TWEET O FAKE? PER LA BOLDRINI, IL CINGUETTIO PARTITO DAL SUO ACCOUNT SUI “SOSTENITORI DI GRILLO POTENZIALI STUPRATORI” È UN FALSO. DI CHI? PER ALCUNI ESPERTI DI SICUREZZA, POTREBBE ESSERE PARTITO DA UN GRILLINO

R.I. per ‘La Stampa'

Una dichiarazione detta in tv, la sua «traduzione» un po' forzata nei 140 caratteri di un tweet e via con le polemiche. Tra i capitoli della polemica Boldrini-M5s, c'è anche quello legata al giallo del suo presunto tweet. Un messaggio che sarebbe stato scritto dopo la sua partecipazione di domenica sera a «Che tempo che fa», rilanciato - tra gli altri - anche da Beppe Grillo: «Chi segue il blog di Grillo non si confronta sui contenuti ma offende in modo sessista. Sono potenziali stupratori», recita il messaggio.

Quel tweet, però, sarebbe un falso. Lo sostiene lo staff della Boldrini, lo sostengono alcune delle persone che appaiono tra quelli che hanno «retweettato» il messaggio nell'immagine pubblicata: «Non lo abbiamo mai fatto». In Rete esistono programmi per creare immagini di falsi tweet accessibili a chiunque, anche se per accertarlo sarebbe necessario consultare gli archivi di Twitter. È l'unico modo per avere la certezza.

Nel caso in cui fosse falso, però, resta una domanda: chi lo ha fatto? Un team di giovani esperti di sicurezza informatica, tra cui Agostino Specchiarella dell'Università di Palermo, si sono messi al lavoro per cercare di risalire al presunto responsabile. E hanno steso una relazione che sarà consegnata alla presidenza della Camera. «Abbiamo utilizzato l'algoritmo Ela - spiegano - che permette di valutare l'autenticità di un file. Ogni volta che un'immagine viene salvata, perde di qualità.

Dalla nostra analisi è emerso che, nonostante la foto del tweet sia stata pubblicata prima da altri account, il file "più originale", quindi quello più vicino alla fonte iniziale, risulta essere proprio quello pubblicato da Grillo. Se quindi quell'immagine è stata creata ad arte, è presumibile che l'abbia fatto qualcuno a lui vicino».