IL TRUMAN SHOW DI PUTIN – DALLE CROCIFISSIONI BUFALA IN UCRAINA ALLA “COMPAGNIA NAZIONALE DELLA PROPAGANDA”, DAI PROGRAMMI SUI “TRADITORI” AFFIDATI A EX SPIE DEL KGB AGLI ABBRACCI CON LE STAR DELL’OCCIDENTE: IN RUSSIA NON DORME MAI LA MACCHINA DEL CONSENSO


Nicola Lombardozzi per “la Repubblica

 

vladimir putin 9

PER capire l’aria che tira può bastare riascoltare un paio di volte i notiziari di Rossjia 1, il primo canale televisivo russo, e analizzare con metodo ogni parola della soave conduttrice Katerina Andreeva. Ieri, per esempio, dando conto dell’ennesimo accordo per la tregua in Ucraina, la giovane e popolarissima giornalista ha dovuto inevitabilmente citare il governo di Kiev. Ma la notizia nascosta è che per la prima volta in sei mesi, l’ha chiamato proprio «governo» rinunciando ad arrotondare sensualmente le labbra per pronunciare in perfetto spagnolo «la junta» come si fa da queste parti per alludere con disprezzo ai generali fascisti delle passate dittature latino americane. La cronaca politica, nella Russia di Putin, si legge così.

 

alexander litvinenko

Tutti gli ultracinquantenni, scafati da anni di propaganda sovietica, hanno capito che qualcosa sta cambiando nell’atteggiamento del Cremlino, che nuove aperture sono in vista e che i ribelli filorussi, letteralmente scomparsi dai media dopo valanghe di interviste e di articoli trepidanti, dovranno prima o poi arrendersi alla ragion di Stato. E gli stessi cremlinologi fatti in casa hanno potuto confermare le loro ottimistiche sensazioni nel pomeriggio, quando hanno visto sfilare per il centro di Mosca circa trentamila manifestanti inneggianti alla Pace, circondati da poliziotti gentili e rilassati, mentro loro scandivano cose tipo «Fermate la guerra tra fratelli ».

 

Putin — spiegano i decrittattori di questi oscuri segnali — ha incredibilmente autorizzato il corteo per dare una dimostrazione di democrazia e al contempo far sapere che molti russi vogliono la pace.

 

La sensazione che ogni singola parola, ogni scelta di video e immagini, perfino ogni smorfia del viso dei conduttori tv — come un vero e proprio Truman Show — siano frutto di una meticolosa scelta fatta dall’alto è del resto assai diffusa. E perfino riconosciuta pubblicamente. In pochi l’avevano capito nel dicembre scorso quando la crisi ucraina era appena iniziata e un decreto presidenziale accorpava di fatto tutti i media nazionali in una compagnia definita senza mezzi termini «responsabile della propaganda dell’immagine della Russia all’Estero ».

MILITARI UCRAINI A DIFESA DELLA BASE ATTACCATA DAI FILORUSSI

 

Da allora ogni mossa mediatica è decisa nell’ufficio del supremo capo della “interpretazione delle notizie”, l’ex conduttore tv Dmitrj Kisseliov. Un sessantenne dall’aria truce noto tra i dissidenti come “il killer di Putin”. Fama che si è creata in una lunga carriera di inchieste giornalistiche che hanno fatto epoca. Il supersindaco di Mosca Jurij Luzhkov cadeva improvvisamente in disgrazia? Ed ecco che Kisseliov confezionava un documentario di due ore per dimostrare tutte le sue ruberie, l’arroganza, la scarsa cultura e perfino il suo odio per gli animali, di cui prima non si era mai sentito parlare. Aleksej Navalnyj, blogger anticorruzione, infiammava le piazze dei contestatori? Kisseliov ricamava servizi con «prove inconfutabili» della sua dipendenza dalla Cia.

