Giuseppe Salvaggiulo per ‘La Stampa'
Un abbraccio ad Alessandra Quarta, giovane giurista candidata nel Nord Ovest per la quale hanno firmato un appello centinaia di personalità guidate da Rodotà e Zagrebelsky. Un comizio davanti all'università. Poi da Torino a Bologna, per la chiusura della campagna elettorale, mentre dalla sua Grecia arrivano i risultati delle amministrative. «Andiamo al ballottaggio ad Atene e in Attica, che fa il 40% della popolazione greca: pronostici smentiti», dice Alexis Tsipras.
ALEXIS TSIPRAS DEL PARTITO SYRIZAPerché in Grecia lottate per essere il primo partito e Italia per superare la soglia del 4 per cento?
«In Grecia siamo riusciti a imporre un modo di parlare diverso, dimostrando che non siamo un vuoto d'aria e abbiamo radici nella società. In Italia c'è una peculiarità: questa forza popolare si esaurisce nella denuncia, non ha niente a che fare con la rappresentanza tradizionale della società propria della sinistra».
Grillo: scheggia impazzita della sinistra o avanguardia della destra?
«Nell'interpretare la rabbia dei cittadini, mostra un mood di sinistra. D'altra parte, su temi come l'immigrazione ha strategie di destra».
Dà risposte di destra a domande di sinistra?
«Risposte apolitiche a domande di sinistra. Non è destra tout court. La nostra presenza l'ha costretto a posizioni più politiche».
E Renzi?
«All'inizio ha creato speranze: giovane, voleva ridurre le tasse sui cedi medio-bassi e ridiscutere il fiscal compact. Ma le sue idee si sono dimostrate strutturalmente neoliberiste: lavoro più precario, meno stato sociale, privatizzazioni. Anagraficamente, è mio coetaneo. Politicamente, di Blair».
E lo rivendica.
«Il problema è proprio questo, perché la terza via ha fallito».
Renzi dà risposte di sinistra a domande di destra?
«Renzi non dà risposte di sinistra».
Che cosa significa per voi vincere?
«Avere almeno 55 eurodeputati e superare i liberali come terzo gruppo».
Volete proporre ai socialisti un'alleanza alternativa a quella col Ppe?
«Vogliamo cambiare gli equilibri, giocare un ruolo determinante. I socialisti sono in un vicolo cieco, negli ultimi anni le loro scelte si sono identificate con quelle della destra. Sarebbe importante riuscire a strapparli dall'abbraccio mortale con la Merkel».
Per fare cosa, subito?
«Stop ai programmi di austerità, via la troika, gestione solidale del debito».
E il fiscal compact?
«Non lo accettiamo, ma è un trattato internazionale: non si può cambiare subito. Le cose che ho detto sì».
Che cosa pensa delle rivelazioni sul vertice di Cannes del 2011?
«Andò in scena lo scioglimento della democrazia: aveva superato la misura che le forze dominanti sono disposte a sopportare. Hanno tramato alle spalle dei popoli italiano e greco.
Un tempo c'erano i re nazionali a fare e disfare i governi. Ora c'è un palazzo reale europeo, con la signora Merkel come un monarca assoluto a decidere se governi democratici possono vivere».
Con quale l'obiettivo?
«Imporre l'austerità. Che non è un mezzo, ma un fine».
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