, mentre la fame atavica di forze anti-sistema viene confiscata da un Salvini qualunque, portatore insano di ricette fallimentari lunghe vent’anni, solo perché le sue felpe sono sempre in tv e riescono a imbonire quel pubblico periferico e ultracinquantenne che è magna pars dell’elettorato italiano.

 

COMIZIO DI BEPPE GRILLO AL CIRCO MASSIMO COMIZIO DI BEPPE GRILLO AL CIRCO MASSIMO

E dire che basterebbe poco per raddrizzare la baracca: eleggere due o tre portavoce da mandare nei tg e nei talk meno indigesti a rappresentare la linea del M5S, evitando che a farlo sia il primo peone semidissidente che passa. E nominare un direttorio che giri per i meetup dirimendo i dissensi che inevitabilmente esplodono qua e là.

 

L’alternativa è il permanente stillicidio-suicidio di espulsioni che fra l’altro assottiglia i gruppi parlamentari: due anni fa gli eletti erano 163, ora si son già ridotti a 143. Se poi gli espulsi votano col governo, magari sperando che qualcuno li ricandidi, si può pure sputtanarli come i nuovi Razzi e Scilipoti. Ma il primo colpevole è chi li ha espulsi, gettandoli fra le braccia di Renzi. Il quale, con degli avversari così, può campare cent’anni.

GRILLO A ROMA GRILLO A ROMA

 

 

2. ALBERTAZZI: “COSÌ PARE IL PCUS E NON MI PIACE MA NON DISPERO”

Emiliano Liuzzi per “il Fatto Quotidiano

 

   Il legame è il dentista di Pegli. Non è lì che si conoscono, Giorgio Albertazzi e Beppe Grillo, ma è in quella sala d’attesa che diventano amici. Il dentista che ritorna, perché anche Bersani, quando ancora sognava un suo governo di minoranza, è allo stesso odontoiatra che si rivolge per cercare di avvicinare Grillo. Albertazzi, il Maestro, è lì che diventa simpatizzante del Movimento 5 Stelle. Lo racconta lui al Fatto Quotidiano.

   

Miracoli dell’odontoiatria, Maestro?

MARCO TRAVAGLIO CON BEPPE GRILLO MARCO TRAVAGLIO CON BEPPE GRILLO

   Non esageriamo. È un professionista di Pegli, ma da tempo immemorabile è il dentista degli attori e della gente dello spettacolo. Amico mio, amico di Grillo.

   

Vero che le piacque subito la declinazione politica di Grillo?

   Sì. Anche perché Grillo politico lo è sempre stato. Ha semplicemente affinato la tecnica, con il trascorrere degli anni. Ma il programma Te la do io l’America era già politico, una satira corrosiva.

   

Albertazzi è ancora amico di Grillo e suo grande elettore?

   Sono fedele. Come elettore questa storia delle espulsioni mi sembra una cosa da vecchio Pcus. Non mi piace il sistema né il linguaggio. Grillo è cambiato anche nel modo di vestire.

grillo travaglio felici grillo travaglio felici

   

A cosa si riferisce?

   Se dico Grillo mi viene in mente Daniel Cohn-Bendit.

   

Quello che è stato il leader dei Verdi europei e nacque nel maggio 1968 come rivoluzionario?

GRILLO A ROMA GRILLO A ROMA

   Sì, mi riferisco a lui. Con il tempo lo vidi cambiare Nell’atteggiarsi, ma anche negli abiti, come saliva in scena e non più sulle barricate.

   

Anche Grillo ha cambiato abito?

   Forse non l’atteggiamento, ma ha smesso gli abiti.

   

Cosa le imputa?

   Soprattutto la scelta della sua classe dirigente. Lasciata al caso. Ha pescato dei ragazzi intelligenti e preparati, altri no.

   

Dicono sia la democrazia ai tempi di Internet.

   La democrazia è una cosa seria.

   

Ha sentito delle espulsioni?

   Sono qui che seguo, non conosco ancora i risultati. Ma immagino che vada a finire come vuole lui.

   

Parlava di ragazzi: essere giovane basta per far politica?

   No, essere giovane è un grande vantaggio, ma non può essere un premio. Ci sono giovani preparati e altri incapaci.

   

Il suo giudizio è netto, ma quando parla di Grillo si vede che prova affetto...

   Me lo immagino. Perché gli voglio bene a prescindere. Ma non so se lo voterei ancora. Ha perso quello smalto iniziale.

GRILLO OCCHIALI PERSONALIZZATI-1 GRILLO OCCHIALI PERSONALIZZATI-1

 

La politica è così, quando entri là dentro è come buttarsi in una vasca, inevitabilmente ti bagni. Lui portava lo spirito radicale, non nel senso pannelliano del termine, mi è piaciuta molto la sua operazione. Ma alla fine si è bagnato anche lui.

   

Lo facciamo il gioco della torre?

   Mi vengono in mente le serate con Luchino Visconti, comunista vecchio stampo. Era lui, dopo una giornata di lavoro, che iniziava con il gioco della torre. Si divertiva da matti, era la perfidia delle distrazioni serali. In genere finiva in una cosa tra registi, attori, produttori.

   

E quando toccava a lei?

Beppe Grillo sul palco di piazza del popolo Beppe Grillo sul palco di piazza del popolo

   A volte in modo pavido provavo a tirarmi indietro. No, non potevo scegliere tra due amici. E così dicevo: Luchino, mi butto io. Ma non funzionava.

   

E allora chi butta tra Renzi e Grillo?

   Iniziale diffidenza, poi è prevalsa una certa toscanità. Io credo che ci sia una parte in Renzi molto spettacolare, che annuncia molto e conclude poco. Ma intimamente ha la voglia di cambiare. E di cambiare abbiamo bisogno.

   

Da grillino a renziano?

grillo travaglio abbraccio lap grillo travaglio abbraccio lap

   No. Ho già detto che critico il Movimento 5 Stelle, ma non dispero.

   

Però qualcuno bisogna buttare.

   Facciamo così. Oggi, causa espulsioni, butto Grillo. Però mi tengo la possibilità di tornare indietro. L’espulsione mi riporta al significato di partito, non mi piace affatto. Se Grillo torna a fare l’arbitro e non il giudice resto con lui.

 

 

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