 

GENERALE UCRAINO GENADY KRUTOV ASSALITO DAI FILORUSSI

Adesso Kisseliov dall’alto della sua esperienza dirige un po’ tutto, propone programmi, detta lo spirito con cui redigere gli articoli. Inventa trasmissioni. E probabilmente è una sua creatura anche un programma che ha fatto particolare impressione in questi giorni. Si chiama I traditori e viene trasmesso dal canale Zvezda Tv, finanziato dal ministero della Difesa e seguitissimo anche dai russi meno nazionalisti perché ripropone eccellenti film di guerra dell’era sovietica. I traditori è un programma storico condotto da un personaggio abbastanza inquietante, almeno in Occidente: il deputato Andrej Lugovoj, ex agente Kgb, ricercato in Inghilterra come assassino dell’ex spia Aleksandr Litvinenko, avvelenato con plutonio radioattivo in un ristorante di Londra nel 2006.

 

FILORUSSI A SLAVIANSK

Litvinenko aveva deciso di «rivelare i crimini di Putin» ed è una scelta carica di significato incaricare proprio il suo presunto assassino di condurre un programma che racconta storie esemplari di «traditori della patria» scoperti, processati e giustiziati durante la Guerra Fredda. In otto puntate condotte con piglio autorevole e una innaturale rigidità Lugovoj racconta la storia, nota e arcinota di altrettanti pezzi grossi dell’Urss beccati a trescare con il nemico. Nessun accenno, ovviamente al caso Litvinenko ma sentire il pistolotto finale di Lugovoj che dice «la punizione arriva sempre prima o poi», è volutamente da brividi.

 

PUTIN E STEVEN SEAGAL

E non ci sono solo le minacce subliminali. La manipolazione delle notizie quotidiane è ancora più efficace. Per combattere la propaganda ucraina che spesso (la scuola sovietica è la stessa) raggiunge anch’essa livelli da record, i media russi non conoscono più limiti. Con effetti a volte controproducenti. Quando l’esercito ucraino bombardava la città ribelle di Sloviansk senza curarsi delle vittime civili (come accertavano giornalisti neutrali) un reportage della tv ha voluto esagerare mostrando ai russi una nazionalista ucraina che crocifiggeva un ragazzo di 12 anni. Un orrore inventato grazie a un paio di figuranti e qualche effetto speciale, come hanno dimostrato alcune minuscole tv di opposizione.

sin city 2 mickey rourke

 

Propaganda però non vuol dire solo giornali e tv. La predilezione di Putin per un’arte imparata quando lavorava nei servizi segreti sovietici produce un po’ di tutto. A cominciare dal termine Novorossija ( Nuova Russia) dettato ai ribelli di Ucraina per definire le loro repubbliche autodeterminate. Il nome infiamma i russi evocando una regione occupata dallo zar in tempi lontani ma geograficamente è una trasposizione di centinaia di chilometri, fantasiosa ma efficace. Come è stata geniale l’idea di affidare a Dmitrj Rogozin di dileggiare Obama.

 

Il vice premier ha twittato due foto affiancate: Putin supermacho che gioca con un leopardo e un Obama tenero con il suo barboncino. Sotto ci ha scritto: «Abbiamo valori e alleati diversi». Una sapiente regia ha fatto poi rimbalzare le immagini su Internet con tanto di commenti volgari e omofobi. E se Obama va preso in giro bisogna pure ingraziarsi qualche occidentale a dimostrazione che la Russia non è isolata. Qualcuno si presta, come Gerard Depardieu. Altri non se ne curano.

CONCERTO DI AL BANO IN RUSSIA

 

Il risultato è che Putin riceve gli attori Steven Seagal e Mickey Rourke che lo riempiono di elogi mentre si prepara in novembre ad assistere al tour di cantanti italiani “Felicità” con Gianni Morandi, Umberto Tozzi, e soprattutto gli adorati Al Bano e Romina Power. E tra pose marziali e abbracci camerateschi con cantanti e artisti, lo zar sorride da mille copertine attentamente controllate e vivisezionate dal suo ufficio più importante, quello che decide che cosa si deve sapere.

0u13 romina power